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“Ancora un anno. Poi smetto. Forse…”. Franca, il “bomber di Cristo”: 216 gol in sei anni

“No, in realtà siamo arrivati a 216!!”. Già, ha superato la famosa quota 200 Carlos Franca, il super bomber del Potenza. Contando anche play-off e coppe, sono 216 gol in 6 anni, il più prolifico goleador dalla serie A alla serie D: 166 se si contasse solo la stagione regolare. Quest’anno sono già 16 marcature in 14 partite, capocannoniere di tutti i 9 gironi del Campionato Nazionale Dilettanti insieme a Ferrario della Pergolettese. Ce n’è per tutti i gusti: rovesciata, sforbiciata, bicicletta, tuffo di testa. La sua bellissima storia l’abbiamo già raccontata, una volta sconfitto il cancro Carlos ha deciso di diventare un bomber illegale: da terzino a centravanti, mai scelta fu più azzeccata… Meriterebbe la serie A per la sua tenacia, la voglia di non arrendersi, oltre a una bravura e una capacità realizzativa che pochi altri possono vantare. Invece Franca (37) ha scelto ancora una volta la serie D, il progetto del Potenza del presidente Salvatore Caiata.

Dai Clay, raccontaci qualche trucco… “Continuo a credere che il segreto sia la giusta l’alimentazione” – racconta Franca ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – “Per chi ha la mia stessa età è fondamentale. Lo è per tutti, ma in particolari per noi “vecchietti”. Tutto quello che mangiamo porta a delle conseguenze e io sono attentissimo alla mia dieta. Tre-quattro volte alla settimana mangio le uova con il bacon, contengono tante proteine. Poi faccio spuntini con frutta secca, cereali e yougurt magro. A pranzo mangio pasta integrale e bresaola o qualche altro piatto proteico. A fine allenamento frutta e poi cerco sempre di completare con qualche proteina. A cena mi concedo finalmente un piatto brasialiano: riso con patate e carne. Cucina mia moglie, è bravissima! Carne 4-5 volte a settimana, di tutti i tipi”. Strappi alla regola? “Ultimamente lo sto facendo poco. Comunque per i dolci ogni tanto faccio qualche pazzia (ride). Il cioccolato, invece, lo mangio solo extra fondente”.

Passiamo al campo… Dopo tanti anni di serie D ti eri conquistato il professionismo con la Triestina: come mai la scelta di andare via? “Come è sempre successo nella mia vita ogni scelta è guidata dal Signore. Avevo già firmato un contratto importante con la Triestina e c’era tutta l’intenzione di rimanere in una città dove io e la mia famiglia ci trovavamo benissimo. Dopo il ritiro precampionato abbiamo iniziato a cambiare idea. E’ stata una decisione molto difficile perché a Trieste stavo veramente bene. La prima volta che mi sono sentito con il presidente Caiata avevo detto di no. Dopo aver chiuso il telefono sentivo dentro che c’era qualcosa di positivo, che a Potenza si poteva fare qualcosa di grande. Dopo averci riflettuto un po’ la trattativa è andata avanti e si è chiusa l’ultimo giorno di mercato e adesso sono felicissimo di essere qui. A Potenza c’è un entusiasmo e una fame di calcio che non avevo mai visto da nessun altra parte. Sono stato accolto in maniera eccezionale da staff e compagni di squadra, oltre che dai tifosi. Tutti hanno fatto in modo che io potessi sentirmi a mio agio, per rendere e dare il mio contributo”.

Però la serie C te la eri strameritata… “In tanti me lo chiedono, ‘come mai sei tornato in D?’. Ti dirò la verità, anche adesso ho ricevuto un’offerta piuttosto importante per andare in serie C, ma non me la sento. Come potrei farcela a lasciare Potenza adesso?. La testa mi dice di continuare a giocare il più a lungo possibile. Sto iniziando a prepararmi mentalmente al giorno in cui dovrò dire basta, perché dovrà arrivare quel momento. Sicuramente farò anche l’anno prossimo, poi si vedrà. Il corpo regge bene e vedo che non ho perso lo spunto. Fino a quando riuscirò a reggere il passo dei più giovani continuerò. Magari potrò giocare la C con il Potenza…”.

Il gol all’Audace Cerignola è il più bello della tua carriera? “La rovesciata è una giocata spettacolare che ho provato anche in altre società e che mi riesce spesso in allenamento. Adesso becco la porta un po’ di meno, ma quella segnata a ottobre devo ammettere che è venuta fuori bellissima. Però la mia giocata preferita è prendere palla tra le linee e fare lo scambio uno-due con l’altro attaccante e tirare dal limite dell’area. Un’altra giocata che apprezzo molto è quella aerea, il colpo di testa: a Trieste ho fatto 11 gol in questo modo. Quest’anno siamo a 4”. Chi riesce a farti impazzire per le sue giocate? “Attualmente non c’è un giocatore che mi faccia incollare allo schermo per vedere solo lui. Da piccolo lo facevo con Josè Ferreira Neto perché giocava con i “grandi” del Corinthians e io nelle giovanili, avevo la possibilità di vederlo da vicino. Crescendo è diventato Ronaldo, il fenomeno: lui sì mi faceva rimanere in piedi per ore davanti alla tv. Adesso apprezzo di più le squadre, mi piace molto come gioca il Napoli, o vedere partite di Liga e Premier”.

Altri segreti da rivelarci? “Anche se non sono scaramantico, ho un’abitudine. Subito dopo aver mangiato mi piace fare un riposino e lo stesso avviene prima delle partite. E’ una cosa che faccio da sempre e continua a portare bene”. E della visita al carcere che ci racconti? “E’ stata la mia prima esperienza. Ho provato sensazioni forti, soprattutto nel vedere tanti bambini a contatto con i loro papà detenuti. Io ho due figli e so cosa significa vivere lontano da loro. Immaginate per un figlio quanto possa essere traumatico”. Italia per sempre? “Per il momento l’intenzione mia e di mia moglie è quella di rimanere in Italia. Difficile dire se sarà per sempre, sicuramente non ce ne andremo subito. Tre-quattro anni fa eravamo dell’idea di andare via appena smesso di giocare, oggi abbiamo cambiato parere. Rimarremo qui, in attesa di capire cosa si potrebbe fare una volta appese le scarpette al chiodo”. E intanto Potenza gode, grazie ai gol di Franca, il “bomber di Cristo”.

(Foto Tony Vece https://twitter.com/TonyVece)