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Una Champions, mille sapori. Dall’ammirazione del Bernabeu per Totti al sorrisino di Cristiano

Una Champions, mille sapori. Quello più forte che resterà in bocca per sempre: l’ammirazione di tutto un Bernabeu per Francesco Totti. Come per Del Piero, come per Pirlo, stessa identico trattamento, sensazioni molto simili se non identiche; brividi che nemmeno il capitano della Roma si sarebbe aspettato e l’ha pure confermato in mixed, col sorriso sulle labbra. Dimenticato da chi? Sicuramente non dal Bernabeu, di palato fine e delicato: chi disegna poesia viene adorato, quasi idolatrato. Anche se qualche collega spagnolo ammette: “Però appena possono… fischiano Ronaldo! E com’è sta storia?”. Normale: i figli degli altri sono sempre più bravi. Storia. Retrogusto amaro della recriminazione, sapor di sconfitta: ce l’ha in bocca Spalletti e se lo porterà fino al ritorno a Roma, fino alla prossima vittoria forse. E anche anche. “Zitti e andiamo a casa. Diciamo di essere la Roma? Dimostriamolo” ha sentenziato nel post. Amareggiato soprattutto perché la sua squadra non ha messo in mostra quel carattere che pensava avesse. “I miei abbassavano la testa” ha ammesso scocciato. L’atteggiamento vincente è un altro: aiutarsi, spronare il compagno in difficoltà. Tirare fuori i co… il carattere. Ecco perché questa brutta sensazione, arrabbiatura di un Luciano sincero e sempre diretto. Dolce miele e profumo di primavera per il Madrid di Zidane, ancora non del tutto sbocciato a dir la verità: chissà che l’exploit non arrivi proprio dai quarti in poi. Gusto d’orgoglio per Sergio Ramos, protagonista di un curioso siparietto in zona mista: “Totti? Cosa penso di Totti? È venuto nel nostro spogliatoio per chiedermi la maglietta firmata. Per me è un onore. Io che l’ho sempre ammirato, per i suoi capelli lunghi, per il suo talento. Un crack”. E poi, svelata la sorpresa in diretta davanti a pochi intimi: “Pure io ho chiesto la sua: firmata. La conserverò nel mio museo” e maglia giallorossa con tanto di ’10’ che ci viene srotolata davanti agli occhi. Due campioni, quando il rispetto vale più di tutte le parole del mondo. In ogni lingua. Mille sapori, altrettanti colori, un po’ come il tramonto di una Madrid sempre così affascinante e seduttrice. Mille gol per Cristiano, insaziabile. Lui sì con due co… così. Cris segna, esulta ringraziando il giovincello Vazquez e se ne va di filata, nel post. Ma quando passa lui tutto il mondo si gira: camicia bianca e pettorale in fuori ben in vista. Jeans aderente, zainetto da scolaro e sorrisino stampato in volto, di chi sa di averla fatta grossa ancora una volta. “Ciao Cris” il saluto di qualche giornalista. Lui replica con un solo cenno d’intesa: l’occhiolino. Alla prossima – in campo – replicherà con un gol, un altro. Se dal sapore di Champions ancora meglio.