Il casco di Cech, Allende e l’oro con il Cile. Salernitana, alla scoperta del Pollo Valencia
La storia del nuovo attaccante cileno della Salernitana, Diego Valencia
Fino ad oggi, lo stadio Arechi e Viña del Mar avevano in comune una cosa: Salvador Allende. La via dove è situato lo stadio della Salernitana è intitolata all’ex presidente del Cile, che proprio ne La Ciudad Jardín ha vissuto la propria infanzia ed è stato anche seppellito. Ora, queste due città saranno accomunate anche da Diego Valencia, nuovo attaccante del club granata.
Salernitana, alla scoperta di Diego Valencia
Dopo il tentativo per Brerethon Diaz, il ds Morgan De Sanctis ha chiuso per il connazionale proveniente dall’Universidad Católica. Un’operazione da 2,5 milioni per il classe 2000 che occuperà il posto da extracomunitario. Un investimento per il presente e per il futuro quello del dirigente granata per il giovane attaccante, indicato come uno dei principali candidati a vestire la maglia della Roja nei prossimi anni, dopo le difficoltà incontrare nel ricambio generazionale della nazionale di Vidal e compagni.
Punta centrale abile nel gioco aereo, ma in grado anche di giocare da seconda punta o da esterno, El Pollo, come è stato soprannominato affettuosamente dalla sua famiglia (con un’espressione che letteralmente significa pollo anche in spagnolo, ma che in Cile indica ‘il ragazzo’), nel giugno 2019 ha rischiato di morire durante un allenamento. A causa di forti raffiche di vento venne colpito alla testa da dei ferri che si erano sganciati dal tetto della palestra. Sanguinante e senza sensi venne trasportato d’urgenza in ospedale dove gli fu riscontrata una frattura al cranio. “Quando posso tornare in campo?”, questa la prima domanda rivolta ai medici. Probabilmente non si era reso conto di come fosse andata davvero. Solo dopo gli spiegarono che se fosse stato colpito qualche centimetro più in basso non ce l’avrebbe fatta.
Nelle settimane successive, per i primi allenamenti ha utilizzato un casco protettivo, come quello dell’ex portiere del Chelsea, Peter Cech. Un incidente che rappresenta probabilmente sin qui l’ostacolo più grande da superare per Valencia, che dopo l’infanzia a Viña del Mar si è trasferito nella città dei campanili, La Serena. Qui è diventato un centravanti grazie al Profe Hamel e a 16 anni è andato a vivere a Santiago per giocare nell’Universidad Católica. Un trasferimento nella capitale che sarebbe potuto arrivare ben prima. “A 11 anni mi avevano chiamato dall’Universidad de Chile, ma era troppo presto e non sarei andato a giocare in una squadra di cui non sono tifoso”, queste le sue parole a El Mercurio.
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Con Harry Kane, Van Persie e l’ex Frosinone, Nico Castillo come modelli, il momento più emozionante della carriera di Valencia rimane sin qui quello del gol nella finale contro l’Uruguay dei Giochi Odesur 2018 a Cochabamba, in Bolivia, con il Cile Sub20 che ha vinto la medaglia d’oro. L’esordio con la Roja è arrivato invece lo scorso anno in Copa América contro il Brasile. 7 presenze complessive con la nazionale maggiore, in attesa del primo gol, mentre sono 7 anche i titoli vinti con l’Universidad Católica dal 2018 ad oggi, con 31 reti in 132 presenze.
“Ho dovuto giocare da attaccante e da centrocampista, sono posizioni per me naturali ma ho voglia di imparare. La mia disponibilità ci sarà sempre per aiutare la squadra”, aveva dichiarato lo scorso novembre, dopo alcune critiche ricevute. A Salerno giocherà per altri obiettivi, ma Nicola avrà a disposizione un attaccante generoso, giovane e duttile per centrare un’altra salvezza.