Albé-Giana, ventitré anni e ancora insieme: la storia dell’incredibile ritorno
‘Certi amori non finiscono’, sulle note di Venditti, in una dimensione di eternità che, a volte, torna a farsi attuale. L’emozione di un ritorno, in una domenica di un piovoso inverno. Non poteva non essere accompagnato da un ‘velo di magia’ il ritorno di Cesare Albé sulla panchina della Giana Erminio. Ventitré anni insieme, dal lontano 1995, poi – in estate – la scelta di abdicare in favore dello storico vice Bertarelli e quel ruolo da vice-presidente accettato con riserva di nostalgia. Quella nostalgia, oggi, non c’è più. All’indomani della disfatta di Imola (cinque a zero) e l’ultimo posto in classifica nel girone B di Serie C, ecco l’(atteso) ritorno. Chi, se non lui. L’uomo col cappello…
Uno dei tanti soprannomi. Il prologo di una bella e ‘pazza’ storia d’amore, nel mondo del ‘mordi e fuggi’. Perché ventitré anni sulla stessa panchina non sono mica uno scherzo! E pensare che Albé aveva cominciato ad allenare per gioco, su input del parroco della ‘sua’ Cassano d’Adda. Correvano gli anni ’80: un altro mondo, un altro calcio, un’altra vita. Il primo lavoro alla Siemens, dietro casa e un amore mai nascosto per il Milan.
Nel settembre del ’95 il fatal-incontro, la scintilla che (gli) cambia la vita. L’inizio della storia d’amore con la Giana Erminio. Ventitré anni insieme: di fila, continuati, netti come si suol dire. Non senza momenti difficili, perché d’altronde amore implica anche conflittualità. Come nel 2011, quando Albé dopo aver portato la Giana in Serie C disse di voler fare un passo indietro. Perché lui il corso da allenatore non voleva farlo. Semplice, spontaneo, genuino, effervescente e appassionato. Qualità che, in termini di reciprocità, non possono non creare un feeling eccezionale con il ‘compagno di banco’ a Coverciano, Rino Gattuso. Che più volte è andato a Gorgonzola a studiare la Giana di Albé.
Il Ferguson della Maltesana, l’allenatore più longevo. Quello delle mille euro al mese che cumulandoci sopra la pensione tra tasse e contro-tasse andava a rimetterci, quello che tornava dal campo alle 3 di notte per la “gioia” della moglie che una volta, dalla disperazione, decise di chiuderlo fuori casa. Così bello così spontaneo da toccar l’eternità. E quell’ “ognuno è figlio del suo tempo” da prender con le molle, ‘ma dai, sarà la sua solita boutade d’estate, alla fine il mister continua come sempre’, asserivano sicuri per le vie di Gorgonzola.
Sei mesi fa, però, l’addio si materializza davvero. Non il solito ‘annunciato e mai consumato’. Oggi, sei mesi dopo, alla soglia dei settanta, il tempo si ferma di nuovo. Con la stessa emozione del settembre 1995, anche quel giorno pioveva. Anche quel giorno successe qualcosa di magico. Che oggi si ripete e si perpetua: Cesare Albé e la Giana Erminio, sono di nuovo insieme.