Ascoli a stelle e strisce, Rizzetta: “Un club per i tifosi e academy a New York! Dionisi il nostro Rocky”
Lorenzo Buconi 2 Dicembre 2021La nostra intervista a Matt Rizzetta, imprenditore e socio dell’Ascoli
Voce carismatica, italiano fluente, cadenza americana sul finire… “L’Italia la amo. I miei nonni emigrarono qui a New York negli anni ’50 da Monteleone di Puglia, provincia di Foggia… L’Italia la amo, ma Ascoli ancora di più. Mi ha colpito subito l’eleganza della città, la compostezza. Ordinata, a misura d’uomo, uno spettacolo. E poi respiri calcio lì, dappertutto. C’è un attaccamento fortissimo alla squadra. D’altronde parliamo di una delle società più antiche d’Italia…”.

Un colpo di fulmine, così come con il patron Massimo Pulcinelli… “Quando decidi di fare un investimento di questo tipo, la scintilla è fondamentale, è tutto. Nel business conta molto l’istinto. Con Massimo si è creato un feeling speciale. Ha un entusiasmo, una passione fuori dal comune, è una persona fantastica. Per questo i numeri, le quote, i soldi passa tutto in secondo piano. Che sia in maggioranza lui o noi non conta, siamo una cosa sola… Io lo dico sempre, ci sentiamo talmente tanto che è come se fossimo sposati (ride)”.
Proviamo un po’ a interrogarlo sulla storia, ma è davvero preparatissimo. Le sa tutte, Rizzetta… “I calzettoni rossi, Costantino Rozzi ecc. sono preparatissimo sì (sorride)”. Insomma, il primo step per un grande Ascoli a stelle e strisce… “Assolutamente sì, conoscere la storia è alla base di ogni percorso. Un percorso che vogliamo riempire di tante belle cose. Dal 1 gennaio qui a New York apriremo un Ascoli club per vedere le partite tutti insieme. Offriremo colazioni e pranzi, regaleremo dei gadget, sarà davvero un bel modo per stare insieme! E poi stiamo lavorando per una youth academy sempre e New York e per una tournee estiva nella quale l’Ascoli affronterà alcune squadre di Mls… Vogliamo rendere orgogliosi i tifosi, che poi sono simili a quelli newyorkesi: tifano sempre, a prescindere dal risultato. Uno spettacolo, qualche mese fa al Del Duca avevo i brividi, difficile anche da raccontare…”.
L’entusiasmo di ciò che sarà (“Serie A? Eccerto…”), la bellezza di ciò che è: tu vuò fa… l’ame…ascolano.