Ballerino, burlone, bomber. Pellè: un gigante per domarli tutti
Dicono che l’Italia sia “sporca, brutta e cattiva”. Magari è pure vero. Ma stavolta, tra i tanti, c’è anche il bello della storia. I capelli son perfetti, sempre a posto. “Maniacali” nel taglio e nella cura. Anche se da piccolo erano rasati “come Ronaldo”. Il sorriso, poi, è quello del bravo ragazzo che piace ai genitori. Bomber d’area Graziano, anche fuori. Perché “con le donne ci ho sempre saputo fare”. Testa a posto ora, altrimenti Viky chi la sente: “Per conoscerla ho mollato tutto e ho prenotato il primo volo per l’Olanda”. Un romanticone, Graziano Pellè.
Che oggi segna e sogna all’Europeo. Ballando una danza tutta sua, quella del gol in extremis. Proprio lui poi, ex ballerino: “Mi occupavo di tutto! Valzer, chachacha, tango…”. Talento: “Vinsi anche il titolo di latino, liscio e standard. Avevo 11 anni”. Ricordi, trascorsi. Ora l’Italia e i due gol in acrobazia. Belgio, Spagna e…? Tranquilli, nel mirino c’è anche la Germania (sabato alle 21 su Sky Sport). Pellè, che storia. Snobbato in patria, poi idolo d’Olanda. E che risate con Van Gaal.
Arrivato all’AZ, infatti, l’ex Lecce vuole il numero 9: “E’ il simbolo dell’attaccante”. Ma è già occupato. Allora LVG gli propone il “29 o il 39”. Pellè storce il naso. Vorrebbe il 99 o il 90. “Purtroppo non li usiamo…” disse Van Gaal. E Pellè: “Allora non firmo”. Finimondo dell’ex Ajax, “incazzatissimo”. “Mise i pugni sul tavolo, fece un casino, ma era uno scherzo!“. Burlone, Graziano. Quello che all’Europeo U21 del 2007 segnò col cucchiaio emulando Totti: “Era una scomessa con Montolivo”.
Poi la prima esperienza in Olanda: “Dicevamo che avrebbe segnato chiunque…”. I primi anni così, così. Infine il rientro in Italia: Parma, Samp, due flop. “E allora sai che c’è? Vado a Rotterdam”. Pellè firma col Feyenoord e in 2 anni fa 50 (!) gol. Un’infinità. Ma non segnava chiunque? “Guardate le mie reti: destro, sinistro, tacco, rovesciata, di testa. In tutto i modi”. Tra le varie cose, anche una lita con un giornalista impertinente e il lancio di una moda: il ciuffo alla Pellè. “Quando vado a farmi i capelli mi ritrovo 45 persone che vogliono il taglio come il mio!”. Crazy. Southampton ora, The italian goal machine. 30 gol in due anni: “Quando mi ha chiamato Koeman ho accettato subito”.
Fino alla rivincita di oggi, la sua e di nessun altro. Perché all’inizio dei giochi, sì, le critiche erano tante: “Eh, ma dove andiamo con Pellè…”. Ora il silenzio, tutti ad esultare. Ovazione per lui, Graziano, il centravanti forgiato da Conte come il famoso anello della Trilogia. Un gigante, lì davanti, per domare tutti i difensori. L’antitesi del cattivo. Lotta, si sbraccia, stoppa. Segna. Italian Job, colpo all’italiana. Un po’ come quel film con Mark Wahlberg e Charlize Theron. Anche se Graziano “preferisce George Clooney”. Niente Mini stavolta, nessun inseguimento. Solo un bel taglio di capelli. Italia, banda di “sporchi, brutti e cattivi”. Poi c’è Graziano Pellè.