Audero, presente a Venezia sognando la Juve: “Vi racconto le punizioni di Dybala e Pjanic. Buffon mi soprannominò ‘gattone'”
Presente al Venezia in B sognando di tornare un domani alla Juve come numero 1. Per Emil Audero questa in Serie B è la prima esperienza da protagonista ‘tra i grandi’ e vuole giocarsi tutte le sue carte: “È un’esperienza che volevo fare per giocare con continuità e crescere. A Venezia la società è organizzata, mi trovo bene, ma io mi sento sempre un giocatore della Juve mandato a fare esperienza e il mio obiettivo è quello di tornare un domani in bianconero – ha dichiarato il portiere classe ’97 scuola Juve ai microfoni di Tuttosport -. Giocare in porta nella Juventus è difficilissimo: il mio sogno è quello ma so benissimo che per realizzarlo devo sfruttare al massimo questi anni in prestito a partire proprio dal Venezia. Essere della Juve è una responsabilità: è un attimo sbagliare un comportamento e farsi etichettare in maniera negativa da chi vuole sfruttare l’occasione per screditare la Juve”.
Che partenza: ancora 0 gol subiti: “Sono contento ma il merito è di tutta la squadra e siamo solo all’inizio. Inzaghi sapeva tutto di me: un po’ perché mi aveva affrontato ai tempi degli Allievi e della Primavera al Milan e poi perché è amico di Paratici. Di Inzaghi apprezzo l’ambizione, proprio come me: ognuno ha i suoi motivi ma entrambi vogliamo arrivare in alto”.
E che ricordi le punizioni del giovedì calciate da Pjanic e Dybala, anzi “un bombardamento… Io facevo il mio ma quando erano in giornata quei due su 10 punizioni facevano almeno 4 o 5 gol. E sono stato stretto per tenere alta la mia autostima”.
Su Buffon: “È il top in tutto: parliamo del miglior portiere di sempre. Se devo scegliere un aspetto che gli ruberei, dico il piazzamento sui tiri. Mi piacerebbe avere anche il suo carisma e la sua umanità. I primi anni gli davo del ‘lei’, poi mi sono sciolto grazie a lui. Ultimamente mi chiamava ‘gattone’”.
Riguardo ai compagni della Juve con cui è ancora in contatto: “Mi sono scambiato alcuni messaggi con Alex Sandro. E riguardo ai tempi della Primavera, sento frequentemente Sakor che quest’anno è in Svezia al Goteborg”.
Su Bentancur titolare: “È un bel segnale: la conferma di quanto il club creda nei giovani non solo a parole ma anche coi fatti”.
Con Tacopina ecco di cosa si è parlato: “Di Buffon…”.
Infine, sull’Indonesia: “Mio padre è originario di Lombok, bellissimo posto come Bali: io ho vissuto lì un anno e poi sono cresciuto in Italia, a Cumiana. In Indonesia ho ancora tutti i parenti: purtroppo non è proprio dietro l’angolo…”.