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Dalla cessione record di Mbappé alla creazione della Conference: le mille vite di Vadim Vasilyev

Vadim Vasilyev con i giocatori della Francia
Vadim Vasilyev con i giocatori della Francia

Dal grande lavoro al Monaco di Mbappé e James Rodriguez alla nuova vita da agente: la nostra intervista esclusiva a Vadim Vasilyev

L’uomo che ha costruito il Monaco dei miracoli oggi fa l’agente. Ha vinto una Ligue 1 spodestando il PSG, valorizzato Mbappé, James e molti altri campioni. Trattative da far tremare i polsi con Florentino Perez e Al-Khelaifi, colpi da record e grandi successi. Nel 2019 ha lasciato il club ma non il Principato, dove ha fondato la sua agenzia, VV Consulting: Vadim Vasilyev, 60 anni, oggi cura gli interessi di giocatori come Mikautadze e Veretout. E racconta la sua carriera ai microfoni di gianlucadimarzio.com.

Lavorare in un club dà più adrenalina, certo: le vittorie, le sconfitte, le partite in bilico, gli ultimi minuti che sembrano ore. Da agente invece empatizzi con tuoi giocatori: sorridi se sorridono, ti dispiace se le cose vanno male”. Vasilyev vive il calcio dall’interno da oltre dodici anni: “Prima lavoravo nel trading internazionale. Nel 2013 sono entrato al Monaco da consulente, poi sono diventato CEO e vicepresidente. Quando ho lasciato nel 2019 non avrei potuto fare altra scelta: abbandonare il calcio e la sua adrenalina era impossibile, così come sarebbe stato difficile replicare i successi del Monaco in un altro club. Quindi ho pensato a questa nuova strada da agente”.

Vasilyev racconta con orgoglio le trattative e le persone più importanti della sua carriera nel Principato: “Ho due grandi amici in Serie A”. Uno è Claudio Ranieri, primo allenatore avuto al Monaco: “Un vero gentleman. Mi ha introdotto alla ‘professione’ del calcio: mi invitava a casa sua, passavamo le serate a studiare e costruire la squadra. Al primo anno abbiamo raggiunto la promozione dalla Ligue 2 alla Ligue 1, poi da neopromossi siamo arrivati secondi solo dietro il PSG. Un grande uomo e un grande allenatore”.

L’altro è Cesc Fabregas, che Vasilyev acquistò dal Chelsea nel 2019: “Sono stato da lui un anno fa, mi ha raccontato di come stanno cambiando le cose al Como. Il club prima di lui non aveva una base: mancavano cuochi, specialisti, chinesiologi. Lui ha dato una struttura e sta portando idee molto chiare: vuole fondere la sua visione di calcio con quella della tradizione italiana”. Ma non è finita qui.

Vadim Vasilyev: da vicepresidente ad agente

Se ‘Cesc’ e ‘Claudio’ sono due amici, il nome ‘James’ (Rodriguez) evoca in Vasilyev il ricordo della sua prima grande cessione. Anno 2014, destinazione… Real Madrid: “Con noi aveva giocato una sola stagione. Ed era stata buona, sì, ma niente di speciale. Alternava giocate da ‘wow’ a partite nella norma. Infatti a fine stagione neanche una squadra ci aveva contattato: zero offerte. Poi è arrivato il Mondiale. Ha giocato un torneo eccezionale e ci ha chiamato il Real Madrid: Florentino Perez ama questo tipo di acquisti. La trattativa è stata complicata: abbiamo riflettuto a lungo se lasciarlo andare, ma 80 milioni erano la cifra giusta e ci siamo arrivati”.

C’è poi un’operazione che meriterebbe un film a sé stante, il derby di Milano per Kondogbia: “Per primo si era mosso il Milan con un’offerta oltre i 25 milioni. Insufficiente. Poi è entrata in corsa l’Inter: li abbiamo invitati a negoziare da Cipriani a Montecarlo. E mentre entravamo nel ristorante… bingo. Al tavolo accanto c’era Galliani per il Milan. Ci ha aiutato anche la stampa: i giornalisti italiani ti seguono ovunque ed erano anche lì fuori. Quella trattativa è diventata una questione di orgoglio tra Milan e Inter, praticamente un’asta in diretta. Sorrido ancora: è stata una grande serata”.

