United-City – I 5 momenti incancellabili del derby di Manchester in campo e fuori
Are you ready? Allacciare le cinture, il giro panoramico sul derby di Manchester è in programma sabato 10 settembre alle ore 13:30. E si tratta di un viaggio ad altissima velocità. Biglietto obliterato in mano, poi comodi comodi sul sedile (divano di casa, Sky Sport, va bene uguale): lo spettacolo è di quelli da gustare tutto d’un fiato. Mourinho contro Guardiola, basterebbe solo questo. Noi, però, abbiamo deciso di fare un viaggio all’indietro e farvi rivivere 5 dei momenti (non solo in campo) che hanno reso speciale la sfida tra United e City. Ready? Go…
BEAUTIFUL ROONEY
Play, stop, rewind. Una volta, due, tre e poi ancora, ancora e ancora… febbraio 2011, al minuto 78 della sfida tra United e City (ferma sull’1-1) le lancette dell’orologio del derby di Manchester hanno deciso di fermarsi: il momento è di quelli importanti, uno di quelli destinati ad entrare nella storia per non uscirci più. Cross dalla destra, palla a metà altezza. Wayne Rooney non ci pensa un attimo. Rovesciata, all’incrocio. Semplicemente bellissima. Allo United il derby, al numero dieci dei Red Devils gloria eterna.
GUAI A DISTURBARE SIR ALEX
Dici Manchester, aggiungi United. Almeno fino al 2009, almeno nella memoria dei più giovani. Perché è stata proprio quella l’estate in cui ha avuto inizio la scalata al potere del Manchester City. Quinto e terzo posto in Premier le tappe sinonimo di crescita (FA Cup compresa, nel 2011). Dalla provincia calcistica del calcio inglese alla vetta della Premier conquistata nella stagione 2011-2012 dopo 44 anni di digiuno e con Roberto Mancini in panchina. “A volte capita di avere dei vicini rumorosi. Non puoi farci niente, saranno sempre rumorosi. Devi semplicemente andare avanti con la tua vita, accendere la televisione e alzare un po’ di più il volume”, affermava nel 2009 Sir Alex Ferguson proprio in riferimento ai Citizens. Che, c’è da ammetterlo, un bel po’ di rumore da allora ad oggi lo hanno fatto eccome.
“WHY ALWAYS ME?”
A Manchester lo rimpiangono in pochi, ma con tutto il suo bagaglio di genio e sregolatezza (tra case incendiate per errore, freccette lanciate verso i giocatori del settore giovanile e liti in allenamento) Mario Balotelli è riuscito ad entrare per sempre nella storia del City. Quando? Il 23 ottobre 2011. Come? Facile: gol nel derby. Anzi due. Beh, mica l’unico direte voi. Giusto, ma per Mario c’è un qualcosa in più… “Why always me?”. Doppietta nello storico 6-1 sullo United ad Old Trafford ed un coro a lui dedicato dai tifosi del City divenuto presto un tormentone.
TRASH YOUR TEVEZ SHIRT
Una rivalità storica, accresciuta ancora di più negli ultimi anni. Eppure, i tifosi di United e Manchester City si sono ritrovati accomunati proprio alla vigilia di un derby: nel segno di… Tevez. Era l’ottobre del 2011 (proprio quell’ottobre 2011) e Carlitos unì ciò che in precedenza aveva separato: se il suo passaggio dallo United al City fu etichettato come un gesto di alto tradimento, i suoi ultimi mesi in maglia Citizens furono tutt’altro che gloriosi. Tanto che alla vigilia del derby partì una campagna di ‘rottamazione’ delle maglie dell’argentino ‘trash your Tevez shirt’: per le vie della città un camion raccoglieva le maglie di Tevez, ormai poco amato da tutta Manchester. In Italia c’è chi ancora ringrazia.
ESULTANZA AL BACIO
Vincere un derby è sempre un’emozione unica. Farlo davanti ai tifosi avversari all’ultimo minuto, non ha prezzo. Una gioia così speciale da meritarsi un… bacio sulla bocca! Perché nella pazza storia del derby di Manchester c’è anche l’esultanza decisamente singolare (ma non unica) tra Paul Scholes, autore del gol, e Gary Naville nel derby del 2010: abbraccio, bacio e successo in tasca. Polemiche a non finire per giorni e giorni, in valigia però tre punti all’epoca pesantissimi e un derby da raccontare a figli e nipoti. Con un bacio finale dall’intenso sapore di successo.