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Gear7, fuoco dentro e umiltà. Gelsi: “Papà non era felice ma ha cambiato idea. Possiamo vincere”

Alessandro Gelsi, capitano dei Gear7 in Kings League Lottomatica.sport (Crediti: ufficio stampa KL)
Alessandro Gelsi, capitano dei Gear7 in Kings League Lottomatica.sport (Crediti: ufficio stampa KL)

Alla scoperta di Alessandro Gelsi, uno tra i più interessanti prospetti della Kings League e capitano dei Gear7

La sicurezza di chi sa di aver preso la decisione giusta. La consapevolezza di chi ha dovuto affrontare dubbi, critiche e un’eredità pesante. Cresciuto tra palloni, spogliatoi e racconti di un calcio che oggi non esiste più. Alessandro Gelsi porta sulle spalle un cognome importante: quello di papà Michele, ex giocatore con più di 350 presenze tra Serie A e B tra il 1980 e il 2000, capace di annullare Maradona per un giorno.

Lasciare il calcio a 11 per la Kings League? Una follia per molti. Ma proprio Alessandro Gelsi l’ha fatto con convinzione: “Voglio concentrarmi su questo progetto, secondo me continuerà a crescere e diventerà ancora più grande di quanto già è. Nell’ultimo anno non sentivo più quel fuoco dentro, non avevo più lo stimolo di voler spaccare tutto. In Kings, invece, ho ritrovato tutto questo”.

Classe 1997, abile a ricoprire diversi ruoli, oggi è uno dei giocatori più forti e seguiti della competizione ideata da Piqué, da poco arrivata in Italia. Punto di riferimento per i suoi compagni e per un movimento che sta cambiando il panorama calcistico. Ironia della sorte, anche papà Michele ha finito per appassionarsi: Non era convinto della mia scelta, ma quando ha scoperto cos’è davvero la Kings League ha capito quante soddisfazioni può darmi“.

Insomma, Alessandro Gelsi è intervenuto ai microfoni di gianlucadimarzio.com per raccontarci la sua storia e la “sua” Kings League. Tra social media e scelte coraggiose, un racconto di calcio e di famiglia. Capello lungo tirato indietro e tanta aura, come si dice oggi sul web: “Il livello della Kings League è molto alto, l’obiettivo è il Mondiale per Club, ma con i Gear7 abbiamo le possibilità per vincere lo split“.

“Scelta dettata da emozioni e sensazioni, non avevo più il fuoco dentro”

Ho giocato altre competizioni ‘social’ negli anni passati come la Goa7 e la YouTuber League, ma sono create più per il divertimento. In Kings League, invece, le cose vengono fatte sul serio“. Alessandro Gelsi, tuttocampista e capitano dei Gear7 dello streamer Manuuxo, ha le idee chiare.

In squadra vantiamo l’esperienza di Pol Font (allenatore, ndr) e Fran Hernández (calciatore, ndr), che hanno già partecipato alle competizioni di Kings League Spagna e Kings League Americas – continua il classe 1997 -. Ci stanno facendo crescere con loro, ma non è semplice metabolizzare il loro calcio partendo da zero. Noi ci siamo mettendo tutto noi stessi per migliorare insieme“.

Alessandro Gelsi, capitano dei Gear7 in Kings League Lottomatica.sport (Crediti: ufficio stampa KL)
Alessandro Gelsi, capitano dei Gear7 in Kings League Lottomatica.sport (Crediti: ufficio stampa KL)

Con papà Michele ex calciatore di Pescara, Fiorentina e Livorno tra le altre, Alessandro sta in qualche modo portando avanti la tradizione del calciatore in famiglia. “Ho lasciato il calcio a 11 per dedicarmi alla Kings League, voglio concentrarmi su questo progetto. Ma è stata anche una scelta dettata da emozioni e sensazioni. Da quando ho lasciato Livorno non sentivo più il fuoco dentro e lo stimolo di voler spaccare tutto“.

Papà non era felicissimo che io lasciassi il calcio a 11 – ci ha svelato Gelsi -, non era convinto della mia scelta. Ma dopo aver scoperto il progetto Kings League ha iniziato ad appassionarsi e ha capito l’importanza del progetto e quante soddisfazioni può darmi sotto questo punto di vista“.

Michele Gelsi: “Era un mondo che non conoscevo, ma può diventare un’alternativa valida”

E proprio Michele Gelsi ha confermato questa versione ai nostri microfoni insieme ad Alessandro. “Non ero molto propenso ad appoggiarlo in questo suo cambiamento – ha dichiarato l’ex compagno di Chiellini e Allegri tra gli altri -. Al di là del fatto che un genitore alla fine appoggia sempre le scelte del figlio. Era un mondo che io non conoscevo“.

Adesso, invece, tutto è cambiato e l’ex Pescara non si perde una partita di Kings League. “Davanti a sé Ale ha un mondo nuovo, in cui può togliersi soddisfazioni. Per quello che vedo io questa può diventare un’alternativa più che valida al calcio a 11“. Un genitore che, in quanto ex professionista, può sicuramente dare un proprio consiglio: “Lui ha una visibilità importante in questo momento, è importante che rimanga umile“.

Alessandro Gelsi, capitano dei Gear7 in Kings League Lottomatica.sport (Crediti: ufficio stampa KL)
Alessandro Gelsi, capitano dei Gear7 in Kings League Lottomatica.sport (Crediti: ufficio stampa KL)

Alessandro Gelsi alla conquista della Kings League Italia

Tra i migliori dell’Italia nel Mondiale di inizio 2025. Tripletta all’esordio con i suoi Gear7 e pioggia di apprezzamenti. Alessandro Gelsi è già uno dei volti della Kings League Lottomatica.sport. “Quando ho stimoli mi riesce tutto meglio, nel calcio e nella vita. Non scendo in campo per mettermi in mostra ma per giocare bene“. Tutto quello che viene, dunque, è un conseguenza delle prestazioni messe in campo. “Penso che la gente stia notando che ho qualcosa di buono anche a livello calcistico“, rivela il classe 1997.

C’è sempre da migliorare – aggiunge Alessandro Gelsi avvicinandosi alla conclusione -. Vale per me e per tutti quanti, a maggior ragione con le nuove regole che sono state aggiunte e che al Mondiale non c’erano. In generale anche per il bene della competizione: più si alza il livello meglio è per tutti“.

Il calcio cambia, la passione resta. Perciò non importa che sia in un vecchio stadio di Serie D o davanti a milioni di spettatori connessi live da tutto il mondo. Quello che conta è sentire quel fuoco dentro, quella voglia di fare la differenza ogni volta che si scende in campo. Esattamente ciò che Alessandro Gelsi sta provando a fare, prendendosi i riflettori della Kings League. Sempre con umiltà, come insegna papà Michele.

A cura di Simone Bianchi