‘United for Genova’: 115mila euro raccolti. Da Preziosi a Ferrero: le parole dei protagonisti
Nella cornice dell’Hotel Principe di Savoia di Milano è in corso l’evento benefico ‘United for Genova’ ideato e curato da Alessandro Moggi
Nella cornice dell’Hotel Principe di Savoia di Milano è in corso l’evento ‘United for Genova’. “E’ un comitato, un’associazione benefica che si propone di organizzare eventi come questo, unendo il mondo del calcio per progetti nobili. In questo caso, per le famiglie che hanno subito un danno o perdite dalla caduta del Ponte Morandi”. A spiegare questa realtà ed il suo scopo è Alessandro Moggi che ha ideato e curato questa serata di gala.
Tanti i volti noti del mondo del calcio che prenderanno parte all’evento, dai presidenti di Genoa e Sampdoria, Preziosi e Ferrero, a Marotta e Spalletti, fino ad Allegri e non solo. La serata sarà animata anche da un’asta, il cui ricavato sarà devoluto a scopo benefico. Tra i pezzi che saranno battuti ci sono: gli scarpini di Totti in edizione limitata autografati, le maglie della Juventus di Cristiano Ronaldo e Dybala autografate, una dell’Italia autografata dal ct Mancini, gli scarpini di De Rossi autografati ed una maglia della Nazionale con scarpini di Ciro Immobile.
E proprio dell’attaccante biancoceleste ha parlato Moggi, a margine dell’evento ai microfoni di SkySport: “Immobile in Cina? C’è stato un rischio leggero ma la Lazio non pensa di privarsi di Ciro che sta benissimo lì. Ma è chiaro che un attaccante come lui è normale che sia attenzionato da grandi club e nel mondo. Non so se si ripresenteranno ma le offerte saranno rispedite al mittente. Spalletti a Marotta allo stesso tavolo? Certamente – ha proseguito Moggi -. L’Inter sta vivendo un momento complicato ma è giusto che un allenatore così sia riconfermato. Quello di stasera è un progetto talmente importante ed è fondamentale che possa riunire il mondo del calcio”.
E a quanto sembra, le parole di Moggi non sono rimaste inascoltate: alla cerimonia finale è stato consegnato un assegno di 115mila euro, che verranno impiegati per la ricostruzione di una parte vitale della città.
IN ALTO TUTTE LE IMMAGINI DELLA SERATA
LIVE, le dichiarazioni delle personalità del mondo del calcio presenti:
22.35 – Ha provato a far dire “Forza Sampdoria” a Preziosi, ma non ci è riuscito. Massimo Ferrero partecipa attivamente però all’evento dedicato alla città di Genova: “Noi siamo rivali in campo” dice il presidente della Sampdoria a Sky, “ma fuori siamo i presidenti di tutta Genova. Siamo qui per una tragedia di cui si è parlato tanto ma dobbiamo pensare anche alle altre cose importanti oltre al ponte: ci sono 400 persone sfollate, che hanno bisogno di una casa. Il calcio si è mosso per fortuna“. E a proposito di calcio, non può non inorgoglirlo la convocazione in Nazionale di Quagliarella: “Ci rendiamo conto che a 36 fa solo uno stage? Dovrebbe fare non solo gli Europei, ma i Mondiali. Mancini è un uomo che viene dalla Sampdoria e si è reso conto che generiamo ancora talenti. Fabio, poi, è un uomo perbene e un gran lavoratore: ama e vive per il calcio“. Quagliarella amore presente; e Muriel? “Quello passato. Ho capito perché i presidenti di calcio falliscono: perché si innamorano dei calciatori. Io ho provato a riportarlo da noi, ma non potevo perché era extracomunitario. Dovremmo cambiare la legge e permettere tre tesseramenti“. È vulcanico Ferrero, come sempre. E parla non solo dei giocatori, ma anche dei suoi allenatori: “Mihajlovic? Lui è stato il mio primo amore, sono contento di quello che ha fatto ieri col Bologna. Ma ora ho Giampaolo. Se resta? Ha un contratto e va onorato: altrimenti cosa firmiamo a fare? Però se dovesse arrivare una squadra importante su di lui e se me lo chiederà, gli permetterò di andare dove lo porta il cuore. Sarà una grande perdita, ma ce ne faremo una ragione“.
