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Arnautovic, un bacio d’amore nella notte di San Siro

Gli errori e il periodo difficile, il gol e l’urlo liberatorio, l’abbraccio dei compagni e del popolo nerazzurro: le immagini dell’attaccante austriaco

A volte le immagini spiegano e raccontano più delle parole. Soprattutto se in gioco ci sono delle emozioni. Soprattutto se non riesce a spiegarle chi è stato il protagonista di quelle sensazioni.  “Emozioni che non riesco a descrivere”, la frase di Marko Arnautović poco dopo la fine dell’andata contro l’Atletico Madrid. La foto utilizzata è quella della sua prima esultanza. Un urlo liberatorio. Uno sfogo istintivo, naturale, desiderato in cui si racchiudono e legano sentimenti contrastanti e momenti di una vita. Perché quella di Arnautović contro gli spagnoli è stata una partita nella partita. Ci sono dei gol sbagliati e una serata che sembrava stregata, una volta ancora. Quel ragazzo arrivato a Milano a 20 anni con le note di un bad boy e tornato da uomo. C’è la voglia di dimostrare di valere quel ritorno. 

Ecco che forse per comprendere la notte dell’attaccante austriaco e dell’Inter è giusto rispettare quelle parole sotto il suo post. Questa notte è giusto raccontarla, più che descriverla. Raccontarla con le immagini. Marko Arnautović l’(anti)eroe di San Siro. 

 

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Un urlo

Per capire Marko Arnautovic e l’Inter serve “solo” osservare. Osservare tre immagini. La sua esultanza, l’abbraccio della squadra e di San Siro e un suo bacio
La prima: l’urlo liberatorio. Un urlo che contiene fatica e frustrazione. Sentimenti che si leggono nelle sue dichiarazioni e nell’espressione del suo viso al termine della partita: “Non sto attraversando un momento facile e pensavo che per me sarebbe finita male pure stavolta. È uno dei gol più importanti della mia carriera e ringrazio la gente che mi ha sostenuto”. Un urlo che contiene un senso di liberazione e di rivincita per i gol mancati, contro l’Atletico e nelle partite precedenti. Momenti che diventano sliding doors. Da potenziale imputato a eroe nella notte fin qui più importante dell’anno. Pochi secondi. La palla che entra in porta, il boato del tuo popolo, l’abbraccio della tua squadra

 

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Un bacio

Già, l’abbraccio. Perché ciò che non è mai mancato in questo periodo di difficoltà è stato il sostegno. Il sostegno dei compagni e dei tifosi nerazzurri. Lo si vede dagli abbracci, dalla voglia di sostenersi. Lo si vede dal noi anteposto all’io. “Siamo un gruppo fantastico”. Infine, la terza immagine. Dopo l’urlo e dopo l’abbraccio. Marko torna da solo per un attimo. Il tempo si ferma. Lui si inginocchia e bacia il terreno. Quel terreno su cui pochi minuti prima si è sdraiato dopo la rete sbagliata. Ora quel prato ora ha un sapore diverso. Il senso di frustrazione sostituito dalla gratitudine. Gratitudine per la vicinanza dei compagni, per l’affetto della gente. E la gratitudine a sé stesso per averci creduto. Un bacio d’amore.

 

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A riveder le stelle

Quello tra l’Inter e Marko Arnautović è un amore maturo. Un amore che ha vissuto le sue varie e fisiologiche fasi. L’infatuazione iniziale, l’esaltazione e l’allontanamento, il ritrovarsi quando nessuno dei due, forse, l’avrebbe più immaginato. L’arrivo nel 2009 dal Twente. I tratti di un talento segnati anche da una maturità ancora da raggiungere. È una stagione storica per i nerazzurri. È la stagione del Triplete. Un rapporto complesso con Mou, i ritardi e l’orologio regalato dal portoghese. “Non ero pronto per l’Inter”. Tempo, serviva tempo. Poi le esperienze con il Werder Brema, lo Stoke City, il West Ham e lo Shanghai SIPG. 

Nel 2021 il ritorno in Italia. A Bologna trova Sinisa Mihajlovic. Un incontro che lo segna. Un allenatore diventato “un amico, un fratello e un padre”. A Bologna l’austriaco è leader e riferimento. Una crescita vista e apprezzata anche da chi l’aveva conosciuto quando ancora era un ragazzo. Casa chiama Marko. Arnautović torna all’Inter. Quel giovane talento è diventato grande. Nel suo sguardo le tracce della sua sensibilità e di quel talento espresso solo a tratti. Marko ha segnato, l’Inter ha vinto l’andata di Champions League. Una maglia nerazzura per tornare a riveder le stelle. Un bacio al prato di San Siro. Un urlo che sa di amore.