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Ardoino, ad di Tether: “La Juventus deve ritrovare sé stessa”

Paolo Ardoino
Paolo Ardoino, azionista di minoranza della Juventus

Paolo Ardoino, azionista di minoranza della Juventus, ha parlato delle strategie per far ritornare grande la squadra bianconera.

La Juventus sta vivendo un momento molto complicato, con 7 gol subiti e nessuno segnato nelle ultime due partite, che ha fatto traballare la posizione della squadra bianconera.

Lo 0-4 casalingo con l’Atalanta ha eliminato definitivamente la squadra di Thiago Motta dalla corsa scudetto, mettendo in bilico il piazzamento in Champions League dopo il 3-0 subito dalla Fiorentina.

C’è chi, però, è fiducioso sul futuro: Paolo Ardoino, amministratore delegato di Tether e azionista di minoranza della Juventus, ha parlato ai microfoni di Tuttosport del futuro dei bianconeri.

Di seguito un estratto delle sue dichiarazioni.

Ardoino: “Siamo tifosi della Juventus, io lo sono fin da piccolo”

Innanzitutto, Paolo Ardoino si è presentato: “Sono nato in un piccolo paese tra Alassio e Albenga e sin da bambino ho avuto una grande passione per i computer, iniziando a programmare a 8 anni. Amo la matematica e la fisica, ma sono anche sempre stato sportivo: ho giocato a calcio come centravanti e praticato diversi sport, dal karate al nuoto. Tifo Juventus da quando ero piccolo, influenzato da mio padre. Dopo un percorso nella tecnologia, sono passato alla finanza tecnologica e ho co-fondato aziende importanti, tra cui Tether. Credo in valori come libertà e opportunità, soprattutto per chi ha meno risorse. La nostra azienda opera nei mercati emergenti, portando soluzioni di inclusione finanziaria. Investiamo gli utili in progetti utili alla comunità, senza cercare sponsorizzazioni o capitali esterni”.

Sul progetto: Secondo me, la Juventus e le squadre italiane hanno un potenziale enorme, ma non viene sfruttato a dovere. La Juve, in particolare, ha un numero incredibile di tifosi, ma manca un vero contatto con loro. Bisognerebbe trovare un modo intelligente per coinvolgerli, non assecondando chi si limita a criticare davanti alla TV, ma creando una connessione reale che li renda parte attiva della crescita del club”.

Paolo Ardoino, azionista di minoranza della Juventus

Sul modo in cui risollevare la squadra: “La società deve ristrutturarsi perché, dal mio punto di vista, ha perso la rotta. Sembra che l’allenatore non abbia più il supporto della squadra e che i tifosi abbiano perso fiducia in lui. La Juve deve ritrovare sé stessa. Non sto dicendo che l’allenatore debba andarsene, non voglio fare critiche facili, perché so quanto sia complicato gestire certe situazioni. È chiaro, però, che c’è un problema di organizzazione, supporto e fiducia che va risolto. Ci sono tanti modi per farlo, ma il cambiamento deve partire dalla dirigenza. Questo non significa vendere il brand Juventus a nuovi arrivati che pensano solo a fare soldi e poi spariscono, danneggiando la fanbase”.

Sulla Juventus che lo ha più emozionato: Direi quella di Del Piero, Cannavaro, la squadra di Capello. Anche se avevo già 18 anni, è probabilmente la Juve che mi ha fatto sognare di più. Forse perché in quel periodo cercavo di costruire qualcosa di mio e vedevo in loro un esempio di squadra unita, perfetta nei rapporti di spogliatoio”.

Il giocatore preferito degli ultimi anni? Paulo Dybala: Non tanto come quando ero più giovane, ma direi Dybala. Ronaldo, invece, non mi ha mai entusiasmato, anche se ha segnato il gol di testa più bello della storia del calcio”.