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A scuola da Marchena, osservando Sergio Ramos: Musacchio, il difensore sempre più vicino al Milan

Dal giallo al rossonero, il passo è sempre più breve. Mateo Pablo Musacchio è il profilo individuato da Montella per rinforzare la difesa del suo Milan: accordo col giocatore già raggiunto ed intesa con il Villarreal pronta ad essere chiusa. Il difensore viene da una stagione sfortunatissima, che è cominciata soltanto a dicembre. L’ultimo anno è stato un vero e proprio calvario: nell’aprile 2015, l’argentino ha subito una frattura del perone, un infortunio che per giunta si è procurato da solo, effettuando una torsione innaturale della caviglia (nella foto in alto). Il recupero completo, come detto, si è avuto soltanto a fine novembre, con l’esordio che è avvenuto all’inizio del mese successivo. Poi, un nuovo problema fisico, stavolta alla coscia, l’ha tenuto fuori per due mesi, a marzo e aprile. Tutti questi infortuni, inoltre, gli hanno fatto perdere l’occasione di partecipare alla Copa America del 2015 e del 2016.

Argentino, ma non extracomunitario: Musacchio ha il passaporto italiano, perché i nonni erano albanesi stabilitisi in Italia, migranti, a Portocannone in provincia di Campobasso. Infatti, il suo cognome è l’italianizzazione della parola Muzaka, una regione dell’Albania. Lui però è nato a Rosario nel 1990 ed è al River Plate che ha cominciato la sua carriera da professionista. Fu un’intuizione di Daniel Passarella, che decise di farlo debuttare quando aveva soltanto 16 anni. Stesso fiuto non ebbero i successori in panchina – tra cui Simeone – che non gli diedero spazio. “Fu un anno difficile, il 2008, arrivammo ultimi” ha risposto il difensore a chi gli ha chiesto del Cholo; d’altronde, il giocatore aveva soltanto 18 anni e ancora molto da dimostrare. Ma tanto bastò comunque, al Villarreal, per portarlo in Spagna. “E’ stata una sfida, la mia terra mi manca sempre tanto, come la mia gente. Mi sono fidato dei miei sentimenti e sono venuto qui, però, e adesso mi sento come a casa” disse dopo i primi anni, diventando poi il vice-capitano del sottomarino giallo.

Abile nel gioco di testa, la qualità nella quale eccelle è senz’altro il recupero della palla in tackle, con interventi quasi sempre puliti che gli permettono di ripartire subito. La trasformazione dell’azione da difensiva in offensiva è una cosa che adora, a volte anche esagerando nel proporsi in avanti; in un più occasioni, tuttavia, si è fatto trovare pronto a servire l’assist decisivo per i compagni. La grande padronanza tecnica ha fatto sì che in emergenza fosse schierato anche a centrocampo, mentre in nazionale giovanile è stato impiegato anche da terzino.

“Mi ispiro a Sergio Ramos, i miei altri esempi sono Mascherano e Thiago Silva” confessò. Il suo vero maestro, però, è stato un altro: dal 2010 al 2012, al Villarreal c’era Carlos Marchena. “Qui dicono sempre che io sono uno studente della sua università” ammise ridendo in un’intervista. Musacchio è anche un grande appassionato di tennis, per via della sua amicizia con Juan Monaco, tennista argentino numero 97 del ranking ATP. L’ex studente adesso è pronto a insegnare il suo calcio, Montella vuole affidargli volentieri il registro della sua difesa: incontro sabato scorso ad Ibiza tra Galliani, agente del giocatore e difensore stesso, che ha detto sì. Clausola fissata a 50 milioni di euro e possibilità di chiudere attorno ai 30, con un passo dal giallo al rossonero, ormai, destinato ad essere sempre più breve. E con Musacchio vicino ad essere il professore del nuovo corso Milan.