Armando Anastasio si racconta tra gli idoli e l’Albinoleffe. Poi promette: “Se il Napoli vince la Champions, festeggiare è il minimo”
Il terzino classe ’96 Armando Anastasio, in prestito dal Napoli all’Albinoleffe, ha conosciuto l’amore per il calcio sin da piccolo, quando papà Paolo, ex allenatore di diverse squadre campane, ha deciso di mettergli un paio di scarpini e portarlo su un campetto. Da quel momento non ha più lasciato il pallone. E’ giovane Armando, ma nei suoi 21 anni non ancora compiuti ha già un aneddoto che si porterà per sempre e che condivide con noi di gianlucadimarzio.com : “Quando fui scelto per passare dalla mia scuola calcio al Napoli svolsi un allenamento in prima squadra. Su quel campo c’erano calciatori come Higuain e Albiol. E’ una cosa che non scorderò mai perché mi fece impressione vederli così da vicino”.
E’ facile immaginare quanto abbia ringraziato papà Paolo in quel momento, per avergli messo gli scarpini in così tenera età. E’ il suo punto di riferimento, la persona che chiama alla fine della partita o dopo un gol (“Io non sono uno che segna tanto ma quando succede chiamo sempre papà, anche se lui non fa mai complimenti, critica sempre e non mi dice mai che è felice”). In fondo il papà era allenatore, non ci sorprende che faccia la pagella ad Armando.
Anche lui ogni tanto si veste del ruolo di allenatore, davanti a uno schermo però: “Nel tempo libero gioco alla Play, e siccome vivo con un mio compagno di squadra è molto più divertente. Io prendo sempre il Napoli, lui la Juventus. E qualche volta litighiamo pure”. Sugli esempi calcistici da seguire, sugli idoli e circa i modelli da cui prendere spunto ha le idee chiarissime: “Osservo Alex Sandro e Kolarov, mi scambierei la maglia con Messi e l’allenatore numero uno è senza dubbio Conte, anche se Sarri sta facendo molto bene”.
Da professionista navigato non vuole parlare delle voci di mercato e dei club che lo seguono. Ma quando gli chiediamo come si vede tra cinque anni, con decisa consapevolezza risponde: “Ogni anno è una sfida con me stesso per raggiungere traguardi diversi. Devo lavorare con impegno perché solo il campo dirà qualcosa. Ora gioco all’Albinoleffe e penso solo a fare bene qui. La speranza per il futuro è quella di vedermi nel calcio che conta”. Chissà, magari titolare nel Napoli per cui farebbe follie.