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Aveva smesso, domenica la prima panchina in A. Tra Bonucci, Masterchef e un cuore ballerino: Coppola e un pomeriggio da fotografare

Lo stop di Pescara, l’addio a Juric e la protesta dei tifosi all’aeroporto. È stata una domenica difficile quella appena passata in casa Genoa, chiamato ora a ripartire dal nuovo allenatore Mandorlini. In una giornata da dimenticare in fretta, però, c’è stato spazio anche per un sorriso e un’emozione speciale. E quella sì, da ricordare. Perché la prima volta, si sa, non si scorda mai: figuriamoci poi se la prima in questione è quella tra i grandi del pallone in Serie A. Vent’anni ancora da compiere (il prossimo 30 marzo), nato e cresciuto a Genova Pra a due passi dal Signorini di Pegli, per il difensore classe ’97 e capitano della Primavera del Genoa Alex Coppola nel week end è infatti arrivata la prima chiamata in Prima Squadra. Cuore a mille, per un momento sognato per anni, diventato realtà quando Alex aveva già un piede sul pullman della Primavera in partenza per Bergamo. “Alex aspetta, il pullman da prendere oggi è una altro”. Quello rosso e blu dei grandi, direzione aeroporto. E poi in volo verso Pescara, verso emozioni destinate a restare impresse a lungo nella mente.

Un’ora fra le nuvole, giusto il tempo per riavvolgere il nastro dei ricordi. I primi calci ad un pallone sul campo della Praese, il pianto il primo giorno di scuo… allenamento. Perché al pallone Alex aveva sempre preferito altro: dalla piscina allo sci, passando per il Judo. Tanti gli sport provati prima di capire di essere destinato a rincorrere un pallone, papà Gian Paolo sempre al suo fianco, pronto a sostenerlo in ogni sua decisione e ad accompagnarlo ad ogni allenamento. Quelli sul campo della D’Albertis prima, all’Athletic club Albaro poi, dove chi lo osserva capisce avere qualcosa in più degli altri. A puntare gli occhi sul ragazzo la Sampdoria, che lo porta a Bogliasco e a soli quindici anni gli fa respirare l’aria della prima squadra facendolo allenare con Gastaldello (l’allora capitano) e compagni. Momenti, tappe, che hanno portato Coppola alla prima convocazione in A di domenica.

Emozione che Alex però ha rischiato di non poter vivere. Ad una visita di routine un’ecografia dice che i valori dello spessore delle pareti del cuore sono sopra la norma. “Troppo alti”. Comincia una serie infinita di controlli in giro per l’Italia, alla fine dei quali vengono indicate due possibili cause per il problema riscontrato: da una parte il troppo sforzo patito dal cuore, dall’altra una patologia che avrebbe messo la parola fine al sogno di Alex. Sei i mesi di stop indicati dai dottori per capire se il problema sarebbe rientrato oppure no cessando l’attività fisica: dopo uno solo i valori tornano nella norma, sospiro di sollievo. A mancare ora è soltanto l’idoneità sportiva, che però non arriva. Da un dottore all’altro, nessuno mette la firma sul ritorno in campo del ragazzo, che decide così di lasciare il calcio. La mattina le lezioni al liceo scientifico di Sampierdarena, alla sera il lavoro in pizzeria come porta pizze. È così per un anno e mezzo, sogno di diventare un calciatore chiuso a chiave in un cassetto: il richiamo del pallone però è ancora troppo forte.

Si arriva a gennaio di due anni fa, quando all’ennesima visita arriva l’ok giusto. “Puoi tornare a giocare Alex”. Messo nero su bianco, finalmente. Questa volta a puntare gli occhi su di lui è il Genoa: visite mediche, nuovo rinforzo in arrivo in difesa per la Primavera di Fasce. Riprendere dopo un anno e mezzo di inattività però è dura, a volte troppo. Dieci i chili accumulati da smaltire, tanti gli allenamenti in solitaria per ritrovare la forma. Il campo? Visto soltanto alla fine del campionato, a maggio. Tra la voglia di ripartire e il pensiero a volte di lasciare tutto, di nuovo. A fargli cambiare idea Cristian Stellini, ex difensore di Novara, Spal, Bari e Genoa nel frattempo arrivato a Genova per guidare la Primavera rossoblù. Il ritiro di Ovada nell’estate del 2015 Alex lo passa finalmente tutto assieme ai compagni, all’inizio della stagione è titolare. Tra saliscendi, chiude la stagione ancora in campo dall’inizio. Il resto è storia recentissima. Stellini che gli affida la fascia da capitano e le chiavi della difesa, Alex che prestazione dopo prestazione (e un gol di testa al Bologna) conquista tutti. Anche Ivan Juric, che nella settimana prima di Pescara lo aggrega alla Prima Squadra per gli allenamenti e poi lo convoca per la partita.

Eccolo il momento tanto atteso, tra il sogno di ripercorrere le orme dell’idolo Bonucci e i consigli di Nicolas Burdisso: da capitano a capitano, da difensore a difensore. Centrale da sempre, Alex, forte fisicamente e con un’ottima visone di gioco. Fuori dal campo? Macchine e motori le sue passioni. La musica, rap italiano: da Salmo a Mezzosangue, passando per Marracash, Gue Pequeno e i nuovi rapper Genovesi Izi e Tedua. E poi la cucina, tanto da averlo fatto pentire di non aver preferito l’alberghiero ai numeri. Puntate di MasterChef non ne perde una, come di Prison Break che è la sua serie preferita. Tra Cannavacciuolo, Bastianich e Barbieri? Il preferito è il primo, dopo Bonucci un altro esempio da seguire, ma in cucina. Passione questione di famiglia, mamma Viviana è cuoca. Ora però per i fornelli non c’è tempo, Alex ha una difesa da guidare e un sogno da inseguire. Quello che un cuore ballerino gli ha provato a portare via, ma che lui col lavoro (tanto), papà Gian Paolo sempre a fianco, e la chiamata giusta ha tenuto stretto tra le mani. Come quella maglia rossoblù numero 33, nome stampato sulla schiena. Quella della prima volta, emozione da immortalare con uno scatto speciale.