Ambrosini: “Montella ha ridato un’identità al Milan. I cinesi? Che siano all’altezza della storia del club”
Una sfida ricca di emozioni, per Massimo Ambrosini, una gara con vista sull’Europa per Milan e Fiorentina, che domenica a San Siro si giocano una buona fetta delle proprie ambizioni in campionato. Vietato sbagliare, questo è certo. E chi, meglio di “Ambro”, può raccontare le sensazioni di una partita sempre affascinante. Intervistato da Tuttosport, l’ex centrocampista ha detto: “Non sarà una partita decisiva, mancheranno ancora 13 giornate. Però penso che possa essere per il Milan una gara che indirizzerà il proseguo del campionato. Le posizioni rispecchiano i valori delle due squadre. Le prime quattro sono più avanti in tutto, l’Atalanta è la rivelazione del campionato, mentre Lazio, Milan e Fiorentina si equivalgono. Anzi, secondo me la Lazio è stata snobbata troppo, ha potenzialità forse migliori delle due rivali“.
Ambrosini vede il Milan leggermente favorito e ne spiega i motivi: “Il Milan poteva perdere le ultime due trasferte, invece ha raccolto 4 punti interpretando bene due partite insidiose. Credo che il Milan sia psicologicamente carico e secondo me è difficile chiedere di più a questa squadra. Nell’ultima partita mancavano otto giocatori e in campo c’era chi aveva fatto tre allenamenti insieme. L’Europa League per la Viola può pesare tanto. In una settimana i viola si giocano la qualificazione al turno successivo di Europa League e in mezzo affrontano il Milan in trasferta: è dura“.
Una squadra, quella di Paulo Sousa, che in questa stagione ha spesso cambiato formazione titolare: “Io sono dell’idea che il turnover è funzionale a una squadra quando le gerarchie interne sono chiare. Forse Paulo Sousa ha abusato delle rotazioni nei mesi scorsi e la Fiorentina ha pagato dazio in campionato, ma lo ho fatto, penso, per arrivare a questo punto della stagione con delle certezze. Chiesa? E’ stato funzionale non solo per gli aspetti tattici e tecnici, ma perché la Fiorentina viveva un periodo di scarso entusiasmo, mancava una scossa e lui l’ha portata. Paragoni con il padre? Enrico era un attaccante molto atipico, gracile, poco fisico, ma molto efficiente. Federico è più strutturato e portato alla quantità, ma ha talento“.
Due nomi decisivi per la sfida? Ambrosini non ha dubbi: “Per la Fiorentina dico Kalinic: mi piace molto ed è un tipo di giocatore che, per caratteristiche, mi avrebbe aiutato molto quando giocavo. Servirebbe a molti. Ha due qualità importanti: riesce a far giocare meglio gli altri compagni e ha un atteggiamento trascinante. Per il Milan scelgo Deulofeu, ma spero di rivederlo largo sulla fascia“.
Nonostante la flessione dell’ultimo periodo, la stagione del Milan rimane fin qui comunque positiva. Soprattutto per merito di Vincenzo Montella: “Ha ridato autostima a un gruppo che veniva da momenti difficili, è riuscito a dare un’identità. Di lui a Firenze mi colpì la voglia di andare a imporre le proprie idee ovunque, di giocare senza farsi intimorire dall’avversario. E’ giusto che insista col suo progetto. Fermo restando che i margini di crescita della squadra dipenderanno da quello che saprà fare la nuova proprietà perché è impensabile che questa rosa possa lottare per la Champions. Inoltre, non va dimenticato, viene da due sessioni di mercato in cui non ha ricevuto nulla di quello che avrebbe voluto”.
Montella è riuscito anche a lanciare giovani come Locatelli, che si stanno prendendo sempre più il centro della scena. Un lavoro lodevole, con qualche incognita legata alla futura proprietà del Milan: “Locatelli ha avuto la fortuna di giocare alla grande le sue prime due partite, ma poi ha dovuto accelerare il suo processo di crescita e questo non è stato positivo. Non è facile ritrovarsi a 18 anni titolare nel Milan ed è illogico chiedergli di prendere le redini del gioco con prestazioni continue di alto livello. E’ giusto che migliori, ma se dovesse sedersi in panchina per due gare, non morirebbe nessuno. Anzi, ci siamo passati tutti da qualche panchina. I cinesi punteranno su Montella? E’ giusto che sia così, ma credo che ci voglia un progetto a medio-lungo termine e dunque mi aspetto che la nuova proprietà si sieda a un tavolo con Vincenzo per affrontare le strategie e soprattutto parli con lui del prolungamento di contratto”.
La chiusura non può che essere dedicata a Berlusconi, che potrebbe essere alla sua ultima partita a San Siro da presidente e proprietario del Milan: “E’ una sensazione molto strana, anche se abbiamo avuto un discreto tempo per abituarci. Però penso soprattutto a Galliani, non riesco a immaginare cosa gli passerà nella testa durante la partita. Spero che le persone scelte siano all’altezza della storia del club”.