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Ascoli a stelle e strisce, Rizzetta: “Un club per i tifosi e academy a New York! Dionisi il nostro Rocky”

La nostra intervista a Matt Rizzetta, imprenditore e socio dell’Ascoli

Voce carismatica, italiano fluente, cadenza americana sul finire… “L’Italia la amo. I miei nonni emigrarono qui a New York negli anni ’50 da Monteleone di Puglia, provincia di Foggia… L’Italia la amo, ma Ascoli ancora di più. Mi ha colpito subito l’eleganza della città, la compostezza. Ordinata, a misura d’uomo, uno spettacolo. E poi respiri calcio lì, dappertutto. C’è un attaccamento fortissimo alla squadra. D’altronde parliamo di una delle società più antiche d’Italia…”.

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Un colpo di fulmine, così come con il patron Massimo Pulcinelli… “Quando decidi di fare un investimento di questo tipo, la scintilla è fondamentale, è tutto. Nel business conta molto l’istinto. Con Massimo si è creato un feeling speciale. Ha un entusiasmo, una passione fuori dal comune, è una persona fantastica. Per questo i numeri, le quote, i soldi passa tutto in secondo piano. Che sia in maggioranza lui o noi non conta, siamo una cosa sola… Io lo dico sempre, ci sentiamo talmente tanto che è come se fossimo sposati (ride)”.

Proviamo un po’ a interrogarlo sulla storia, ma è davvero preparatissimo. Le sa tutte, Rizzetta… I calzettoni rossi, Costantino Rozzi ecc. sono preparatissimo sì (sorride)”. Insomma, il primo step per un grande Ascoli a stelle e strisce… “Assolutamente sì, conoscere la storia è alla base di ogni percorso. Un percorso che vogliamo riempire di tante belle cose. Dal 1 gennaio qui a New York apriremo un Ascoli club per vedere le partite tutti insieme. Offriremo colazioni e pranzi, regaleremo dei gadget, sarà davvero un bel modo per stare insieme! E poi stiamo lavorando per una youth academy sempre e New York e per una tournee estiva nella quale l’Ascoli affronterà alcune squadre di Mls… Vogliamo rendere orgogliosi i tifosi, che poi sono simili a quelli newyorkesi: tifano sempre, a prescindere dal risultato. Uno spettacolo, qualche mese fa al Del Duca avevo i brividi, difficile anche da raccontare…”.

L’entusiasmo di ciò che sarà (“Serie A? Eccerto…”), la bellezza di ciò che è: tu vuò fa… l’ame…ascolano.