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Adornato, portiere-pianista che fa gol in Eccellenza: “Io, cresciuto con Tonelli. Le scarpe di Paredes e quell’incontro con Buffon…”

La mia vita in due parole: il calcio”. Whatsapp non mente, lo stato di Davide parla chiaro. Sì, però… spiegarla una vita così, altro che due parole. Anche se per raccontare la giornata di ieri ne basterebbe una: “gol”. E allora? Eh, c’è che Davide, che di cognome fa Adornato, nella vita fa il portiere della Larcianese, Eccellenza toscana. 25 anni, una vita tra i pali. Da quando i primi passi li ha mossi a Monteboro, isola verde dove l’Empoli cresce i suoi gioielli. C’era pure lui con Tonelli e Pucciarelli, solo che si sa… mica tutti alla fine ci arrivano alla A, anche lì dove tutto è un po’ più facile. “Ma io ne ho vissute di tutti i colori in vita mia, credimi” racconta al telefono. La voce però sorride, perché la sua domenica speciale l’ha vissuta appena 24 ore fa.

Minuto 88 di Pietrasanta-Larcianese, semifinale playoff: “Calcio di punizione sulla trequarti, era già da qualche minuto che volevo salire… Partita molto tirata, mi presento in area di rigore quasi per disperazione”. E poi? “Vedo il pallone arrivare, ho fatto un movimento che proviamo sempre il giovedì col preparatore dei portieri… ‘Arriva a me, arriva a me’ ho pensato, l’ho spizzata e poi… non ho capito più niente”. Deviazione di un difensore e palla in porta, ma il gol – “il primo in carriera ovviamente” – lo sente tutto suo Davide Adornato. “Una lunga corsa verso la panchina, i compagni mi hanno sommerso”. E pensare che voleva andare anche lassù in tribuna, dove – come sempre – c’erano mamma e papà, Manuela, la fidanzata, e Michela, l’amica di sempre. Quella che al suo gol, per una domenica bestiale, “si è pure messa a piangere”.

Peccato per il finale, perché il gol non è bastato: Pietrasanta avanti, Larcianese eliminata. Però “che stagione eh”, vuole precisare subito: “sono arrivato a gennaio ed eravamo a tre punti dai playout. Abbiamo vinto la Coppa Italia regionale, siamo arrivati quinti in quella nazionale ed abbiamo centrato i playoff”. What else? “Lo scudetto della Juventus”, ride. Perché il cuore è di quei due colori lì, il bianco e il nero. Nonostante la maglia della sua Larcianese sia viola viola. E allora ieri… doppia gioia? “Mamma mia! Una domenica piena di emozioni. Poi il mio idolo è Buffon… ho letto il suo libro, l’ho anche conosciuto. Avevo 10 anni, lui aveva appena firmato per la Juve ed io stavo facendo uno stage per il Milan: lui era in questo ristorante, mi avvicinai e gli chiesi una foto. Lo amo, per la sua professionalità oltre che per il campione straordinario che è”. Ma non ha mai segnato: “Eh, però farei a cambio subito”.

Juve sì, ma anche Empoli ovviamente. Impossibile non restare legati, “sono partito da lì in squadra con Tonelli e Pucciarelli, e l’anno scorso a Pisa ero con Pelagotti. Vado spesso a vedere gli allenamenti, ho legato con molti lì. Ovviamente i miei ex compagni, ma anche Pugliesi e il preparatore dei portieri Marchisio… E poi Paredes, che giocatore! Mi ha pure regalato i suoi scarpini… Li ho indossati, non ieri però. Ma ce l’ho al fantacalcio e sono grandi soddisfazioni…”. Altri? “Ho comprato pure Saponara, poi Dybala-Cuadrado della mia Juve. E sono primo!”. Altra gioia personale, mentre al telefono sfoglia l’album di questa stagione. Che a gennaio lo ha portato a Larciano, provincia toscana non lontana da Pistoia. Qui ha trovato un bravissimo e vincente allenatore cuore bianconero come lui, quel Petroni amico stretto di Allegri che ha trascorso tra i professionisti e con cui “ci capiamo subito quando si parla di calcio”. E poi “l’allenatore dei portieri, Giuseppe Martino. Era con me a Pisa, ne abbiamo viste di tutti i colori in sei anni insieme. Siamo venuti via e arrivati qui a Larciano, per proseguire il lavoro insieme”. Perché l’Eccellenza? “Avevo tante offerte in D ed in C, ma tutte poche chiare. Ho preferito venire qui con lui… Avevo ancora un anno di contratto a Pisa, ma ci sono stati problemi ed incomprensioni con la nuova proprietà”. Ed ha preso un’altra strada, sempre nel calcio sì. “La sua vita in due parole” d’altronde. “Ho sempre lottato per raggiungere il mio obiettivo, per fare del pallone il mio lavoro e vorrei che l’eccellenza fosse solo di passaggio, mi sento di poter dare qualcosa anche in categorie superiori”. E oltre al calcio? “Un diploma scientifico ed una grande passione per la musica“. Ah sì?! “Eccome! Commerciale, soprattutto italiana. E poi suono il piano! ‘Colpa’ di mamma… 7 anni di conservatorio ed ancora insegnante!”. Vita che, in campo o sul piano, ruota intorno alle sue mani. Mani che poco apprezzano i joystick perché alla “Playstation ho sempre giocato poco, preferisco l’aria aperta. Tranne il giovedì, giorno di rito di una sfida 2vs2: io ed un altro juventino contro due amici, un milanista ed un interista. Inutile dire che vinciamo sempre noi…”. TV? Sì, anche se c’è poco da cambiare canale: “Fisso sul 200! Sky Sport 24… del resto non poteva essere altrimenti: pallavolo, basket, tennis… seguo tutto!”. È infatti il sogno è quello: rimanere nel mondo dello sport: “giornalista, allenatore, commentatore… farei di tutto!”. Anche gol, e per un portiere non è poco. La dolce sinfonia di Davide Adornato: un pianista fra i pali, coi sogni grandi ed un cuore bianconero.