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Balotelli: “Spero che il mio futuro sia nel Liverpool. Nazionale? Non mi sarei convocato nemmeno io”

Italia-Germania, 28 giugno 2012. Gli azzurri superano i super-favoriti tedeschi per 2 a 0, grazie a una doppietta di Mario Balotelli. Quel giorno “Supermario” si lasciò andare a un esultanza del tutto particolare: sfilò la maglia e si mise in posa da culturista. A distanza di 4 anni il grande personaggio di quella partita assisterà alla gara da casa:

“Perché non sarò protagonista stasera? Ho fatto due anni non ai miei livelli” – si legge nelle pagine del Corriere della Sera – ” Problemi fisici, altri problemi, non sono stato io. E Conte giustamente ha portato altri giocatori all’Europeo. Fossi stato in lui, avrei fatto esattamente la stessa cosa. Mi spiace non essere in Francia. Ma così doveva andare. Alla gente che mi ferma dicendomi che Conte avrebbe dovuto convocarmi, io rispondo: il vero Balotelli lo convocherebbe Conte, Ventura, qualsiasi allenatore. Il Balotelli di oggi no”. Il “Balo” torna sul gol del 2 a 0 alla Germania del giugno 2012: “Quando ho visto il pallone rimbalzare, l’istinto mi ha detto: tira di collo pieno, se la prendi bene il portiere non la vede nemmeno. Non l’ho presa pulita, ma un po’ di esterno. Meglio, se la prendevo bene la tiravo in pancia a Neuer“.

L’esultanza di quattro anni fa può essere di buon auspicio per stasera? “L’ho postata anch’io, ma solo per fare il tifo. Perché un po’ mi infastidisce parlare del passato, mi sembra quasi di essere un ex giocatore. Però capisco che quell’esultanza sia rimasta impressa, i bambini mi copiavano e la cosa mi piaceva. Ricordo che avevo parlato il pomeriggio con Adriano che mi sfotteva dicendomi che ero dimagrito. Forse ho voluto mostrargli che non ero poi così magro. Perché non esulto spesso? Be’, a parte il fatto che di gol ultimamente ne ho fatti pochi… in realtà faccio come mi viene. Poi, ammetto, quando la polemica sulle mie mancate esultanze divenne fastidiosa, io segnavo e non esultavo apposta, per non darla vinta a chi si faceva problemi su questa cosa. Faccio sempre l’opposto. Mino Raiola, il mio procuratore, per farmi fare le cose mi dice l’opposto”.

L’ex attaccante di Milan e Inter ha parlato anche della sua infanzia difficile: “Nessuno può dire di conoscere la mia storia. Di sicuro non ho avuto un’infanzia facile. Crescere a Brescia da ragazzino di colore all’inizio era pesante. Poi un po’ alla volta mi sono ambientato, con la storia che giocavo a calcio mi volevano sempre in squadra e ho legato con i ragazzi, ma gli inizi sono stati difficili. Taglio di capelli? Io e mio fratello Enoch abbiamo portato la cresta fin da piccoli. Ci piaceva la storia dei condottieri mohicani…”. Balotelli parla anche dell’incontro ravvicinato con Mancini del 2013, ai tempi del Manchester City: “Ho avuto un rapporto fantastico, bello con tutti gli allenatori. E anche con i presidenti, con Moratti, con Berlusconi… Disastroso solo con uno: Brandon Rodgers. Rissa con Mancini? Avevo 19 anni, dopo un intervento su un compagno lui si è arrabbiato, mi ha strattonato dicendo che rischiavo di fargli male. Tutto lì. È successo al venerdì, la domenica ero titolare”.

Altro personaggio, speciale per eccellenza,  Mourinho: “A lui piaceva fare il cinema, ma mi voleva bene. Si divertiva a farmi arrabbiare perché pensava che avrei reso di più da incazzato. Gli imputo solo una cosa: non mi ha fatto giocare la finale di Champions. Se entravo, segnavo sicuro. Me lo sentivo”. In chiusura d’intervista Mario parla del suo futuro: “Spero che sia nel Liverpool. Milan? I rossoneri hanno deciso di lasciarmi. Di sicuro non ci sarà un ‘Mario’s back again’ “.