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Genk, la little Italy del Belgio: il museo dell’ex miniera di Winterslag

Genk è la città delle miniere. Nei primi anni del Novecento, la miniera di carbone di Winterslag era fra le principali. Poi dismessa, attualmente è diventata un luogo di ritrovo per la popolazione della cittadina belga. Ma i ricordi dei duri anni di lavoro sono rimasti in un museo aperto al pubblico. Un ambiente che riporta alla mente il disastro di Marcinelle (località del comune di Charleroi), dove un incendio causò la morte in miniera di 262 persone, di cui 136 immigrati italiani.


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La miniera di Winterslag diede il nome al quartiere, nella città di Genk, e nel 1923 fu fondata la squadra K.F.C. Winterslag. In virtù della fusione con il Waterschei Thor, squadra del secondo principale quartiere di Genk dove era presente un'altra miniera, fu poi fondato nel 1988 il KRC Genk. 


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Il Napoli sfiderà il Genk, alla Luminus Arena, nella seconda sfida del gruppo E di Champions League in programma alle 18:55. Tanti italiani guarderanno la partita, poiché in città è presente un'importante percentuale di abitanti di origine italiane. Molti furono gli emigrati dopo la Seconda Guerra Mondiale in cerca di lavoro nelle miniere di Winterslag e Waterschei.

Lo stesso Felice Mazzù, allenatore del Genk, è figlio di minatori calabresi di Scido, provincia di Reggio Calabria, emigrati negli anni '50. Nel Napoli l'ex illustre è Kalidou Koulibaly, che ha vestito la maglia del club belga dal 2012 al 2014. 

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