Alex-Bacca-Niang, al Milan il derby del…destino: Inter K.O., il racconto da San Siro
Se dovessimo trovare le parole giuste per descrivere il derby visto oggi, finiremmo inevitabilmente per parlare di una partita letteralmente guidata dal destino. Già, perché questo Milan-Inter, sin dalle coreografie iniziali, ha lasciato una traccia di passato (recente e non) sul finale con il quale la squadra di Mihajlovic è riuscita ad avere la meglio sui nerazzurri.
Partiamo dal vantaggio siglato Alex: nulla vogliamo togliere allo storico gol con il quale Hateley punì Collovati e l’Inter nel lontano 28 ottobre del 1984. Ma lo stacco del difensore brasiliano, bravo a sovrastare (come recitato nella coreografia rossonera, raffigurante proprio l’attimo del gol siglato dall’inglese) Santon nell’occasione, può ricordare in minima parte una rete ormai rimasta nei cuori di tanti tifosi rossoneri. Un gol importante per sbloccare il risultato e dare ulteriore fiducia ad una squadra che, in questa stagione, mai era riuscita a dare un pizzico di continuità alle proprie prestazioni.
Punto numero due: Mauro Icardi e la maledizione derby. Continua il digiuno del capitano dell’Inter nella stracittadina, con un rigore fallito che avrebbe potuto dare un deciso cambio d’inerzia al match finito poi totalmente in mano ai rossoneri. Clamorosa l’occasione fallita anche da Eder in avvio, per un gol che avrebbe potuto sì far diventare l’ex Samp, alla prima in nerazzurro, l’uomo del destino.
Punto terzo: Carlos Bacca ed un implacabilità sotto porta sempre più evidente. Un tiro in porta ed un gol: destino misto ad abilità per chiudere la partita, pilotato da quella rapacità d’area che ne ha fatto ormai uno dei più forti attaccanti d’Europa.
Il quarto ed ultimo punto, invece, ha a che fare con M’Baye Niang: vicino ad un possibile passaggio al Leicester solo pochissime ore fa, il francese ha sigillato il derby con il tap-in del 3-0. Poteva non giocare il suo primo derby da titolare nella stracittadina, e invece ecco il sesto sigillo stagionale (record personale in carriera) e la parola fine su un derby di Milano che, per una sera, ha avuto un solo padrone. Un Milan bello, che qualcosa ha inevitabilmente rischiato ma che trova, forse, la partita della definitiva svolta. Per un’Europa che forse, affrontata così, non è più così lontana.