21.35 – Riccardo Bigon si presenta più sereno ai microfoni di Sky dopo la vittoria contro l’Inter di ieri. “Chiaro, vincere contro di loro non era prevedibile” ha esordito il ds del Bologna, “soprattutto visto il nostro momento. Ma il calcio è bello anche per questo: il mister ha dato la svolta alla squadra che ci ha dato dentro, come già altre volte in passato a dire il vero. Solo, ieri c’è stato un concatenarsi di belle cose“. Prima Inzaghi, poi Mihajlovic. Era già capitato al Milan. “Lasciamo una persona straordinaria” dice Bigon, “purtroppo nel calcio paga quasi sempre l’allenatore. Abbiamo provato in tutti i modi a portare avanti un progetto in cui credevamo tutti molto in estate, ma ora abbiamo dovuto voltare pagina. Mihajlovic? Mi ha colpito la velocità con cui ha accettato la sfida, convinto di potercela fare. Penso che la sua carica sia stata avvertita dalla squadra, di problemi ne abbiamo avuti tanti e il nostro l’abbiamo dato…“. E a proposito di addi, oltre a quello di Inzaghi, questo fine settimana c’è stato quello di Hamsik da Napoli. Un giocatore che Bigon conosce bene: “Marek è un ragazzo incredibile” dice, “per la sua umiltà e semplicità. Se finisse così con il Napoli sarebbe forse un addio addirittura troppo in sordina, ma penso che organizzeranno nel caso qualcosa. Prendo spesso Hamsik come esempio per i più giovani: ha la serenità del campione, fa le cose con semplicità e con il sorriso sulle labbra“.
21.05 – C’è anche Roberto D’Aversa alla serata milanese per la città di Genova. Intervistato da Sky, l’allenatore del Parma commenta la sua stagione in Serie A con gli emiliani: “L’approccio della mia squadra? Ci va sempre il giusto equilibrio” dice. “Alla fine anche con la Juventus abbiamo finito con 3 attaccanti: è l’interpretazione a contare e noi non giochiamo solo di ripartenze. Però alla fine sono i risultati a contare“. E per il Parma sono positivi, come le scoperte del ds emiliano Faggiano. “Ha portato giocatori importanti, sì” commenta D’Aversa: “Gervinho, Inglese, Bruno Alves… Gervinho? Dipendeva tutto da lui: la nostra prima telefonata fu molto difficile, perché io parlavo poco inglese e lui invece solo il francese. Lui non mi ha stupito per le ripartenze, ma per le doti tecniche in esecuzione“. E da lui si aspetta quei colpi determinanti anche contro l’Inter: “Spalletti? Ci siamo salutati. Il nostro è un ruolo molto delicato, siamo sempre legati a critiche e risultati. Dispiace quando un collega e una squadra sono in difficoltà ma noi dobbiamo pensare a noi stessi: all’andata abbiamo vinto soffrendo. Vorremmo ripeterci“.
20.05 – Durante la serata United for Genova non poteva non prendere parola il presidente rossoblu Enrico Preziosi. “Quando ho saputo della caduta del ponte” riferisce a Sky il presidente del Genoa, “sono rimasto atterrito. Forse non tutti lo sanno, ma il nostro preparatori dei portieri delle giovanili si è salvato: un miracolo ha fatto sì che i due pilastri avessero accompagnato la sua caduta. Io ero a Nizza, quando l’ho saputo sono rimasto davvero senza parole“. Come senza parole sono rimasti, parlando di argomenti più leggeri, molti tifosi del Genoa di fronte alla cessione di Piatek al Milan: “Forse in futuro sarebbe andato via per una cifra ancora maggiore. Abbiamo incassato 40 milioni cash con lo sconto, cioè 35: senza questi non avremmo fatto molte operazioni. Penso sia stato un affare interessante per il Milan e per noi, anche se ha fatto arrabbiare qualche tifoso. E lo capisco. Ma sono contento dei gol subito segnati da Piatek: ha dimostrato di non essere una sola ma un giocatore vero. Io non vivo di rimpianti: ciò che è passato è passato. Ora abbiamo Sanabria su cui già la Roma aveva investito molto. Allora forse non era pronto, ora sì “. Niente rimpianti, nemmeno per Zaniolo: “Potevo prendere o lui o Vailetti, nostro difensore ora al Crotone. Avevo già tanti attaccanti, ho deciso per un giocatore per la retroguardia, che sono convinto farà benissimo. Romero? La Juventus è interessatissima, dovremo però far quadrare numeri e condizioni: noi vorremmo trattenerlo ancora un po’. Ma con i bianconeri c’è un buon rapporto, ci siederemo e troveremo una soluzione“. E quando la si troverà con i tifosi? “Non ne faccio una tragedia. Ma certo, mi spiace e mi disturba. Io e la mia famiglia dobbiamo venire a Genova con la scorta, e non ha senso: le forze dell’ordine devono poter pensare ai delinquenti, non a salvaguardare i presidenti di cacio. In Italia bisogna andare via per essere valorizzati, credo però che alla fine di questa stagione i tifosi capiranno il perché di certe operazioni. Operazioni che, sottolineo, sono state fatte tutte per il Genoa. Se vendo? Per ora si è parlato tanto, ma concretizzato poco. Se me ne dovessi andare, lo farei per il bene del Genoa e non per le mie tasche“.