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Ancelotti: “Da piccolo ero interista e una volta mi chiamò Moratti…”

Dalla possibile panchina dell’Inter al momento attuale del Milan. E poi ancora De Rossi, la Roma, la Premier, l’Everton. Carlo Ancelotti ha toccato tanti argomenti nell’intervista rilasciata a Radio Deejay.


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“Non avevo ancora iniziato ad allenare ma Moratti mi invitò nel suo ufficio, ero l’assistente di Sacchi e Moratti mi chiamò prima di Reggio. Poi chiamarono Hodgson. Moratti fu molto gentile con me. Solo quella volta mi ha chiamato l’Inter. Ho allenato il Milan, giocato nel Milan, ma fa fatica anche per rispetto del tuo passato ad andare ad allenare l’Inter. Ma ero interista da piccolo. Sono rimasto interista fino a 13-14 anni, il mio idolo era Mazzola. Poi sono andato a Roma e sono diventato romanista. La mia storia da tifoso è varia. Ma ci sono squadre a cui sono rimasto legato come Roma e Milan”.

“Il Milan sta facendo bene perché è consapevole della forza che ha ed è legato a questa consapevolezza. Sanno che questo è l’anno in cui può fare qualcosa di importante. Tomori è bravo, lo abbiamo seguito anche noi. Mandzukic è una garanzia. Significa che credono nello scudetto? Hanno dimostrato che può essere l’anno buono, non sono partiti con l’obiettivo scudetto ma sono là e fanno sempre risultato. Poi c’è Ibra che fa la differenza”.

“Ho letto il caos della Roma delle sostituzioni. Non dovrebbe succedere, lì lo sanno tutti quali sono le regole, è una cosa di più persone. Hanno sbagliato per lo slot. De Rossi? Se uno ha voglia di allenare più alto comincia e meglio è. La differenza non la fa l’esperienza ma la conoscenza. Daniele il calcio lo conosce. Un po’ come Pirlo. Non si dice no ad un’offerta come quella della Juve. Ma sei matto?”.


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“Il calcio è cambiato con la pandemia, non puoi esultare anche perché c’è sempre il check per ogni gol fatto o subito. Quando fai gol sai che c’è e devi aspettare che il quarto uomo dico ‘completed’ ed è un ritardo di 30-40 secondi e non ne vale più la pena. Nel campionato inglese non ci si annoia e anche giocare contro le piccole è difficile. Ora guardo le partite come tutti a casa visto che non si può andare da nessuna parte. E sono tutte delle partite”.


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“La classifica dell’Everton? Buona, proprio perché c’è moltissima incertezza, ci sono tante squadre nelle prime posizioni. Si tratta di una Premier League di alto livello. Migliorata la fase difensiva? Proprio per quello è migliorata. Catenaccio non è mica una brutta parola”.