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Baggio 5×10 – Baggio e Borgonovo, oltre la B2: “La mia gioia più grande era mandarti in gol con un assist e vedere nei tuoi occhi un’infinita felicità”

Gli auguri al suo amico più grande glieli avrebbe fatti con il cuore. E con gli occhi. Quelli con cui la “Stronza” l’aveva costretto a comunicare con il mondo negli ultimi anni della sua vita. La vita di un campione. Gli stessi occhi con cui Borgonovo e Baggio si trovavano a memoria in campo, a volte senza neppure guardarsi. Baggio e Borgonovo, la B2. Intesa calcistica diventata formula chimica per i sogni di una città, Firenze, che ha amato entrambi. E che ad entrambi ha dato. “Forse non te l’ho mai detto, la mia gioia più grande era mandarti in gol con un assist e vedere nei tuoi occhi un’infinita felicità“, basterebbero poche, bellissime parole per raccontare cos’è stato Borgonovo per Baggio e Baggio per Borgonovo. Le parole dell’ultimo saluto, quello che Roby non avrebbe mai voluto dare.

L’intesa in campo era diventata un’amicizia indissolubile anche fuori, come se assist e gol fossero la metafora di un rapporto andato poi oltre la maglia viola ed il calcio. Quando Stefano ha deciso di rendere pubblica la propria sofferenza, la propria malattia, ha scelto il Franchi e Firenze per mostrarsi al mondo in una serata difficilissima. Surreale. E a spingerlo in quel lungo giro di campo concluso sotto la Fiesole, la loro Fiesole, non poteva che esserci Baggio. Per Borgonovo era l’unico che poteva essere lì in quel momento, l’ennesimo assist di una carriera che in parte li ha uniti. Volersi bene senza mai dirselo veramente, farlo più che raccontarlo. Saper scherzare di se stessi, degli anni che passano, anche della malattia. “Dai, Roby battilo quel rigore che non ha mai battuto”: se avesse potuto sussurrarglielo, invece che scriverlo sulla macchina che gli permetteva di comunicare, lo avrebbe fatto. Con tutta la dolcezza nella voce che un amico vero sa dare. Baggio lo avrebbe ascoltato lo stesso, avrebbe ubbidito. Lui, così lontano a volte dalla realtà, per Borgonovo calciò quel rigore sotto la Fiesole per cui con la maglia della Juventus non trovò il coraggio. “Se mi rifai uno scherzo del genere, ti buco le ruote della carrozzina”: frase forte sì, ma tra amici si può. Vendetta a distanza di quelle corna mostrate da Borgogol alle spalle di Baggio, in posa davanti ad un fotografo. Roberto per Borgonovo c’è sempre stato, pur non gradendo mai visibilità e attenzioni. Per Stefano, valeva la pena fare un’eccezione.

Ci piace immaginarli insieme un’ultima volta. Ad Amatrice, tra i terremotati. Dove Baggio e Borgonovo sarebbero andati certamente insieme, portando affetto ed ironia. Roby lo avrebbe invitato, Stefano sarebbe andato senza esitare un minuto. L’ultimo assist di un gol che, a 50 anni, Baggio avrebbe voluto sicuramente festeggiare con Borgonovo. Dopo essersi svegliato con il messaggio più atteso, scritto con il cuore. Prima che con gli occhi. “Auguri Roby, e grazie per tutto. Anche se sei vecchio, ti vorrò bene per sempre. Ste”.