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Udinese, Jankto: “Futuro? E’ presto, ma non mi vedo per sempre in Italia: mi piacciono Liga e Premier”

Jakub Jankto, gli occhi di mezza Europa addosso. Il “nuovo Nedved” prova a non pensarci, ma le voci di un futuro lontano da Udine cominciano a diventare insistenti.

“Io vivo il presente e non sto a sentire ciò che al di fuori dell’Udinese si dice di me” – si legge nelle pagine di Tuttosport “Ora penso al San Paolo, alla sfida con il Napoli, il nostro prossimo avversario. Sarà durissima ma proveremo ugualmente a portare a casa un risultato positivo. Spero di diventare un killer di grandi squadre. I gol vanno sempre bene, a prescindere da chi è il tuo avversario. L’importante però è che poi arrivino anche i punti. Contro la Juve non è successo. Devo dire però che quel gol per me ha significato tantissimo, non sapevo più cosa fare dopo la rete tanto era la gioia. Purtroppo non è bastato per un risultato positivo”.

Il salto dalla B alla A si sente: Sinceramente mi ha sorpreso in negativo il Pescara. Pensavo che disputassero anche quest’anno un buon campionato e invece… Evidentemente il salto di categoria ha acuito i difetti nascosti. Differenze che ho notato tra A e B: velocità e tecnica. All’inizio Iachini preferiva affidarsi ai giocatori più esperti e quindi teneva i giovani un po’ in disparte. Comunque eravamo alle prime gare, l’integrazione dei nuovi con i vecchi era ancora farraginosa per tanti motivi e le varie lingue costituivano un problema. Quindi ho capito le sue scelte, anche se ho passato un periodo difficile e non positivo”.

Poi è arrivatoDelneri: “Se ci fosse stato Delneri da subito magari non avrei giocato ugualmente… Difficile dirlo. Fatto sta che si sono verificate delle coincidenze che mi hanno favorito. Hallfredsson e Badu si sono infortunati e Delneri ha deciso di dare una possibilità a me e a SekoFofana. Ci siamo fatti trovare pronti e siamo cresciuti tanto. I punti di riferimento del gruppo sono Danilo, Felipe e Hallfredsson, noi giovani dobbiamo ascoltarli e loro sono prodighi di consigli nei nostri confronti. Adesso formiamo un bel gruppo coeso e ci aiutiamo l’un altro”.

Futuro? “Presto per parlarne e per fare altri discorsi. La Juve? Da bambino seguivo la Juventus in Italia, non solo per Nedved che resta un mito ma perché mio padre era un fan bianconero. Seguivamo molto il calcio estero, in Inghilterra tifavo Arsenal e in patria lo Slavia Praga dove poi ho fatto tutta la trafila nelle giovanili. Comunque per quel che riguarda il futuro a lunga scadenza non mi vedo per sempre in Italia. Mi piacerebbe provare altre esperienze, magari in Premier o nella Liga. Sono molto curioso e ho tanta voglia di conoscere nuove cose. Juve-Barcellona? Mi piace la Juve anche se il Barcellona mi affascina. Dybala è il campione che preferisco in assoluto. Forse per match del genere sono ancora troppo giovane e inesperto però o non mi tirerei indietro”.

Su Schick: “Conosco benissimo Patrik. Garantisco: è un fenomeno. E’ un attaccante completo, rapido, tecnicamente eccezionale, tanta roba insomma. In Repubblica Ceca è molto seguito. Ci sentiamo spesso per telefono e nei ritiri dell’Under 21 dividiamo la stessa camera d’albergo. Ma io l’ho conosciuto prima del calcio, giravamo insieme a Praga per fare ciò che i ragazzi della nostra età fanno, divertirsi.Conosci Anche Cristina. E’ bellissima, è una modella, ma è soprattutto molto intelligente. Non è facile trovare delle ragazze alla sua età con la sua testa. Ma non aggiungo altro altrimenti la mia fidanzata potrebbe arrabbiarsi”.