Poi arriva Mbappé

Il 2017 è stato l’anno d’oro del dirigente russo e del suo Monaco: trionfo in Ligue 1, semifinali di Champions e cessioni da record in estate. Quella di Kylian Mbappé al PSG per 180 milioni è ancora la più costosa della storia (escludendo le clausole rescissorie): “È un top player, un competitivo nato: già da ragazzo voleva essere sempre titolare e si allenava come un dannato. Pensate che quando abbiamo vinto la Ligue 1 la squadra ha festeggiato tutta la notte in un locale: lui è stato l’unico che invece è andato a casa a riposare”. Il Real Madrid era già nel suo destino: “Sono stati i primi a muoversi. Ho iniziato a incontrarmi con Florentino Perez regolarmente da gennaio 2017. Kylian non si era ancora consacrato e il Real metteva sul piatto 60-70 milioni per bloccarlo per giugno. Non bastavano. Al che Florentino d’orgoglio mi disse: “Fosse un giocatore del livello di Neymar lo pagherei anche 180 milioni”.

E Vasilyev rispose: “Perfetto, per noi è anche più forte di Neymar: vogliamo 180 milioni, il prezzo l’hai fatto tu”. Ne seguì un cinema: “Non siete seri, cosa sono queste cazzate?”. Il resto è storia: “Due mesi dopo, all’Ethiad contro il Manchester City, pregai Jardim di farlo giocare dall’inizio. Si è fidato: prestazione da fenomeno e il Real Madrid ha veramente mandato l’offerta da 180 milioni. In quei giorni è entrato in corsa anche il PSG. E Kylian, che sin da bambino sognava il Real, nel 2017 non si sentiva ancora pronto: voleva prima affermarsi a Parigi, la sua città. Il problema? Ha comunicato la sua volontà a entrambi i club. Il Real, quindi, è uscito dalla corsa e così il PSG ha abbassato la proposta a 120 milioni. Sono servite settimane di trattative con Al-Khelaifi per tornare a 180 e venderlo. Kylian aveva un solo anno di contratto con noi: rischiavamo di perderlo a zero, ma è stato bravo a spingere per non far saltare l’affare”.

Vadim Vasilyev
Vadim Vasilyev

Agente e… innovatore. Vasilyev: “Così è nata la Conference League”

Di negoziati, insomma, Vasilyev se ne intende. Oggi siede dall’altro lato e tratta con – non più per – il club. “Nella nostra agenzia abbiamo alcuni giocatori che avrebbero il livello per giocare in Serie A. Penso per esempio a Hamza Igamane, che con il Lille ora è già a quota 9 reti e ha una delle migliori medie gol per minuti d’Europa. Poi c’è Georges Mikautadze, che la Serie A l’ha sfiorata davvero, ma la trattativa non si è chiusa. E anche Tanguy Nianzou, difensore, piaceva in Italia: al Milan ad esempio. È stato rallentato da alcuni problemi fisici, ma ha un curriculum importantissimo: PSG, Bayern, Siviglia. Ha grandi qualità e solamente due anni fa è stato a un passo dal Chelsea”.

Manager, agente e… innovatore. L’ultima cartolina della nostra lunga chiacchierata con Vasilyev riguarda la Conference League, della quale è orgoglioso co-ideatore: “Ero membro della Commissione UEFA per le competizioni internazionali e cercavamo una riforma per rendere Champions ed Europa League più spettacolari. Si era pensato di dividerle in una South/North o East/West Conference come nell’NBA, ma alla fine la trovata vincente è stata la creazione di un terzo torneo. Avevamo immaginato la Conference come uno spazio per i club di nazioni minori, poi però è stata vinta da squadre molto importanti – Roma, West Ham e Chelsea. Ricordo ancora un fuoriclasse come Mourinho festeggiare come un bambino tra le strade di Roma, uno spettacolo: mi chiamò, José, assieme al mio assistito Veretout per ringraziarmi. Abbiamo creato una bellissima competizione”. Chiude così, con il sorriso fiero, Vadim Vasilyev. Uomo dalle mille vite e – ora più che mai – uomo di calcio.