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Alla scoperta di Kessie, tra sorrisi, scherzi e hobby: “Gattuso un campione, ma tecnicamente sono più forte. Milan speciale per tifosi e progetto”

28 milioni complessivi, pagabili in più rate e con la formula del prestito oneroso con obbligo di riscatto, per strapparlo all’Atalanta e alla concorrenza di diversi club, tra Premier e soprattutto Roma, per un ruolo da mezz’ala titolare nel Milan ormai sempre più suo. Franck Kessie è uno dei tanti elementi insostituibili in casa rossonera, dotato di caratteristiche non riscontrabili in altri elementi a disposizione di Gattuso (nonché precedentemente di Montella): il centrocampista ivoriano, intervistato dal mensile “Forza Milan!”, ha voluto raccontarsi a 360°, rivelando tante curiosità su se stesso per un personaggio mai troppo scoperto nel dettaglio in questi anni dal suo arrivo in Italia.

“Se mi sento stanco? Sì, un po’ di stanchezza c’è, ma non conta la stanchezza per me. Io devo crescere ancora e alzare l’asticella – ammette Kessie nelle riprese effettuate da Milan TV – Il momento più difficile in una gara per uno che gioca tanto come me è l’inizio, però dopo 20 minuti sono a posto: l’emozione mi sale dopo il riscaldamento, quando faccio gli scalini per scendere in campo. Milano? Mi piace, è una bella città. Faccio avanti e indietro da Milano a Milanello. Qualche volta sono stato in Duomo. Poi sto a casa a riposare ed ascoltare musica, perchè devo recuperare bene: gioco alla Playstation, dove mi metto capitano. Batto punizioni, rigori, faccio tutto io. Oppure esco con gli amici a giocare a bowling. Vinco sempre io”.

Tanti sorrisi in un gruppo dalla grande serietà, con una consapevolezza su tutte. E le origini sulla volontà di fare il calciatore: “Scherzo, soprattutto con Kalinic e Zapata, e rido, perchè son tutti seri i miei compagni. Stiamo andando a giocare a calcio, non a fare la guerra. La prima partita vista allo stadio? Costa D’Avorio contro Guinea: è stata una bella partita con tutto lo stadio pieno. Quando ho preso il volo per arrivare in Italia e sono arrivato a Bergamo, sono andato a vedere Atalanta-Cagliari allo stadio. E lì mi son detto che avrei dovuto fare per forza questo mestiere. Sono passato dai 27 gradi ai -2/-3, perchè sono arrivato in inverno. Volevo subito tornare indietro (scherza)…in vacanza mi piace tornare nel mio paese, dove ho amici e parenti”.

Tra tante curiosità, anche qualche ringraziamento speciale in chiusura: “Al mio procuratore George Atangana, che mi ha portato dalla Costa D’Avorio a Bergamo, dove ho firmato con il direttore sportivo, Sartori. Poi sono andato a Cesena in prestito e devo ringraziare Rino Foschi e Massimo Drago, che mi ha fatto giocare tanto. Io sono arrivato lì come difensore centrale e l’allenatore mi ha messo subito a centrocampo, dove mi diverto di più perchè sono più vicino alla porta per far gol. Idoli? Mi piaceva tanto Essien: Gattuso è stato un grande campione, ma tecnicamente penso di essere più forte io (ride). E il Milan è speciale per tifosi e progetto: mi è piaciuto”.