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FA Cup | Arsenal campione con Martinez: la vittoria dell’eterna riserva

La vittoria dell’Arsenal in finale di FA Cup per 2-1 contro il Chelsea può essere vista come una sorta di ricompensa, per chi come Emiliano Damián Martinez non si è mai arreso. Il portiere argentino è stato uno dei grandi protagonisti del trionfo dei Gunners. L’infortunio di Leno lo scorso 25 giugno ha permesso al classe 1992 di difendere la porta della squadra di Arteta, che con questo successo si è qualificata alla prossima Europa League.

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Martinez è nato a Mar del Plata, ma cresciuto nel settore giovanile dell’Independiente di Avellaneda grazie a Roberto Gonzalo, lo stesso osservatore che aveva scoperto il Burrito Ortega. Nella pensione del club venne soprannominato Dibu, perché era rosso con le lentiggini e sembrava un cartone animato. Qui conobbe Pepé Santoro, uno dei migliori preparatori dei portieri a livello nazionale. Fu lui ad accompagnarlo a Londra nel 2010 per il provino all’Arsenal quando aveva solo 17 anni, dopo che gli scout del club biancorosso lo avevano visto al Sudamericano Sub17 del 2009.

"Quando arrivai non conoscevo una parola d’inglese e il club inserì un bonus da 20.000 sterline nel mio contratto se lo avessi imparato in quattro mesi. Lo imparai, non parlavo in maniera fluida ma capivo tutto. Sono così: gli obiettivi che mi prefisso, poi li raggiungo". Dieci anni trascorsi all’Arsenal, tra prestiti e stagioni in panchina o addirittura in tribuna. Ma c’è chi in lui ci ha sempre creduto. "Ci vedo tutte le qualità che dovrebbe avere un portiere. Altezza, passione, qualità tecnica, sa prendere decisioni e non ha paura di nulla. Ha fatto bene ogni volta che ha giocato. Sono molto contento del suo rinnovo, perché credo sia il futuro del club’’. Così Wenger nel 2016 dopo il prolungamento del contratto fino al 2022. 

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"Non vedo i miei genitori da un anno a causa della pandemia e adesso potranno vedermi in tv giocare la finale. Vengo da una famiglia povera e per loro vedermi alzare un trofeo sarebbe speciale. Ora è arrivato il mio momento” aveva detto alla vigilia della gara contro il Chelsea, dove ha vinto la sfida nella sfida col connazionale Caballero compiendo un paio di interventi notevoli su Pulisic e Pedro. Dopo il triplice fischio spazio alle emozioni, quando è crollato in lacrime durante l’intervista con il capitano Aubameyang che lo ha abbracciato ed elogiato anche per la persona che è. In uno Wembley vuoto non ha potuto esultare con i suoi tifosi e ha preferito quindi videochiamare la sua famiglia.

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Le sei esperienze in prestito tra Oxford United, Sheffield, Rotherham United, Wolverhampton, Getafe e Reading, oltre alle panchine ai vari Cech, Ospina, Leno, Szczesny e Fabiansky, lo hanno fatto maturare. Fino al punto che in questa stagione ricevesse la fiducia di Emery come titolare in Europa League e la chiamata della nazionale argentina di Scaloni, ancora alla ricerca di un numero uno affidabile. Un problema che non si pone di certo Arteta, che ha scoperto nel numero 26 una nuova certezza in attesa del completo recupero di Leno. 

Di Mattia Zupo