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Nazionale, club e sponsor: la crescita del calcio in Azerbaijan

Gran premio di Formula 1, Giochi europei 2015, finale di Europa League 2019 e adesso la fase finale dell'Europeo 2020: la crescita dell'Azerbaijan in ambito sportivo continua. Baku sarà infatti una delle 13 città sedi del primo Campionato Europeo itinerante della storia. Allo Stadio Olimpico (Baku Olimpiya Stadionu) saranno ospitate tre partite della fase a gironi e un quarto di finale, esattamente come faranno stadi storici come l'Allianz Arena di Monaco di Baviera o l'Olimpico di Roma. Sembra difficile spiegare come l'Azerbaijan, stato Europeo che fino al 1991 non era altro che una piccola parte dell'Unione Sovietica vicina alla Turchia, sia riuscito ad entrare in questo modo nell'elite del calcio continentale. La crescita economica degli ultimi anni ha sicuramente aiutato, ma manca ancora un tassello per completare questo percorso: l'affermazione della propria nazionale e dei propri club in campo internazionale.
 
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Se dal punto di vista delle infrastrutture e dell'organizzazione degli eventi, l'Azerbaijan sta crescendo notevolmente, non si può dire lo stesso per quanto riguarda le proprie squadre. In particolar modo la Nazionale, che rimane una delle poche a non essersi mai qualificata per la fase finale di un torneo internazionale. Eppure negli ultimi anni la federazione si è spesso affidata a nomi importanti. Dal 2008 al 2014 il commissario tecnico è stato Berti Vogts, vincitore dell'Europeo 1996 alla guida della Germania. Con il tedesco in panchina la nazionale azera ha raggiunto il 73°posto nel ranking FIFA, il più alto di sempre.
 


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Dopo la Germania è stata la volta della Croazia, con Robert Prosinecki a sedersi sulla panchina dell'Azerbaijan. Con l'ex centrocampista croato però le cose non sono migliorate molto, con la squadra che ha concluso il girone di qualificazione ai Mondiali del 2018 al quinto posto su sei. Oggi la selezione azera è guidata da Nikola Jurcevic e dopo le prime quattro gare di qualificazione a Euro 2020 è ancora ferma a zero punti. Sembra scontato che anche nella prossima grande manifestazione organizzata a Baku non vedremo la loro Nazionale in campo.
 
Non sono molti i calciatori ad aver sfondato nel calcio che conta, ma se si chiede a un bambino azero quali giocatori sogni di emulare, le risposte si divideranno sicuramente tra Aslan Kerimov e Rashad Sadiqov. Kerimov, ritiratosi nel 2012, è stato a lungo recordman di presenze nella nazionale prima di essere superato proprio da Sadiqov, 37enne perno difensivo del Qarabag, club nel quale milita ormai da 10 stagioni.
 


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Proprio il Qarabag, insieme al Neftchi Baku, ha guidato l'affacciarsi dei club azeri alle maggiori competizioni europee. La squadra della città di Agdam è stata infatti la prima a qualificarsi per la fase a gironi della Champions League nella stagione 2017-18, venendo eliminata però in un girone di ferro con Chelsea, Roma e Atletico Madrid. Quest'anno, per la sesta stagione consecutiva, il Qarabag parteciperà alle competizioni europee. E' stato infatti sorteggiato nel girone di Europa League in compagnia di Siviglia, Dudelange e Apoel Nicosia.
 
Non solo club, nazionale e grandi eventi. L'Azerbaijan promuove la propria immagine nel mondo anche attraverso importanti sponsorizzazioni. Nella finale di Champions 2014 persa contro il Real a Lisbona, ad esempio, campeggiava sulla maglia dell'Atletico Madrid la scritta "Azerbaijan Land Of Fire". Un accordo che fece molto discutere visto che, secondo alcuni rapporti internazionali, l'Azerbaijan di fatto non è una vera e propria democrazia. Ma d'altronde la propria forza economica e le proprie risorse energetiche permettono allo stato azero di attuare una strategia comunicativa simile a quella utilizzata da Qatar e Emirati Arabi.
 


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Un altro elemento che rende un po' nebuloso l'Azerbaijan agli occhi dell'opinione pubblica europea è quello relativo al conflitto del Nagorno-Karabakh. Questa regione, il cui capoluogo è Agdam, è ancora oggi contesa tra azeri e armeni ed ha portato molto spesso il Qarabag a dover "emigrare" a Baku per disputare le proprie partite. La questione è stata sollevata nuovamente in occasione della finale di Europa League dello scorso anno, quando il neo acquisto della Roma, Henrikh Mkhitaryan (di nazionalità armena), si rifiutò di unirsi all'Arsenal per disputare il match a Baku.
 


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Una serie di situazioni che rendono complicato il posizionamento dell'Azerbaijan sulla cartina calcistica dell'Europa che conta. Euro 2020 sarà sicuramente un passo in avanti importante, in attesa di vedere l'Azerbaijan protagonista anche in campo e non solo attraverso le sue moderne strutture.
 
A cura di Alessandro Gardella