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‘Arnoutovic’ e gli altri: quando il cognome è un optional

Le feste, il periodo che attendi tutto l’anno ma da cui poi è difficile ritornare in piena forma. Chiedere al magazziniere del West Ham per credere. Colpa magari di qualche bicchierino di troppo pagato a caro prezzo nel Boxing Day! Nel 3-3 del West Ham sul campo del Bournemouth c’è la firma di Marko Arnoutovic… Ops, Arnautovic! Dopo 4 anni con la maglia dello Stoke City, il nome del 28enne ex nerazzurro dovrebbe essere noto in Premier… Ma non al magazziniere del West Ham, appunto. Merito (o colpa) suo infatti se, nelle esultanze per i suoi due gol, Marko mostra una maglia con il suo cognome storpiato. ‘Arnoutovic’, questo il nome che vedono gli spettatori che hanno deciso di passare il pomeriggio di Santo Stefano allo stadio o davanti alla TV.

Ma il magazziniere può stare tranquillo. Non è il solo ad aver fatto degli errori simili. E nessuno di loro ha la scusa del pranzo di Natale rimasto sullo stomaco.

Siamo in Francia. Nella cittadina di Montepelier (con una ‘l’) i tifosi del Montepellier (con due ‘l’) sono furibondi. Motivo? Aver acquistato le maglie della propria squadra del cuore con un banale ma evidente errore di spelling. Le casacche della stagione 2017/18 del club della Francia meridionale infatti presentavano una ‘l’ in meno rispetto alla scritta corretta. I tifosi indignati hanno chiesto il rimborso. Il presidente Nicollin dal canto suo ha trovato il modo di non sprecare le maglie difettose: mandarle negli USA, precisamente nella città di Montepelier, nel Vermont.

Altra vittima di un errore simile è stato Mario Balotelli. Marzo 2015. Il Liverpool scende in campo contro il Burnley. SuperMario è ai ferri corti con l’ambiente, tanto che tra i Reds neanche il magazziniere sembra ricordarsi il suo nome. In una foto degli spogliatoi pubblicata sui social del Liverpool, si vede chiaramente la maglietta dell’attaccante italiano con una ‘l’ di troppo. Refuso di cui nessuno si accorgerà, dato i 90’ passati in panchina, ma che Mario non mancherà dal far notare, a modo suo: pubblicandola sul proprio profilo Instagram con la scritta “ A qualcuno non piaccio”.

A volte però, gli errori servono ad imparare. È il caso dello Sporting Lisbona, che il 19 marzo del 2016 decise di scendere in campo contro l’Arouca con i nomi sulle maglie volutamente ‘storpiati’. Decisione simpatica con uno scopo ben preciso: combattere la contraffazione di magliette e merchandising. I vari ‘Guterres’, ‘Rui Patrisso’, ‘Eslimani’, parenti di Teofilo Gutierrez, Rui Patricio e Slimani diventano testimonial di una campagna importante affrontata col sorriso.

A cura di Federico Rana