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Bologna, Zirkzee e quella chiamata di Sartori. Carli: “Gli dissi di prenderlo subito”

I retroscena dell’arrivo di Zirkzee in Italia raccontati da Marcello Carli ai nostri microfoni

“Uno lo vede con i capelli un po’ così ma è anche un ragazzo a posto, serio ed educato”, racconta Marcello Carli (il direttore sportivo che lo ha portato in Italia ai tempi del Parma) su Joshua Zirkzee ai microfoni di gianlucadimarzio.com

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A Bologna si sta conquistando sempre più estimatori partita dopo partita ma il suo primo contatto con l’Italia è più lontano, nell’inverno 2021 a Parma quando fu preso in prestito con diritto di riscatto dal Bayern Monaco dall’allora direttore sportivo Carli:Era palese si trattasse di un ragazzo con un talento abbinato a una fisicità straordinaria. Il Parma stava iniziando un programma di valorizzazione dei giovani e si riteneva Zirkzee uno dei più importanti sul panorama europeo. Veniva dal Bayern Monaco in prestito con diritto. Il ragazzo faceva già vedere delle qualità straordinarie ma noi non eravamo assolutamente pronti a farlo crescere: era l’annata di entrata del presidente Krause, eravamo in una situazione di classifica pessima con una squadra dall’età media molto alta. Non c’erano le condizioni ma la visione era quella di un ragazzo con delle potenzialità enormi. Andava aspettato perché comunque era giovane, però mancavano tutte le componenti per la sua crescita anche se eravamo convintissimi potesse diventare un giocatore di livello top“.

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Carli: “Con il Bayern trattativa semplice ma la cifra per il riscatto era molto alta per il Parma”

L’arrivo dal Bayern perché con Lewandowski e Choupo-Moting non avrebbe trovato il giusto spazio. Da lì il colpo di gennaio del Parma, anche se l’operazione non ha avuto troppi ostacoli per la sua riuscita. La trattativa con il Bayern è stata abbastanza semplice, loro avevano voglia di mandarlo in prestito a giocare perché non avevano la possibilità di schierarlo con continuità visto il livello della loro squadra – spiega Carli -. La cifra per il riscatto era molto alta e il Parma è retrocesso in Serie B, quindi non si è dato seguito all’operazione. L’area scout ci aveva visto bene”. 

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Bologna e futuro, Carli: “Dove può arrivare lo sa solo lui”

Un breve saluto all’Italia e poi di nuovo Emilia, questa volta Bologna. Una stagione da comprimario di Arnautovic (2 gol e 2 assist in Serie A) e poi la grande occasione quest’anno. È bastata una chiamata, quella di Sartori a Carli, per convincere i rossoblù a investire una cifra importante su di lui. “Ho avuto la scorsa estate un colloquio con Sartori. Mi ha chiamato per chiedermi come lo avevo visto io a Parma e gli ho risposto che se aveva le condizioni economiche per prenderlo doveva farlo subito perché poteva diventare un giocatore di alto livello – rivela l’attuale direttore sportivo del Benevento -. La mia impressione, che gli ho detto, è che si tratti di un ragazzo perbene, consapevole delle sue qualità e per nulla sbruffone. Credo che possa anche avere la testa per diventare un big, poi credo anche che sia stato bravissimo anche Thiago Motta nel tirargli fuori il meglio di sé stesso”. 

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Una crescita lenta ma continua. “Il ruolo dell’attaccante è un mestiere tosto quindi i ragazzi bisogna aspettarli anche qualche anno in più. È molto più facile crescere come difensori o centrocampisti – sottolinea Carli -. Quanto ci mettese a esplodere non lo sapevo, ma che potesse diventare un giocatore da top club credo non ci volesse uno scienziato per capirlo. È un metro e novanta ma con la tecnica di uno brevilineo. Poi la società deve essere brava supportarlo. Hanno venduto Arnautovic dandogli la possibilità di giocare e il ragazzo sente la fiducia dell’allenatore. Si sono create le condizioni per far sì che possa esplodere facendolo sentire importante”.
 

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Dove può arrivare uno come Joshua Zirkzee? A cosa può ambire? Dove può arrivare lo sa solo lui. Sta a lui dimostrarlo, uno step lo ha fatto ma ora arriva quello più importante ovvero avere continuità per non essere un buon giocatore ma uno top. Deve mettere quell’agonismo e cattiveria che hanno i grandi attaccanti però a livello tecnico, fisico e di intuito ha delle qualità che hanno in pochi, ha concluso Marcello Carli ai nostri microfoni.