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Cosenza eSports, CaStRoGm23 e Lorenx990: “Il nostro è un piccolo miracolo”

Due eplayer del Cosenza. Due cittadini del mondo. Johnny Alessandro Castro Orè (CaStRoGm23) è nato a Lima in Perù ed è cresciuto a Roma. Lorenzo D'Oria (Lorenx990) nasce,invece, a Milano, si trasferisce a Sava in Puglia e, al momento, lavora in Germania. L'esempio del "testa bassa e pedalare" li ha guidati e ha portato entrambi al terzo posto in classifica nella regular season, a due soli punti dal Benevento capolista, e in finale alle Final Eight del torneo BeSports.

"Abbiamo sempre mantenuto il podio e compiuto qualcosa di incredibile, un piccolo miracolo – spiega Alessandro -. Non partivamo da favoriti ma ci siamo messi sotto e partita dopo partita preso fiducia". Della stessa idea Lorenzo. "Ad essere sincero non mi aspettavo questo risultato, sapevamo che c'erano squadre tecnicamente più forti. Ma piano piano abbiamo cominciato a crederci e ora vogliamo vincere".


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CaStRoGm23: umiltà e sicurezza 

Alessandro CaStRoGm23 Castro, 31 anni, è estremamente legato all'Italia e vuole  la maglia azzurra. "Sono qui da quando ho sette anni, ho vissuto la mia vita a Roma. Vestire quella maglia sarebbe un sogno. A me l'Italia ha dato tantissimo: amici, parenti e una bellissima ragazza. Se mai un giorno arrivasse la chiamata o, meglio ancora, se me la potessi guadagnare, sarebbe il massimo. Darei oltre me stesso per portare a casa un grande risultato come quello degli azzurri quest'anno".

La eSerie B diventa così una sorta di trampolino di lancio per un obbiettivo più alto. "Centrare la vittoria nella BeSports sarebbe un ottimo biglietto da visita". Alessandro è l'emblema del tutto e subito. In un anno è diventato pro-player, giocatore del Cosenza e ha partecipato a grandi eventi. "Inizialmente non ho mai preso sul serio il competitivo, ho deciso di provarci l'anno scorso. Ho partecipato all' Italia Pes Championship a Rimini e sono entrato nel team Qlash. Poi è arrivata la chiamata del Cosenza".


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Testa sulle spalle

Una cavalcata da sogno nella Serie B virtuale e la speranza di vincere il torneo. Ogni cosa diventa più facile con il compagno giusto.  "Speravo mi capitasse una persona capace e il desiderio è stato esaudito. Lorenzo è un grande, abbiamo fatto subito gruppo, ottenuto vittorie e ora siamo molto uniti. I risultati parlano per noi. Però dobbiamo ancora dimostrare tutto. Non abbiamo vinto ancora niente".

Testa alla finale, quindi, un passo alla volta verso la ripresa ad agosto del torneo, questa volta live. "Step by step. Ci sarà un po' di differenza tra fase online e fase offline, ma saremo pronti. Il più pericoloso? Carmine Liuzzi. Ha vinto l'Europeo e lo ha dimostrato con i fatti. Lo rispetto ma noi ripartiremo con la stessa mentalità di prima: testa sulle spalle, consapevolezza e la sicurezza in più che le Final Eight ci hanno dato".


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Lorenx990: talento e concentrazione

Classe 1990 é invece Lorenzio D'Oria: il ventinovenne che è diventato pro-player consigliato dagli amici. "Mi sentivo di provare, ho fatto dei tornei ufficiali e sono stato notato". Da quel momento un cammino vincente che lo ha portato ad indossare la maglia rossoblu con ottimi risultati. "Mi son detto "proviamo". Non eravamo sicuri di vincere, adesso invece ci crediamo fino in fondo".

Ora, però, tocca alla fase finale delle Final Eights con le altre due squadre più in forma del torneo. "Il Benevento è la più forte, ma i player del Pisa hanno qualcosa in più. Sono anche due grandi amici". E lo sono diventati nel tempo anche Lorenzo ed Alessandro che prima della convocazione del Cosenza si conoscevano soltanto attraverso i propri nickname. "Mi ha fatto da subito una grande impressione. Brava persona e ottimo player, ci scambiamo spesso consigli".


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Tenuta mentale

Il Cosenza sulla carta non era la favorita e soprattutto su Pes la sua rosa non è competitiva come le altre, ma il segreto per una squadra perfetta sta nella concentrazione e nella conoscenza del proprio team. "Prima delle partite segno della croce e cuffie. Voglio solo il suono della partita mentre gioco, come se quello in campo fossi io. Voglio sentire i tocchi del pallone e i movimenti. Il mio punto di riferimento, comunque, è Raul Asencio: non uno dei piu forti ma, sicuramente, dei più talentuosi. Può fare la differenza. Il simbolo della squadra, però, è Kanoutè: imprescindibile".


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Ovviamente, serve anche la tenuta mentale giusta per un rush finale di livello. "Gestire l'emozione con le squadre è fondamentale. Contro il Livorno eravamo quasi a fine partita e stavo perdendo. Sono riuscito a pareggiare e fare altri due gol negli ultimi dieci minuti in-game". In una manciata di secondi, insomma, se paragonati ai minuti normali. "Bisogna crederci fino alla fine e dare il 100%". Un finale di stagione (virtuale) che, quindi, si preannuncia senza esclusione di colpi.