Fenomeno Mbappé e tanta Italia: così il PSG ha annientato il Barça
C’è un gran pezzo d’Italia, oltre al fenomenale Mbappé, nell’importantissima vittoria del PSG in casa del Barcellona. La partita d’andata finisce con un secco 1-4 per i francesi. Per parlare di rivincita sulla remontada del 2017 c’è ancora da aspettare il ritorno, ma la via indirizzata dalla squadra di Pochettino è quella giusta. Félicitations.
Un italiano per reparto fa sorridere la squadra della capitale francese. Florenzi sorprende e conferma quanto di buono fatto vedere in campionato fino a qui. Coperture, ripartenze e quella lucidità che in partite di questo spessore fanno la differenza. L’ex Roma si è preso un posto sulla corsia di destra, e con la sua esperienza ha dato una mano importante per la difesa parigina, sia in fase difensiva che in quella offensiva. Tranquillità e controllo.
A centrocampo chi illumina è Marco Verratti. Geniale sul primo gol di Mbappé. Un assist di quelli che solo chi ha un’incredibile affinità col pallone riesce a sfornare. Intelligenza tattica, visione di gioco. Tocco di grande classe. E con i suoi disegni in campo è tutto più semplice. Pochettino lo ha preservato in campionato, dopo il leggero infortunio all’anca accusato dieci giorni fa. Se lo è tenuto pronto per la serata del Camp Nou. Lo ha schierato da numero 10. Lui ha ricambiato con una prestazione di grande spessore.
Davanti c’è Moise Kean. La vera sorpresa di questa stagione. L’attaccante ex Juventus sta disputando la migliore annata della sua carriera. 10 gol in Ligue 1: per la prima volta in doppia cifra. Ora il sigillo nella serata del PSG al Camp Nou. È il terzo più giovane italiano a segnare un gol nella fase a eliminazione diretta di Champions League (davanti a lui Zaniolo e Ventola). E Mancini si sfrega le mani aspettando giugno.
Poi c’è Kylian Mbappé. Con le assenze di Di María e Neymar si è preso la squadra sulle spalle e l’ha trascinata verso la vittoria da vero leader. La mancanza di personalità in alcune partite importanti della recente storia del PSG era un fattore che gli era stato spesso rimproverato. Con la tripletta di oggi è diventato il terzo più giovane calciatore nella storia della Champions League ad aver siglato tre gol in una sola serata al Camp Nou (dopo Andriy Shevchenko con la maglia della Dinamo Kiev nel 1997). Nonché il terzo bomber di sempre nella storia del club, dietro a Cavani e Ibrahimovic. L’unica volta che aveva affrontato Messi era ai Mondiali, quando fece una doppietta in Francia Argentina 4-3. Stavolta ha fatto ancora meglio.
Il PSG aveva bisogno di lui. Kylian ha risposto nel migliore dei modi. Gol, strappi, personalità. Nella partita di questa sera ha dimostrato di aver cambiato passo anche sotto l’aspetto mentale. E se di norma è un giocatore dalla rapidità disarmante, con quest’ultimo salto di qualità rischia di diventare veramente imprendibile. Specchio di un Paris Saint-Germain che dopo aver annusato il successo nella scorsa estate, adesso non ha più intenzione di frenare la sua rincorsa verso Istanbul. Con ancora più fame.
E Pochettino si gode il momento e sorride: “Prima della partita Kylian mi ha chiesto quante volte avessi vinto qui con l’Espanyol. Gli ho detto ‘Una’”. Adesso posso dire ‘Due’”.