Messina: Acr-Fc, racconti di un derby fantasma
Domenica per la prima volta le due squadre si affronteranno dando vita a una partita surreale
A molti basta sentire la parola per scrollare le spalle e guardarti storto. “Acr – Fc Messina derby? Quando mai”. Più facile svuotare il mare col cucchiaino che convincerli del contrario. Sorprende relativamente. Domenica sarà serie D, eppure qui il grande calcio lo hanno respirato davvero, toccato con mano, portandosi dietro scorie dolorose e ricordi indelebili.
In giro per le città, le scritte sui muri resistono ancora, raccontano di avventure a San Siro e imprese memorabili. “Da simpatizzante milanista avevo giurato a me stesso che la prima volta sarei entrato al Meazza nel settore ospiti, naturalmente per il Messina. Non solo è andata così, abbiamo anche vinto”, racconta Emanuele. La nostalgia lo attanaglia, domenica invece sarà storia di fango e polvere.
Era il 2004: la classifica diceva secondo posto, mentre il campionato di serie A si spalancava radioso: un parco giochi tutto da scoprire. Gli insulti ai rivali di sempre si leggono chiari lungo le rampe dell'autostrada, sicuri di non passare inosservati e scalfire l'orgoglio del destinatario di turno. Le saracinesche delle officine abbondano di murales a tinte giallorosse: il tempo li ha scoloriti, ma non ha saputo fare lo stesso con le ferite rimaste vive sulla pelle e nel cuore. “I derby sono con Catania, Reggina e Palermo”, spiega Antonio. Ha trascorso una vita in curva, dal paradiso all'inferno, andata e ritorno. C'è stato sempre e non ha intenzione di smettere: “Solo per la maglia”, giura.
Poi continua: “E' una partita come le altre. Siamo in Serie D ed entrambe stanno disputando campionati mediocri. In diversi oggi sostengono l'Fc: con loro sono stato in trasferta, mi vedo il lunedì al lavoro. Manca proprio il sale della rivalità”. Agostino ci mette sopra e il carico: “Un paio di settimane fa stavo acquistando dei biglietti e in ricevitoria qualcuno sottoscriveva l’abbonamento per tutte e due le squadre. Quasi volessero prepararsi a ogni eventualità”.
Il grande pubblico sta alla finestra, ne ha viste troppe per fidarsi: “Acr Messina ed Fc hanno sbandierato programmi importanti e hanno speso tanto, ma in due non farebbero i punti del Palermo. Credo sia sufficiente per fotografare la situazione”. Pietro Di Paola è un giornalista locale: radio o tv non fa differenza, ha commentato gare contro Juventus e Inter, con la stessa professionalità parla di Corigliano e Palmese. “Gli stimoli li trovi nel tuo lavoro, e nel legame fortissimo con la città. Se cerchi spunti altrove, finisci per perderti”.
Per svoltare basterebbe poco. “La soluzione ideale sarebbe una fusione”, lo dice Giorgio Muscolino, lo pensano tanti, se non tutti. Avvocato e dirigente sportivo al vertice della Pallavolo Messina è arrivato in Serie A2: sul più bello ha dovuto lasciare: il motivo? Sempre uguale “Mancavano gli sponsor. Per questo non critico il presidente dell'Acr Pietro Sciotto, l'unico che due anni fa ha messo le mani in tasca, versando i soldi per salvare il calcio in città”.
Di fronte c’è Rocco Arena. II suo Fc ha un gioco spumeggiante, ma raccoglie poco e la classifica piange. In Sicilia si è portato Marco Ferrante: adesso fa il direttore sportivo, ma di derby, con l’iniziale maiuscola, se ne intende: “Ho avuto la fortuna di giocare quello di Milano o Roma-Napoli, ma sarei bugiardo se non mettessi in cima alle preferenze il 3-3 contro la Juventus. Quella notte per il Toro fu pazzesca. Io non dovevo giocare perché la proprietà all’epoca tifava per i bianconeri, a un certo punto, però, mi mandarono in campo e fu l’apoteosi”.
Dal 2001 sono passati quasi vent’anni. In mezzo una sfilza infinita di partite, molte a Messina: “Al Celeste, dove vincere era complicatissimo. Sentivi i tifosi sulla testa: gli spalti erano attaccati al campo e la gente emanava una pressione incredibile”. Cartoline sbiadite, l’attualità dice Franco Scoglio e non più di 2000 spettatori: “Riaccendere l’entusiasmo non è facile. Servono competenza e stabilità”.
Sintetico, realista. Come Claudio Coralli, dall’Empoli e all’Acr Messina, passando, non un dettaglio, da Reggio Calabria: “Il derby dello Stretto l’ho vissuto in maglia amaranto, vincemmo al Granillo e perdemmo qui, sempre 2-0. Sono match che restano dentro, chiunque vorrebbe scendere in campo e vincere”. Forse per questo sposta in avanti l’asticella: “Domenica è importante, ma fra tre giornate ci sarà il Palermo”. Sarà tutt’altra storia, si capisce subito.
A cura di Nanni Sofia.
Foto Acr Messina e Serie A Giovanni Isolino
Foto Fc Messina Marco Familiari