Gol, var, episodi: Torino-Udinese e il finale da tempi supplementari
Come un
supplementare. O quasi. Torino-Udinese si chiude con 11 minuti di
recupero, con il VAR e gli episodi finali che fanno da protagonisti a
un 1-0 (primo gol stagionale di Aina) che, altrimenti, avrebbe poco
da dire. Succede di tutto, in un clima che surriscalda il gelo
piombato su Torino. E succede tutto al 45’ del secondo tempo,
quando la partita sembrava avviata a una conclusione favorevole al
Toro di Mazzarri e senza particolari rischi.
Primo episodio: il
gol annullato a Okaka. Serve il Var, che già era intervenuto per
dare un rigore ai bianconeri poi parato da Sirigu (a proposito: due
su tre fermati in stagione; e nel 2018 era stato il miglior
pararigori d’Europa…). Serve il Var per capire che Lasagna si
pone sulla traiettoria del tiro, ostruendo secondo il regolamento la
linea di visione al portiere. Una valutazione che Guida dal vivo non
può dare, anche perché Sirigu resta fermo fino a quando non si vede
il pallone sfilare alla sua destra. Gol, non-gol? Non-gol, dopo
qualche minuto di valutazione.
E cambia tutto.
Perché Frustalupi (con Mazzarri allontanato dalla panchina e in
tribuna) stava per inserire l’esordiente Millico, mentre invece
chiama in campo De Silvestri. L’obiettivo è cercare di
addormentare la partita, soprattutto perché è ghiotta l’occasione
di fare un salto in avanti in classifica superando la Sampdoria
uscita sconfitta in casa contro il Frosinone.
Ma succede di nuovo
il finimondo. Il minuto? Il settimo. Quello che inizialmente avrebbe
dovuto essere conclusivo ma che è diventato solo uno degli undici
dati effettivamente dalla terna. Tiro-cross di Lasagna che arriva a
De Paul: l’argentino calcia verso la porta, respinge Djidji su
Sirigu e palla che si stampa sulla traversa. Boato del pubblico di
casa: esultanza? Paura? Difficile saperlo. Nel pazzo finale della
partita, la tensione è alle stelle. Proprio come in un
supplementare, in partite dove la vittoria è l’unico risultato che
conta.
Per Torino e Udinese
era proprio così: vincere voleva dire fare punti per l’Europa o
per la salvezza. Se li aggiudicano i padroni di casa a fatica, con
tanto rammarico friulano. Ma il triplice fischio per i tifosi di casa
è liberatorio, senza più sorprese. Con la speranza per il prossimo
anno di vivere altri supplementari in altre competizioni. Magari con
meno patemi.