Talento, fame e divertimento: tra Liga e Champions, l’Atletico Madrid fa sul serio
L’Atletico Madrid 2020 è tutto in un’immagine: Luis Suarez che al minuto 64 della partita decisiva per il passaggio agli ottavi di Champions contro il Salisburgo viene sostituito dal Cholo e… s’acciglia. La squadra sta vincendo, lui ha bisogno di tirare il fiato dopo lo stop causa Covid, ma quando viene chiamato in panchina storce il naso, non vorrebbe uscire perché affamato di vittoria. Ambizioso. Ci tiene, vuole dare il suo contributo, continuare a lottare e perché no, segnare. D’altronde è esattamente quello che sa fare da una vita e per cui è stato preso in estate dal Barcellona per soli 5 milioni (in bonus, ricordiamolo). Il bilancio dell’attaccante uruguaiano, al momento, è molto positivo: 7 partite, 5 gol e 1 assist in campionato. Insomma, un fattore. Come al solito.
Ah, a proposito di Liga. La splendida stagione dei colchoneros è tanto nei numeri quanto nelle prestazioni. Primo posto in campionato a +1 sulla Real Sociedad seconda (e con due partite in meno!) e + 6 sul Real quarto, che ha giocato una partita una più. E nel weekend occhio perché si gioca il derbi. Appena 2 gol incassati, con ben 8 clean sheet all’attivo, Oblak è il portiere più forte del mondo attualmente e lo sta dimostrando ad ogni occasione possibile. A tutto questo aggiungiamoci la qualificazione agli ottavi di Champions, per la settima volta nelle ultime otto edizioni, e l’avvio è da considerarsi perfetto.
Poche sbavature, tantissime qualità, a partire dal talentissimo Joao Felix che quest’anno non fa altro che sbalordire chiunque, in ogni modo: tacchi, doppi passi, allegria ma pure concretezza perché 8 gol e 3 assist incidono. Altro che 120 milioni, oggi ne vale molti di più. La squadra è completa, competitiva, viva. Il ds italiano Berta ha scelto i tasselli giusti da inserire al posto giusto, con una forza economica differente rispetto alle alte big d’Europa: via Morata per 12 milioni di euro (la cifra che dovrà pagare la Juventus quest’anno per il prestito), dentro Suarez (5 milioni), via Thomas all’Arsenal per la clausola di 50 milioni, dentro Torreira in prestito (secco) oneroso a 1 milione più Kondogbia pagato 12. L’altro volto nuovo è quello del secondo portiere Grbic, 24 anni, costato 3 milioni. Di fatto gli stessi che l’Atletico ha incassato dai prestiti onerosi di Kalinic e Arias, rispettivamente al Verona e al Bayer Leverkusen.
La rosa rende, il gioco diverte e certe scelte sono state ampiamente azzeccate: calciatori come Marcos Llorente e Carrasco sono in grado di cambiare il corso di una partita con una semplice giocata. Determinanti. Tra le note positive dei rojiblancos di Madrid c’è anche il vecchio pallino del Milan di Boban e Maldini Angel Correa, inseguito invano per un’estate intera: l’argentino numero 10 è l'assistman della squadra (è già a quota 7) davanti a Trippier (4). ‘Angelito per meno di 40 milioni non si muove’ era il diktat del club e così è stato. Irremovibile. Chiaro. Convinto. Come il progetto di crescita dell’Atletico da dieci anni a questa parte.