Nuova mission rossoblù per Davide: il Ballardini 4.0 è cominciato
Un decimo posto nella stagione 2010-11, salvezza con due giornate d'anticipo nel 2013, squadra salva 360 minuti prima della fine del campionato nel 2018. Eccolo il biglietto da visita a tinte rosse e blu di Davide Ballardini, da oggi ufficialmente di nuovo l'allenatore del Grifone. L'uomo giusto al posto giusto, quel Genoa che di biglietti da visita del 'Balla' proprio non ne ha bisogno: tre gli arrivi a campionato in corso all'ombra della Lanterna per l'allenatore di Ravenna, capace in tutti e tre i casi di centrare l'obiettivo.
Vero e proprio specialista, nastro che si riavvolge fino all'8 novembre del 2010: dopo 11 giornate rossoblu a sole tre lunghezze dall'ultimo posto in classifica. Via Gasperini, arriva Ballardini: pochissimi giorni per preparare l'esordio davanti ai suoi nuovi tifosi a Marassi, subito tre punti alla guida del Grifone. Colpo da biliardo all’angolino di Milanetto, buona la prima contro il Bologna: dieci punti nelle prime cinque partite (vittorie a Cagliari, Lecce e pareggio di Brescia) e Genoa trascinato subito fuori dalle sabbie mobili.
Ciliegina sulla torta di una partenza perfetta, l'1-0 (in trasferta) del Ferraris nel Derby della Lanterna di metà febbraio: lampo Rafinha, cielo di Genova che torna a tingersi di rossoblu. L'otto maggio a decidere la stracittadina, e a regalare il secondo successo nel derby al 'Balla', è il gol al 96' di Mauro Boselli: festa Genoa che esplode, Sampdoria sempre più vicina al ritorno in B. A fine campionato per il Grifone è decimo posto, difficilissimo anche solo da pensare il giorno dell'arrivo di Ballardini a Genova. Non sufficiente, però, per valere la conferma da parte di Preziosi: Ballardini saluta, tra i tanti che lo avrebbero voluto ancora in panchina, quell'addio però è soltanto un arrivederci.
Si arriva al 21 gennaio 2013, ancora un subentro: Del Neri, a sua volta arrivato al posto di De Canio, viene esonerato dal Presidente Preziosi. Il Grifone questa volta si trova terz'ultimo con 17 punti in 21 partite. Salvezza difficile, ma 'Balla' – chiamato ancora una volta a risollevare il Grifone – centra ancora l'obiettivo: alla sua nuova prima sulla panchina rossoblu arriva il pareggio di Torino contro la Juventus, una settimana più tardi in casa con la Lazio il primo successo.
Due le giornate di anticipo con le quali arriva la salvezza, con il Derby della Lanterna che si chiude in pareggio: a Eder risponde Matuzalem, Ballardini imbattuto nelle stracittadine e punto importantissimo verso un nuovo anno in Serie A. Stagione che ancora una volta, però, non può vivere alla guida del Genoa: il sette giugno ad essere ufficializzato come nuovo allenatore della Prima Squadra è Fabio Liverani. Altro addio per Balla, strade che si dividono ancora, per quella che sembra essere l'ultima volta. Ma i fili delle storie di Balla e del Grifone sono annodati indissolubilmente.
È il sei novembre del 2017 quando il Genoa, dopo aver raccolto solo sei punti in dodici partite con Juric in panchina, decide di esonerare l’allenatore croato dopo il ko nel derby numero cento quindici. Il Grifone, che in estate prometteva ben altro cammino, si trova ad avere bisogno di aria nuova, che poi coincide con quella di sempre.
Ballardini arriva ancora a gara in corso: "Ancora missione salvezza? La missione è fare bene il nostro lavoro per il bene della società e della gente che vuole bene al Genoa” le prime parole del nuovo allenatore del Grifone, prima della firma sul nuovo contratto. Scadenza 2018 con opzione per l'anno successivo in caso di salvezza: sei mesi, per mettere a posto di nuovo tutto. Poi la possibilità di una stagione intera, dopo tre ritorni sarebbe la prima: per dimostrare di poter costruire un Grifone all'altezza della sua storia già dal ritiro di Neustift.
Subito vittoria al suo terzo esordio genoano, tre punti in trasferta sul campo del Crotone, il 3-1 all’Hellas Verona nel girone di ritorno regala 41 punti ai rossoblù e, soprattutto, una salvezza raggiunta con quattro giornate d’anticipo sulla fine dei giochi. Per la prima volta nell’estate del 2018 Ballardini ha l’occasione di guidare il suo Genoa dall’inizio, dal ritiro tra le montagne di Neustift alla prima di una stagione tutta da scrivere per il Grifone: 12 i punti nelle prime 7 gare, con una media punti di 1,75 a partita e tre sole lunghezze dalla zona Champions League, che non bastano però all’allenatore di Ravenna per continuare a guidare il Genoa dopo lo stop per 3-1 in casa col Parma.
Le strade si dividono di nuovo, un addio per Ballardini reso ancora più amaro dalle parole dure del presidente Preziosi dopo l’esonero. Motivo per il quale nel dicembre di un anno fa, quando il ko di San Siro con l’Inter mette fine alla prima esperienza in Serie A di Thiago Motta, Ballarini risponde no ad una nuova chiamata in rossoblù. Il resto è storia recente: panchina affidata a Davide Nicola, nonostante la salvezza raggiunta in estate arriva Rolando Maran.
Una sola vittoria (nell’esordio casalingo col Crotone), quattro pareggi e otto sconfitte lo score dell’ex Cagliari, si arriva ad oggi. Insigne e Sau regalano la vittoria al Benevento, Genoa sempre più nella zona calda della classifica e tra soli tre giorni c’è il delicatissimo scontro diretto con lo Spezia: poco tempo per preparare la gara, ma Preziosi vuole cambiare subito.
Serve riaccendere la scintilla, serve esperienza per risollevare il Genoa: impossibile non pensare ancora una volta a lui, lo specialista in salvezze a tinte rossoblu. Il no di un anno fa questa volta è un si grazie all’accordo (contratto fino a giugno con opzione per un altro anno in caso di salvezza) trovato ieri sera. Ballardini è tornato in quella che per tante volte è stata la sua casa, oggi la è per l’ennesima volta. Firma e subito il primo allenamento. Un altro nuovo inizio, verso un'altra salvezza. La specialità del Balla in versione rossoblù.