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Udinese, Tudor si presenta: “E’ una sfida, credo in me e nella rosa. Lavoriamo sulla testa, in Italia ho avuto gli allenatori migliori”

Un nome un po’ a sorpresa, l’ufficialità nel pomeriggio e poi anche le prime parole da nuovo allenatore dell’Udinese. Igor Tudor è pronto a rimettersi in gioco e a portare alla salvezza la squadra bianconera dopo gli undici ko consecutivi che hanno complicato il cammino della formazione friulana. L’ex giocatore della Juventus torna così in Serie A per sedersi in panchina e dopo l’annuncio del club lo stesso Tudor si è presentato in conferenza stampa.

“È un momento delicato e per questo non vorrei parlare troppo di me – ha iniziato dicendo il croato – c’è un lavoro importante da fare, finire la stagione come questa società merita. Finire nel modo giusto, poi partire con nuova energia. Cosa posso dare? Tutto o niente, dipende dalle qualità della squadra. Non è il momento di parlare troppo, ora bisogna preparare al meglio questa partita con il Benevento. Come prima cosa ho rimandato a casa i ragazzi fino alle 18 di domani, ho
detto loro di staccare, li ho visti veramente male a livello mentale,
sono dispiaciuti per le 11 sconfitte di fila”.

Non ho parlato con Reja, con lui ho un gran rapporto perché sono stato un suo assistente all’Hajduk, era la mia prima esperienza nove anni fa. L’Udinese è un grande club, anche stando fuori ho seguito il campionato e penso che questa rosa sia interessante, con giovani buoni. Un altro cambio per l’Udinese? Bisogna vedere cosa serve in questo momento. Alle volte dai scappellotti, altre amore. Speriamo di riuscire a fare cose buone già domenica, e anche punti. Non è un vantaggio che io non abbia mai allenato qui. Sono stato in Italia dieci anni da calciatore, giocando in squadre importanti. Se uno ha qualità, nel suo lavoro, deve dimostrarla. Certo, l’esperienza aiuta, ma poi è la qualità che cambia”.

E ancora: “Balic? L’ho allenato nel settore giovanile dell’Hajduk Spalato. Andrija è migliorato, è cresciuto, non è più bambino come era prima. I giocatori li conosco tutti, è una rosa con cui si può fare bene. In tanti mi hanno chiamato, molti mi han detto pensaci, non è ideale. Pure chi allena il Real Madrid ha i suoi problemi. La prendo come sfida, credo in me e nella rosa. Noi rimarremo in Serie A e poi faremo un bel campionato”.

“E’ successo tutto in fretta, negli ultimi due giorni. Sono contento e chiamerò sicuramente Oddo per capire. Allo spogliatoio ho detto di andare a casa e li vediamo domani, alle 6 di pomeriggio. Stanno mentalmente male, loro ci soffrono. Ho parlato subito con il presidente perché pensavamo a un giorno di ritiro, invece gli ho detto di andare a casa. Abbiamo 3 o 4 giorni di allenamenti ed essere al meglio domenica alle 15. Non è buono modificare molto, bisogna lavorare sulla testa. I giocatori sono persone perbene, che lavorano, che ci tengono. È importante lavorare sulla mente”.

Il matrimonio tra Tudor e l’Udinese continuerà per un anno: “Era importante per me, non me la sentivo di venire solo per quattro partite. Abbiamo parlato, ci siamo piaciuti e abbiamo deciso di fare questo progetto. Io ho apprezzato il club per la serietà. È una delle migliori in questo, ti lasciano lavorare. Poi devi essere bravo per dimostrare il tuo valore. I miei modelli? Ho avuto i migliori allenatori quando ero in Italia: Lippi, Ancelotti e Capello. Difficile parlare di loro, da ognuno ho preso qualcosa. Poi devi essere te stesso, migliorarti giorno dopo giorno”, ha concluso l’allenatore.