101 volte Quagliarella, come piace a lui: in acrobazia, occhi lucidi per un nuovo inizio
In acrobazia, come piace a lui, occhi lucidi per un nuovo inizio: 101 volte Quagliarella, a Isla risponde il numero ventisette blucerchiato, al Ferraris finisce 1-1. El Huaso illude il Cagliari, a rimettere tutto a posto per la Sampdoria e a scacciare via solite critiche e anni di sofferenze è il quinto gol in stagione di ‘Quaglia’. La giocata a fissare il risultato finale, quella che per tanti motivi per il ‘ragazzo’ partito da Castellammare di Stabia direzione mezza Italia ha sicuramente un sapore speciale. Il primo, perché Fabio non la buttava dentro dalla rimonta per tre a due sul Sassuolo del venti novembre scorso. Cento i gol in A, maglia celebrativa per festeggiare il traguardo raggiunto e tanta felicità per essere entrato nell’Olimpo dei marcatori del nostro campionato. Da lì in poi, undici giornate, tanto lavoro al servizio della squadra, le solite critiche, parole al miele di Giampaolo e il rinnovo tanto atteso di due anni con il club di Ferrero.
Il secondo motivo? Perché la girata di Fabio ha permesso alla Sampdoria di portare a casa un punto importante, importantissimo, contro un avversario storicamente bestia nera per Viviano e compagni. Dopo i successi con Roma, Milan e Bologna arriva un pareggio, quarto risultato utile consecutivo, per quella continuità chiamata alla vigilia da Marco Giampaolo. Il terzo? Per ordine di tempo, non certo d’importanza, è senza dubbio il più bello. La magia numero 101 di ‘Quaglia’ è andata infatti a coronare una settimana per Fabio perfetta, anche e soprattutto fuori dal campo. “Ho vissuto cinque anni da incubo, nei quali ho sentito tante cose senza poter dire nulla perché c’era un’indagine in corso. – le parole occhi lucidi di Fabio a fine gara dalla mixed zone del Ferraris, a due giorni dalla condanna a quattro anni e otto mesi dello stalker che gli ha impedito una vita serena soprattutto negli anni di Napoli – Ho sempre cercato di scendere in campo e fare il mio dovere, ma prima di essere un giocatore sono un uomo. Non mi sono svegliato un giorno e ho deciso di andare via da Napoli, ero a casa e stavo bene, la partenza è stata a causa di un incubo finalmente finito. Non è stato facile non potrei uscire di casa, avere il timore che potesse succedere qualcosa a me e alla mia famiglia è stato brutto, ora però è tutto finito”.
Giustizia fatta, come raccontato dallo stesso giocatore ieri attraverso un lungo sfogo su Facebook è tornato il sereno. “Ci ho sperato e creduto dal primo giorno e ieri, venerdì 17 Febbraio, si è arrivati finalmente alla conclusione di questa brutta vicenda che mi ha visto coinvolto, giustizia è stata fatta. Ora con orgoglio posso dire che mi sento davvero più leggero, più sollevato. Adesso posso garantirvi che mentalmente sono davvero sereno”. Libero di testa, e di tornare a segnare. A suo modo, quasi mille minuti dopo il via alla rimonta sul Sassuolo. Occhi lucidi, come piace a lui. Con una girata a scacciare via le solite critiche e anni di sofferenza: braccia al cielo, avvolto dall’abbraccio dei suoi compagni. E del suo Ferraris, per un nuovo inizio, maglia numero ventisette blucerchiata sulle spalle.