Alla scoperta di Ivan Santini, il gigante croato in orbita Crotone
Un destino in comune con tutti i giramondo del pallone emigrati dalla propria patria per realizzare un sogno, quello di Ivan Santini. Anzi, Santini’ pronunciato alla francese. Sì, perché il ragazzo, dopo essersene andato dalla Croazia a 16 anni ed aver peregrinato per mezza Europa, tra Germania e Austria, è diventato grande proprio vicino alla Francia, in Belgio. Non fu affatto semplice dire addio alla propria città, Zara – a sua detta –, soprattutto quando appena diciottenne perse il padre: “La sera prima stavamo parlando su Skype, il giorno dopo ho ricevuto la notizia della sua morte: è stato il momento più traumatico della mia vita”, ha rivelato.
Ma Ivan, anche nei momenti più bui, non ha mai mollato anzi, ha sempre guardato avanti riponendo il proprio destino nella fede in Dio. Lui, religiosissimo, ha sempre affermato di essere un ‘Giocattolo nelle mani di Dio’ e che ogni gol segnato in carriera fosse proprio opera di quest’ultimo. E anche quando sembrava essersi perso in Germania con la maglia dell’Ingolstadt quel ragazzone alto 1 metro e 89 di professione attaccante non ha mai smesso di credere in se stesso: “Non ho dubbi, conosco le mie qualità: i gol arriveranno”, e così fu. Quando il Kortrijk, Serie B belga, decise di puntare fortemente su di lui e rilanciarlo, Ivan non ebbe dubbi: biglietto di sola andata per il Belgio ripagato con 46 gol in 76 partite. Implacabile e decisivo, Santini’. Sempre umile e coi piedi per terra poi, ma estremamente ambizioso: “Cosa potrei chiedere di più dalla vita? Faccio il mestiere più bello del mondo, sperando magari un domani di giocare in un grande club”.
Su di lui piombarono diverse squadre, destò l’interesse anche di Samp e Lazio, ma alla fine decise di accettare l’offerta dello Standard Liegi, squadra che già nel 2009 lo visionò ma non lo prese in considerazione. A Liegi si presentò dicendo: “Voglio diventare campione e giocare per la Croazia”, tuttavia, finora, non ha rispettato le attese, seppur diventando eroe per una notte grazie alla rete messa a segno nella finale di Coppa belga lo scorso marzo contro il Brugge per il definitivo 2-1. In quell’occasione, tra primo e secondo tempo, decise di vestire sotto la maglia da gioco una t-shirt acquistata a Medjugorje poiché – ha affermato nel post partita – sentiva che l’avrebbe aiutato a segnare, e così fu. Ora il Crotone sta trattando il ragazzo con lo Standard Liegi, sperando che la Calabria possa conferirgli nuova linfa vitale proprio come accadde per il Kortrijk, magari facendo sì che quel giramondo del pallone possa realizzare il proprio sogno di vestire la maglia croata proprio segnando e convincendo anche in Serie A.
Alberto Trovamala