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​Trapani scopre Casasola: la 32 di Tévez, le marcature su Higuain, cresciuto con Riquelme. E la Roma sorride…

Alzi la mano chi in Italia conosce Jorge Bermudez. Sconosciuto, o quasi. In Argentina è sinonimo di leader: colombiano, difensore centrale, al Boca Juniors ha scritto la storia. Amatissimo. Eppure, in un angolo di Trapani c’è chi saprà rispondervi a memoria: Tiago Casasola ne ha fatto il suo idolo, sin da ragazzino. Oggi il leader è lui, personalità al servizio di Calori e un gol pesantissimo a Vicenza che tiene in vita le speranze del suo Trapani. Non male per un difensore, nato centrale e adattabile a terzino, qualità e personalità. Lo sa bene la Roma, proprietaria del suo cartellino.

Quell’esultanza di corsa dai tifosi con tanto di arrampicata fa molto Sudamerica, la casa di Tiago. Argentino purosangue, pallino di Walter Sabatini sin dai tempi della sexta dell’Huracan, il nostro campionato Allievi. Casasola comanda la difesa, è un bambino d’oro: fascia di capitano e vittoria del titolo. Ma Sabatini non può portarlo a Roma perché Tiago è minorenne. E il blitz del Boca Juniors per 1 milione di dollari diventa determinante: Casasola ha l’occasione della vita. E si ritrova a 17 anni in ritiro con Carlos Bianchi allenatore (un totem al Boca, a proposito di Roma…) e un certo Juan Roman Riquelme come compagno di squadra. Due pezzi di storia accanto, ogni allenamento è un tassello di crescita.

Casasola al Boca è amato dai tifosi: “L’uomo del futuro”, lo vedono come nuovo Samuel, lo spazio però sarà sempre troppo poco. Eppure, il rapporto viscerale tra Tiago e la Bombonera non passa mai: quel 32 sulle sue spalle, a Trapani, è in onore di Carlitos Tévez e del suo numero storico prima di passare alla 10. Quante leggende del calcio sul percorso di questo ragazzo, l’esperienza del Mondiale 2014 in Brasile rimane indelebile. Perché l’Under20 dell’Argentina è convocata prima al ritiro di Ezeiza e poi per tutta la durata della competizione, fino alla finale, a seguire la Seleccion dei grandi in allenamento. E così per due mesi interi Casasola si ritrova a marcare Higuain, Messi, Aguero: “Ma fate piano, altrimenti ci dicono che non ci impegniamo abbastanza…”, sussurravano quei mostri sacri nell’orecchio dei ragazzini.

Di quell’Argentina giovanile Casasola è capitano e leader, appunto. Fino al picco massimo del Sudamericano Sub20 vinto a Montevideo contro l’Uruguay, davanti a 60mila tifosi uruguaiani con una prestazione gigantesca. L’album dei ricordi di Tiago è infinito. Perché contemporaneamente arriva l’occasione di andare a giocare in Inghilterra: il Fulham lo prende ma non lo utilizza, Sabatini fiuta il colpo e nell’estate 2016 finalmente riesce a portarlo in giallorosso. Era destino per Casasola, prima girato in prestito al Como poi a Trapani, da protagonista. Senza mollare mai in un’annata delicata. Da Riquelme alla 32 di Tévez fino alle marcature su Higuain… e quel gol a Vicenza. Tutto a suo modo indimenticabile. Perché così si diventa leader. Come Jorge Bermudez, altro che perfetti sconosciuti.