Palermo, da Iachini a Schelotto: un’altra girandola di allenatori
L’allenatore – del Palermo – si vede dal mattino, se presto ancora meglio. 10 novembre, ore 9 passate da poco ma decisione già presa: la vittoria (e la reazione di una squadra totalmente con il mister) contro il Chievo non è servita a nulla proprio, dodici giornate su quella panchina possono anche avanzare per quanto riguarda il pres. E così, Iachini via senza troppi ripensamenti.
Arriva Ballardini ma non sarà la scelta giusta, almeno non per lui. Zamparini ci mette ancora meno e lo liquida in poco: “Ballardini si è suicidato, pazienza. Io non ho delegittimato nessuno” spiegherà solo poi, tra l’altro dopo una vittoria contro l’Hellas. Ma fatal Verona fu, ugualmente. Torna Iachini? Sembrava, avrebbe potuto ma “non ha umiltà, si è montato la testa: ha fatto la fine di Craxi” spiegò sempre lui, il vulcanico presidente.
Quindi Viviani, per una partita. Poi la soluzione a sorpresa, tutta argentina: “Ecco Schelotto, un monumento del calcio argentino che ci porterà nelle coppe” aveva garantito. Peccato non avesse il patentino: formalmente Schelotto non è mai stato davvero l’allenatore del Palermo. In teoria, in pratica un bel niente. Argentino che osservava dalla tribuna, Bosi prima (per un turno) e Giovanni Tedesco poi (da metà gennaio) gestivano le faccende di campo, mettendoci mano e faccia. E continuerà ad essere così.
Ore 9 passate da poco, Schelotto già con i bagagli in mano. “Non mi hanno accettato la licenza, mi manca un anno e mezzo di esperienza. Non posso fare l’allenatore qui”. Decisione presa, nient’altro da aggiungere su quest’altalena rosanero. L’unica certezza resta Tedesco, al momento. Ma non è escluso che possa tornare Iachini, magari proprio di primo mattino. Per una panchina senza un vero padrone, ma con mille sorprese. Pare, infinite…