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Albertosi: “Vi racconto la ‘partita del secolo’. Buffon o Neuer? Mi tengo stretto Gigi”

Italia-Germania? 4 a 3″. Risposta facile. E’ vero, la stessa sfida ci ha regalato un mondiale nel 1982 e, più recentemente, anche una finale, poi conclusa ancora con la Coppa del Mondo alzata al cielo nel 2006. Ma la semifinale del 1970 in Messico, nell’immaginario collettivo, è la partita delle partite, la gara per eccellenza, insomma, la “partita del secolo”. Ogni volta che Germania e Italia si incrociano il pensiero va lì, a Riva, Boninsegna, Rivera, Mazzola, Gerd MüllerBeckenbauerSchnellinger, Seeler… A quella alternanza di reti vietata ai deboli di cuore, fino al gol del “golden Boy”, Gianni Rivera. Ci dimentichiamo di qualcuno? In molti non sanno che durante i 90 minuti regolamentari, ci fu un altro grande protagonista per l’Italia, Ricky Albertosi, che per GianlucaDiMarzio.com racconta le emozioni vissute in prima persona.

Proviamo anche con lui. Se dicessi Italia-Germania, lei cosa mi risponderebbe? “Facile! La memoria mi porta indietro nel tempo, fino al 1970. Italia-Germania, 4-3, la partita del secolo, vinta ai supplementari dopo una girandola di emozioni. Io decisivo? Ricordo con piacere diverse mie parate importanti nei primi 90′ quelle sui colpi di testa di Seeler e Müller in particolare.  Poi alla fine dei 120 minuti presi 3 gol e significa che qualcosa non andò per il verso giusto. Però in tanti mi fecero i complimenti per i diversi interventi davvero difficili e questo mi fece e mi fa tuttora enorme piacere. Sono i miei ricordi speciali di Italia-Germania”.

Perché partita del secolo? “Perché non c’è titolo più azzeccato. E’ meritatissimo. Non tanto per i tempi regolamentari, quanto per i 30 minuti di spettacolo puro che regalarono i supplementari. Un’alternanza di gol e di emozioni incredibili che nessuno si aspettava dopo i primi 90 minuti. Ma soprattutto nessuno si aspettava che l’Italia, dopo essere stata raggiunta al novantesimo e poi passata per prima in svantaggio nei supplementari, avesse la forza di ribaltare la partita e di segnare altri 3 gol. Ebbero la forza di raggiungerci nuovamente, ma alla fine uno stupendo gol di Rivera ci regalò la vittoria”

Anche l’Italia di Conte sta regalando forti emozioni, vero? “E’ stata veramente eccezionale. Le  amichevoli che ha giocato prima dell’Europeo non mi avevano entusiasmato. A partire dalla  gara con il Belgio, invece, i ragazzi hanno dimostrato una determinazione una grinta e uno spirito di sacrificio fuori dal comune. Hanno giocato bene 3 partite su 4. Quella con l’Irlanda non è da considerare perché ci sono stati troppi cambi e la voglia, a qualificazione ottenuta, non era la stessa. Con Belgio e Spagna in particolare abbiamo dominato e anche se il 2 a 0 è arrivato in entrambi i casi a fine partita, abbiamo creato tante occasioni da rete e potevamo chiudere la pratica con largo anticipo. Vittorie meritate e con la difesa di mostri che ci ritroviamo possiamo arrivare fino in fondo”.

Torniamo al 1970… Sul gol del 3 a 3 tedesco ci fu una piccola discussione tra Albertosi e Rivera. Cosa vi siete detti? “Piccola? Direi grande (ride). Rivera non doveva stare sul palo. Lì mettevo sempre un difensore. Gianni era un centrocampista offensivo, poco abituato alle malizie difensive. ‘No No, ci sto io, ci sto io…’ insistette. Gli risposi che se la palla fosse arrivata su quel palo era sua perché io non potevo arrivarci. ‘Stai tranquillo, ci penso io!’ mi disse sicuro di sé. Da calcio d’angolo la palla arrivò in area. Dopo una  correzione di testa arrivò a Müller che la girò verso il palo di Rivera. Gianni si girò verso la porta, di fianco, e la palla entrò tra lui e il palo. Un difensore, invece, avrebbe fatto un passo in avanti e avrebbe portato via la palla di petto”.

Come andò a finire? “A quel punto mi arrabbiai veramente e gliene dissi di tutti i colori. Lo offesi a morte e lui, battendo la testa sul palo, disse: ‘ora per rimediare posso solo fare gol’. E così fu. Dopo una serie di passaggi Rivera fece un gol magnifico e ci regalò la vittoria. Diciamo che fu anche un po’ merito mio”. E domani chi sarà a regalarci la vittoria? “Questo non lo so (ride ancora). Ma di una cosa sono certo. La Germania non è la stessa del mondiale brasiliano, come d’altronde la Spagna non era la stessa di quattro anni fa. Se poi aggiungiamo che l’Italia è in gran forma, allora si può capire come la partita di domani sia aperta ad ogni pronostico. Sono convinto che, se i ragazzi riusciranno a recuperare le energie, giocando ai ritmi tenuti con la Spagna possiamo battere anche la Germania: io sono ottimista”.

A un grande portiere come Albertosi non si può non fare un’ultima domanda. Forse poco originale ultimamente, ma inevitabile: Neuer o Buffon? “Sono due grandissimi portieri, però…”. Però? “Neuer quest’anno non è stato impeccabile. Ha fatto qualche errore in campionato e in Champions. Buffon, invece, fino a questo momento è stato eccezionale sia nella Juventus che in Nazionale. Quindi io mi tengo stretto Buffon”.