“Trattamento speciale? Sì… qualche calcio e molti lividi!”. Dalla A all’Eccellenza, Cozzolino e Greco si raccontano
Dalla serie A all’Eccellenza, ancora insieme, perché si sa, in due le esperienze si vivono più intensamente: Giuseppe Cozzolino e Giuseppe Greco sono la coppia gol più bella dell’Emilia-Romagna. Vi ricordate di Lecce-Siena della stagione 2005-2006? Progressione di GC9 alla Ronaldo, quello vero, il “fenomeno”, conclusa con un accenno di “pedalada” con la quale Cozzolino scartò Antonio Mirante. Cambiò il portiere ma non la vittima per GG 10, che il 29 novembre 2009 stese il Siena al ’92 minuto, regalandosi la prima rete in serie A. La scorsa stagione ventotto reti in coppia, quattordici ciascuno nel Castelvetro: perché interrompere questa intesa perfetta? Da qui la scelta. La chiamata della Rosselli Mutina era stimolante, aiutare un piccolo club ad arrivare al professionismo: poche ore per la stretta di mano. Adesso per Cozzolino e Greco sono già undici i gol in coppia, uno in più per l’ex Lecce, che domenica scorsa, nel 3 a 0 contro il S.Agostino ha messo a segno una doppietta. E la Rosselli gode… da neopromossa la società emiliana si trova ora terza nel girone A, a sette punti dal primo posto.
Greco ha messo dentro la prima rete della gara, la numero 102 in carriera. Di mezzo quasi 50 gol in serie B e 20 in Lega pro. Pupillo di Giampiero Ventura, Giuseppe non si preoccupa più di tanto della categoria: “Sono stato contattato la scorsa estate dalla Roselli Multina” – dichiara Greco ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – “Avevano appena vinto il campionato di promozione. I presidenti sono due persone serie, li avevo già avuti durante la mia esperienza a Modena, Gian Lauro Morselli e Paolo Grassini. Sono imprenditori locali, persone squisite e che hanno voglia di fare cose importanti con una squadra che si stanno crescendo piano piano. Hanno pensato a me e a Beppe, ci hanno chiesto di dare una mano per realizzare questo piccolo sogno. Il progetto ci ha preso da subito e così abbiamo accettato. L’Eccellenza è un campionato molto diverso dalla serie D, più fisico che tecnico. A parte il passo falso della prima giornata ci siamo ripresi e ultimamente i risultati sono quelli che avevamo programmato all’inizio. Sappiamo che non sarà facile, perché la nostra è pur sempre una neopromossa, ma siamo ambiziosi. E dietro abbiamo una società solida: nulla è impossibile con queste premesse”.
La doppietta di quattro giorni fa ha invece permesso a Cozzolino di arrivare a quota 130 in carriera. Anche tu, che ci fai in Eccellenza? “Premetto che dovevo rimanere a Castelvetro! Però ci sono stati tanti cambi societari, la situazione nel frattempo è cambiata. Chi è subentrato ha fatto altre scelte diverse, sia tecniche che tattiche. Così ho preso la decisione di andare via, anche se volevo rimanere in zona, ma con le giuste condizioni. La Rosselli rispondeva a questi requisiti: qui ci sono due presidenti che hanno un progetto ambizioso. Scendere in Eccellenza non è stato un problema, ma la speranza ovviamente è quella di salire di categoria. L’esordio non è stato dei più fortunati, abbiamo perso contro una diretta concorrente. Poi ci siamo ripresi e siamo in linea con l’obiettivo, che è quello di fare un campionato di vertice. Il fatto che Giuseppe abbia fatto la stessa scelta e sia venuto nella Rosselli è stato un altro dei motivi che mi ha spinto ad accettare. Giocare con Greco, che è un giocatore di due-tre categorie superiori, sicuramente è un grandissimo vantaggio. C’è però anche un effetto boomerang perché sapendo che la Rosselli ha tanti nomi importanti le avversarie ci aspettano per fare la partita della vita”. Difficoltà di adattamento? “All’inizio è stata dura, perché giocare per tanti anni nel professionismo ti fa abituare bene. Questa del dilettantismo è un’altra realtà, ciò che in serie B e A è scontato qui non lo è. Parliamo di problemi logistici, ma anche di cose fondamentali come le attrezzature. L’umiltà, la voglia di giocare e la passione mi hanno aiutato tanto. Per fortuna ho sempre trovato società serie, compagni molto professionali e il passaggio è stato più semplice”.
