Al Matusa è festa… ma non per Stellone. Sorride solo Marino, Dionisi e Sammarco stendono il Bari
Il Matusa lo aveva salutato con la retrocessione in serie B, ma l’amore tra Roberto Stellone ed il Frosinone non è mai finito. La dimostrazione arriva prima ancora dell’inizio della gara contro il “suo” Bari. Una targa sotto la curva ed un applauso infinito.
Poi, però, “nemici” come prima. E Stellone avrà letteralmente sgranato gli occhi di fronte ad un Frosinone così: bello, aggressivo e vincente. Altro che festa per l’ex allenatore, il Bari, dopo un inizio anche positivo, scompare dal campo e quello che per tre anni era stato il suo paradiso, per Stellone diventa un vero inferno. A metà secondo tempo (quando la doppietta di Dionisi ed il gol di Sammarco hanno già spianato la strada ai padroni di casa), dalla Curva del Frosinone spunta uno striscione diretto proprio a Stellone: “16-5-15 Con noi nella storia…grazie mister”. Un giusto riconoscimento per l’allenatore protagonista del doppio salto dalla Lega Pro alla serie A e che fino alla fine della scorsa stagione ha provato a difendere la categoria. Lui che a Frosinone ha sempre rappresentato molto più di un semplice allenatore: prodotto del settore giovanile grazie ai campionati da protagonista sulla panchina di Beretti e Primavera. Quelli che gli sono serviti a conquistare la promozione in prima squadra su espressa volontà del direttore generale Ernesto Salvini, l’uomo che più di tutti l’ha sostenuto, anche nei momenti più difficili.
A fine partita un lungo abbraccio anche con lui, come ai vecchi tempi, ma dopo i complimenti di rito questa volta quella del Matusa non è più la “sua” festa.