Verso la salvezza… e oltre. La mentalità, i derby con Klose ora quelli della Toscana. Lopez: “Lucchese, un ritorno bellissimo”
Verso la salvezza e oltre. Da dimostrare sul campo, da ripetere sottovoce. Dentro le mura, a protezione anche dei sogni e degli obiettivi di una piazza “infuocata, dove c’è fame di calcio”. Copyright Giovanni Lopez, lui che la Lucchese la conosce eccome. Ex Vicenza, ex vice di Reja alla Lazio. Ex difensore che odia la difesa a 3. Ma soprattutto, non più ‘ex’ Lucchese dal marzo scorso, da quando è tornato in quel club, in quelle mura. “E il ritorno è stato bellissimo”, ha confessato ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com.
Lunedì scorso una vittoria che ha dato morale contro l’Arezzo e derby portato a casa. Lopez di derby se ne intende. Tra presente e un po’ di amarcord. Alla Lazio ne ha vinti 4 solo da giocatore: “A quei tempi erano eventi eccezionali. Quel gol di Klose al 92’… Chi se lo scorda. Ho l’immagine di Reja che corre sotto la curva. Il momento più bello che ho trascorso alla Lazio”. Ben più di un romanzo, ma adesso da allenatore l’approccio non è più tutto cuore: ragione e sentimento. “I derby li preparo come se fossero una partita qualunque, normale. Sempre nel modo migliore che posso, per questo per me non c’è nessuna differenza”. Arezzo archiviato “ma il derby più sentito è contro Pisa”. Per questo, appuntamento a domenica 8 ottobre, dopo il turno infrasettimanale contro il Cuneo. Domani: il Piacenza. “Vogliamo fare il risultato, giochiamo in casa e cerchiamo di non lasciare nulla agli avversari. Casa nostra deve essere difficile per tutti, deve essere il nostro fortino”. Le mura, no?
“Chi merita, gioca”, questo il credo. “E’ quello che dico sempre ai miei giocatori. Io sono una persona dura ma anche onesta. Tratto il 20enne come il 40enne e cerco di essere sempre giusto con tutti”. Via la carta d’identità, ecco quell’equilibrio da mantenere tra mentalità e condizione fisica, baricentro dei risultati e termometro degli input tecnici e societari: “L’aspetto mentale fa il 70% di una grande prestazione. Noi stiamo cercando di migliorare la condizione perché abbiamo dovuto prendere tutti giocatori giovani in estate e quasi al minimo di stipendio. Il nostro mercato è stato questo. Infatti 15 giorni fa ho chiesto un mese di tempo alla società per portare tutti ad una condizione ottimale per affrontare il campionato. Abbiamo queste difficoltà oggettive in questo momento. Ma anzi, per i soldi spesi abbiamo fatto un buon lavoro, soprattutto il direttore sportivo Obbedio. Ci serve tempo quindi”.
Una bella sfida tornare a Lucca, dopo alcuni alti e bassi societari, in “una piazza che ha paura ma è infuocata. La gente si era allontanata, adesso no, c’è fame di calcio. Il primo anno sono stato esonerato poi richiamato ma pur di non lavorare con le stesse persone che mi avevano fatto la guerra ho preferito dare le dimissioni e lasciare i soldi. Il ritorno poi è stato bellissimo perché ho trovato persone per bene che conoscono il mio valore umano e tacnico-tattico. Siamo riusciti a raggiungere i playoff e ad arrivare tra le prime otto della Lega Pro l’anno scorso. Abbiamo perso sì, ma contro il Parma che è andato in Serie B. Grandissima soddisfazione”.
Sette punti finora in campionato così “continuiamo il nostro percorso per una salvezza serena per poi puntare eventualmente a qualcosa di più ambizioso che possono essere i playoff”. Perché l’obiettivo è uno, ma guardare oltre è un ulteriore stimolo, per la squadra e per lo stesso Lopez. Tutto casa e campo, perché così vive il suo lavoro. Lui che da giocatore stravedeva per Guidolin e Ulivieri: “Erano due allenatori che ho avuto a Vicenza e che mi hanno cambiato la vita sotto l’aspetto calcistico e morale. Poi ho avuto la fortuna di lavorare 3 anni come secondo di Reja e anche lì ho cercato di carpire il massimo che potesse servirmi. Col tempo poi anche qualcosa di mio voglio mettercelo sempre”.
Osservatore anche, con i piedi per terra e con la voglia di ottenere il massimo sempre dalla gara che viene, senza troppi calcoli. Infatti se dovesse a pensare al ‘E fra 5 anni?’ non immagina dove sarà ma cosa farà: allenare. “Sì, continuare a lavorare sempre e spero nel migliore dei modi. Poi dove sarò non lo so, ma per me l’importante è allenare”. Allenare e crescere anche giovani talenti come quelli che ha adesso in rosa come Baroni, Damiani, Russo, Bortolussi. “Alcuni sono già sul taccuino di molti…”. Sul ‘taccuino’ degli obiettivi di Lopez intanto c’è la salvezza, ma sempre con licenza di porsi traguardi più alti, come e più delle mura della città in cui è tornato.