Anche per Greco Cozzolino è diventato un partner inseparabile… :”Ci conosciamo molto bene… A parte la passata stagione, eravamo già stati compagni di squadra in serie A, nel Chievo e ci siamo affrontati tante volte da avversari. In campo siamo complementari perché abbiamo caratteristiche diverse. Io cerco di venire più in contro al pallone, di giocare più verso i centrocampisti e farmi dare la palla tra le due linee. Beppe invece cerca sempre la profondità, una coppia perfetta. A me fa molto piacere giocare con lui e penso che il suo sia un talento sprecato per queste categorie. Meritava ben altra carriera e me lo dimostra ogni volta che giochiamo assieme”. Come fa uno giocatore come te, che ha giocato anche in serie A, a trovare gli stimoli in Eccellenza? “Gli stimoli si hanno quando hai ancora voglia di giocare, di presentarti puntuale tutti i giorno all’allenamento e magari di aiutare anche i più giovani. Non è facile al giorno d’oggi, ma proviamo a far capire a questi ragazzi che se vuoi avere un futuro in questo sport devi esserci al cento per cento con la testa, avere fame e porti degli obiettivi. Io sento ancora questo fuoco dentro per questo sport ed è la cosa che mi fa andare avanti. Per me giocare a calcio è la cosa più bella del mondo”.
Conoscendo il vostro passato c’è una sorta di timore reverenziale degli avversari? “No no, anzi… certi calci! (ride di nuovo) Trattamento speciale! E’ un campionato duro, molto più fisico come detto. Ci sono difensori che non si mettono problemi, picchiano. Ecco, posso dire a chi avesse intenzione di scendere di categoria sperando che tutto sia più facile che non è assolutamente così”. Il ricordo più bello della tua carriera? “L’esordio in serie A, bellissimo. Giocavo nella Primavera del Como. Quel fine settimana Fascetti ci chiamò in 3 per andare in ritiro. Già il solo fatto di essere stato convocato, vivere le emozioni della vigilia e calpestare l’erba di San Siro, per me fu qualcosa di straordinario. Poi Fascetti mi annunciò che sarei andato in panchina e le gambe iniziarono a tremare. A fine primo tempo mi disse “scaldati”. Non capii più nulla, tanti erano i pensieri in testa: mi sembrava di essere quasi in un film. Poi entri in campo e ti trovi davanti una leggenda come Paolo Maldini e allora veramente ti chiedi se è tutto vero o stai sognando. Capii che era vero solo il giorno dopo, quando incorniciai la maglietta che mi aveva regalato a fine partita Paolo: mi sono svegliato con quella 3 davanti. Ma posso citarne anche altri ricordi, come il campionato di serie B vinto con il Genoa l’anno della Juventus in B”. Occasione mancata? “No lo so… Forse l’anno che ero in a Bari con Ventura sono stato sfortunato. E’ vero che feci il mio primo gol in serie A, ma venivo da un grave infortunio che non mi permise di trovare spazio e a gennaio decisi di andare a giocare in serie B, a Cesena. Magari sarei potuto rimanere a Bari e gestire meglio la situazione. Fu un anno fantastico, Bari è una piazza che dovrebbe stare in A 10 anni sì e uno no, non il contrario”.
Anche per Cozzolino ci sono trattamenti speciali… “E’ normale che quando l’avversario sa che hai giocato in serie A e B, tanti anni da professionista, vuole fare bella figura. Ho notato questo atteggiamento particolare anche nell’anno di Eccellenza passato a Castelvetro, i difensori avversari vogliono dimostrare di essere all’altezza, di poter competere con chi ha avuto un passato in categorie superiori. Però devo ammettere che c’è tanto rispetto e più che a calci si gioca a calcio, soprattutto nel girone emiliano-romagnolo”. Il tuo ricordo più bello della carriera? “Il primo gol in serie A. Quella progressione, il Via del Mare che esplode, ricordi che mi accompagneranno per tutta la vita”. Un gol alla Ronaldo: è il tuo idolo? “No, sono dell’85 e di Napoli: non può che essere Maradona. Ma il mio modello, visto il ruolo, è sempre stato Marco Van Basten“. Rimpianti? “Difficile non averne, perché poi quando cresci ti rendi conto degli errori che hai fatto e vorresti tornare indietro. Ma non si può… Oggi mi sento di poter dire di essere un uomo migliore anche grazie agli errori che ho fatto, quindi va bene così”. La Rosselli può sognare, con la coppia gol più bella dell’Emilia-Romagna.