40 anni di “Real Vicenza”, la reunion. Quando il calcio di provincia arrivò 2° solo dietro alla Juventus
Paolo Rossi, Franco Cerilli, Mario Guidetti, Giancarlo Salvi, Ernesto Galli: sotto la guida di Giovan Battista Fabbri. Era la stagione 1977/78 e questi erano alcuni dei nomi che declinati tutti assieme formavano la mitica Lanerossi Vicenza. O “Real Vicenza”: sì, perché quel calcio lì, anche se apparteneva ad una piccola realtà provinciale, era degno dei grandi palcoscenici europei. Sono (anche) i risultati a dirlo, dato che quella stagione si concluse con uno storico secondo posto dietro soltanto alla Juventus. Punta di diamante, neanche a dirlo, quello che qualche anno dopo sarebbe diventato Pablito, che dopo quell’annata si conquistò la chiamata per i mondiali del 1978: quella convocazione, il suo “ricordo più bello”. Questa e tante altre, le immagini che emergono al Teatro Olimpico di Vicenza, dove i protagonisti di quella squadra si sono ritrovati e riuniti quarant’anni dopo. Una bellissima location per ripercorrere le gesta di una bellissima squadra. Mattatore della serata, come lo era in campo, Paolo Rossi ricorda alcuni aneddoti, come l’arrivo in treno a Napoli a mezzanotte: il giorno dopo fu vittoria per 4-1 tra gli applausi del San Paolo. In quella stagione Rossi fu reinventato centravanti da Fabbri e realizzò la metà dei gol del Vicenza, miglior attacco di quel campionato. “Quello che ho avuto qui non l’ho mai avuto da nessun’altra parte. L’augurio che faccio oggi è di rivedere il Vicenza lassù”.
“Sapeva dove metterla, aveva l’intuizione del centravanti. Ad Avellino stavamo perdendo 2-1 e lui fece gol di testa. ‘Come hai fatto?’ gli dissi. Faceva dei gol straordinari. A Napoli, che era piovuto, passarono indietro il pallone, corse solo lui, il pallone si fermò, lui lo prese e scartò il portiere facendo gol. Era bello vederlo.” Parole di una vecchia intervista proiettata in sala di Giovan Battista Fabbri, scomparso due anni fa, artefice di quel Vicenza e del Paolo Rossi centravanti di cui parla. Un momento toccante, con i figli Elena e Giulio presenti in platea. Come toccante è stato il ricordo di Giancarlo Salvi, scomparso nel maggio 2016: in platea, con addosso la sua maglia, il piccolo nipotino insieme alla famiglia. Perché la Lanerossi, 40 anni dopo, continua ad emozionare.