Limite contrattuale a 8 anni, Bellinazzo: “Un freno alle pressioni dei calciatori sui club”

Le parole del giornalista de “Il Sole 24 ore” Marco Bellinazzo sullo spostamento del termine contrattuale da 5 a 8 anni
Un decreto legge che può modificare l’attuale equilibrio del calciomercato: lo spostamento del limite contrattuale da 5 a 8 anni. Con questo ultimo decreto legge le società avranno la possibilità di stipulare contratti con termine a 8 anni dalla firma. Come conferma il giornalista de “Il Sole 24 Ore” Marco Bellinazzo ai nostri microfoni, infatti, è praticamente cosa fatta: “Parliamo di un decreto legge quindi nel momento in cui va in Gazzetta il limite diventerà 8 anni. Dovrà essere convertito in legge ma di fatto cambiano le regole e non è più un’ipotesi. Alla luce di questo di fatto già dal prossimo calciomercato si possono ipotizzare contratti oltre la scadenza massima“.
Nella nostra intervista all’esperto di economia abbiamo cercato di chiarire quale possa essere l’impatto di un cambiamento normativo di questo tipo, quale la risposta della FIFA e della UEFA e quali club possano trarre vantaggio da tutto ciò. La prima finalità è poter riportare in equilibrio la forza contrattuale tra calciatori/agenti e le società: “La forza contrattuale ormai è a favore dei calciatori e dei procuratori. Questa norma punta a far sì che i club costruendo un contratto più lungo siano meno suscettibili alle pressioni di calciatori e agenti, allungando la scadenza contrattuale. Questo perché le dinamiche del calciomercato negli ultimi anni hanno portato con i parametri zero e poi con la sentenza Diarra a una situazione in cui anche a metà di un contratto quinquennale i procuratori possono fare pressione. La possibilità che calciatori con meno di 28 anni già al terzo anno di contratto possono “scappare” pagando un indennizzo molto basso, parametrato in base agli stipendi mancanti. Questo indennizzo rischia di essere una scappatoia perché non è paragonabile al valore del calciatore“.
Adesso l’attenzione si sposta sulla possibile risposta della FIFA, che a oggi ancora non ha approvato questo cambiamento del limite contrattuale. Bellinazzo, però, ci racconta che questo termine a 8 anni in alcuni paesi è già previsto e che sono già in atto della valutazioni su come rispondere: “Diciamo che c’è un limite a 8 anni anche in Inghilterra previsto dalle normative statali. La Fifa chiaramente essendosi aggiunta anche l’Italia dovrà fare delle valutazioni, anche dopo che è avvenuta la sentenza Diarra. Bisognerà dettare una disciplina a tutela dei club e sono in atto valutazioni da mesi per capire come deve essere ridisegnato l’articolo 17. Detto questo è evidente che si creano delle differenze sostanziali tra l’ordinamento statale e quello sportivo. La FIFA dovrà prendere atto che in alcuni paesi leader, come Italia e Inghilterra, possono arrivare a contratti di 8 anni“.
Il giornalista de “Il Sole 24 Ore” ci tiene anche a chiarire però che la risposta l’approvazione o meno della FIFA è un’aspetto importante ma che non preclude la possibilità che le società possano stipulare contratti di 8 anni: “Se la FIFA alzerà o meno il limite contrattuale cambia poco perché è chiaro che se tu puoi fare questa cosa nel tuo paese la fai”.
La questione fiscale e quella contrattuale
Bellinazzo nell’intervista a gianlucadimarzio.com, comunque, ci tiene subito a chiarire che questo modello sconta due questioni. La prima è quella contrattuale: “Molti contratti nuovi dopo la sentenza Diarra sono stati siglati con il cosiddetto modello spagnolo“. Con modello spagnolo si intende l’inserimento di una clausola che permette al calciatore di liberarsi pagando una determinata somma.
La questione fiscale, invece, non sussiste più visto che la UEFA ha chiarito che per quanto riguarda il fair play l’ammortamento sarà comunque sui 5 anni: “Un aspetto importante poteva essere quello di ammortizzare il costo del calciatore in 8 anni, cosa che stava facendo per esempio il Chelsea, ma per questa cosa la UEFA è intervenuta e ha chiarito che dal punto di vista del FairPlay finanziario comunque l’ammortamento non può superare i cinque anni. Questo proprio per evitare che alcuni club si avvantaggiassero. La convenienza fiscale quindi in questi contratti così lunghi non c’è più“. Le società potranno ammortizzare su un periodo più lungo solamente i costi civilistici, quindi quelli che non sono previsti dall’ordinamento sportivo.

Vengono avvantaggiate le piccole o le big?
Ma chi trae vantaggio da questa variazione dal limite contrattuale? : “Bisogna vedere a livello pratico chi accetterà contratti così lunghi. Difficile che calciatori molto importanti possano accettare di legarsi così a lungo a un club“.
La convenienza, infatti, è più per le piccole società che per le big: “Pù facile immaginare che venga utilizzato per quanto riguarda la gestione dei giovani calciatori e questo indubbiamente potrebbe tutelare i club dal punto di vista patrimoniale. Avvantaggia più i piccoli club perché hanno più tempo per formare i ragazzi e hanno più potere contrattuale quando questi ragazzi diventano campioni. C’è un arco temporale più lungo e questo tutela i piccoli club“.