A scuola con Pogba, promessa (da mantenere) al City: il primo sorriso di Mandorlini ha la firma di Ntcham
Magia Ntcham, il Genoa torna a sorridere. Finisce in pareggio, ma l’uno a uno del Ferraris tra il primo Genoa di Mandorlini e il Bologna di Donadoni per come arriva vale quasi una vittoria. La prima emozione a Marassi, infatti, é firmata Federico Viviani: palla dal limite, rincorsa laterale verso il pallone e destro, ormai vero e proprio marchio di fabbrica, a gelare Lamanna, tifosi presenti sugli spalti e quelli in protesta restati a tifare fuori dalla Nord. Mirante che ipnotizza Simeone, Laxalt in spaccata che si divora il pareggio, ancora Mirante decisivo su Pinilla. Succede di tutto davanti al numero uno del Bologna, porta sotto la Sud che oggi sembra essere davvero stregata.
A rimettere le cose a posto in pieno recupero e quando tutto sembrava finito, il talentino scuola Le Havre ad un passo a gennaio dall’addio al Grifone. “Con lui ho fallito” le parole di Juric dopo la pesante sconfitta col Palermo di metà dicembre. “Ntcham? In campo non c’è, torna al City” il tam tam a Pegli negli ultimi giorni di mercato. Alla fine Olivier è restato, tra lo scetticismo degli addetti ai lavori e quello dei tifosi. Da desiderio di mercato di tanti, su tutti Torino e Inter che provarono a prenderlo (senza riuscirci) in prestito dai Citizens i granata, a titolo definitivo dal Le Havre i nerazzurri, a oggetto misterioso del Grifone. Tra i rimpianti di Ivan Juric e soprattutto di Enrico Preziosi: “Non ho mai visto un ragazzo della sua età con questa personalità” le parole del Presidente del Genoa, primo ad innamorarsene all’arrivo adel ragazzo a Genova. Uno, il Presidente, che di talenti negli anni alla guida del Genoa ne ha visti tanti, dimostrando di saperli spesso riconoscere.
Il resto è storia recente: il prestito biennale fino a giugno 2017, le diciotto presenze senza rispettare le aspettative al primo anno con Gasperini. Via il Gasp ecco Juric, ancora difficoltà (in campo e fuori, dove Ntcham commette la ‘leggerezza’ di guidare senza patente) e l’idea di rientrare alla base. É lo scorso gennaio, a porte del mercato chiuse il primo febbraio Olivier é ancora a Pegli. Nel frattempo Juric saluta il Grifone, arriva Mandorlini: “Come sostituire Veloso infortunato? C’è Cataldi e poi Cofie e Ntcham”, che oggi però parte dalla panchina, non doveva nemmeno entrare. Due minuti alla fine dei giochi col Bologna, Pandev ultimo cambio che si alza dalla panchina con tutto, tranne che con la motivazione giusta che serve al Grifone per raddrizzare una giornata storta. “Non l’ho visto motivato, a noi serviva il 100%” le parole di Mandorlini in conferenza che lo rimanda a sedere, “Olivier entri tu”: numero dieci in campo, primo pallone toccato spedito alle stelle, mani tra i capelli per Mandorlini e applausi ironici del Ferraris.
Altro flop in vista? La sua risposta Ntcham la dà sul campo, trasformando all’ultimo respiro gli applausi ironici in una vera esplosione di gioia: destro a giro sul secondo palo, parabola imprendibile per Mirante, corsa liberatoria tra l’abbraccio dei compagni e mano a ‘zittire’ le tante critiche su Olivier, talentino partito da Le Havre come Pogba e arrivato in Italia per prendersi la Serie A. Missione ancora tutta da compiere, forse da oggi non più così impossible. Presto per dirlo, intanto però Ntcham si gode la magia con la quale ha regalato il primo punto e il primo sorriso a Mandorlini. “Merito a lui che si è fatto trovare pronto, stamattina gli avevo parlato: sia con lui che con Pandev, sapevo che potevano dare qualcosa alla nostra gara, non immaginavo in competizione tra di loro però – ancora l’allenatore, in riferimento al cambio nel cambio tra i due a fine gara – Complimenti a Olivier, il primo tiro l’ha mandato fuori dallo stadio, poi è stato bravo, si è preso una grande responsabilità”. Sistemando tutto, regalando il primo sorriso e il primo punto dell’era Mandorlini. Il resto della storia ora è tutto da scrivere.