“Titolare alla prima dello Stadium e il giorno dell’addio di Del Piero: che emozioni”. Chievo, a tutto Giaccherini
Dopo un gol al Bologna, Antonio Conte lo ribattezzò “Giaccherinho” (“perchè in Italia ci sono tanti buoni giocatori, ma a loro sono preferiti altri dai nomi esotici”). “A Conte devo la mia carriera”, spiega lui ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Alla Juve, d’altronde, Emanuele Giaccherini ha trascorso gli anni d’oro della sua carriera: “Fui titolare nella prima partita allo Stadium, il giorno dopo Conte mi scrisse un sms: “Ieri si sarebbero spaventati anche grandi campioni, quindi resta sereno e pensa a lavorare. Tu vali di più e soprattutto io da te pretendo di più”. Un grande! E’ stato un onore, a dire il vero, anche figurare tra gli 11 titolari nel giorno dell’addio di Del Piero: fu mio l’assist per il suo ultimo gol… Un’emozione pazzesca!”. Per diverso tempo, lo Stadium è stato casa sua. E ha consentito al nuovo centrocampista del Chievo di arrivare anche in Nazionale: “Ho giocato Euro 2012 e 2016, ma Prandelli sa che nel 2014 avrei meritato il Mondiale. Non gli porto rancore: fu lui a volermi per primo in azzurro”. Dopo aver vestito la maglia bianconera, “Giak” è passato da Sunderland, Bologna e Napoli, prima dell’arrivo Verona nell’ultima sessione di mercato: “Per la Juve la mia cessione era inevitabile: fu una grande plusvalenza. Per me, invece, il contratto della vita: la Premier League è tutta un’altra storia. Sono tornato in Italia e mi sono messo guadagnato la chiamata del Napoli, ma Sarri si era convinto che fossi un esterno. Giocare largo non mi piace e non mi riesce: appena arrivato in azzurro mi feci male, comprarono Rog e Zielinski e automaticamente io non potevo che essere il vice-Callejon”. I problemi, però, non finiscono qui: “Sarri non è capace di gestire il gruppo al meglio, di far sentire tutti importanti: per lui esistono 13-14 giocatori, gli altri non riesce a farli sentire importanti. E, quando lotti su più fronti, questo di certo non ti aiuta. Allo stesso modo, ammetto che sul campo è bravissimo”. Via dal Napoli, allora. Nuova tappa: Chievo: “Maran sa che sono a disposizione del gruppo e che, tatticamente, mi sento una mezzala. Bisogna pensare alla salvezza, la mia duttilità è al servizio dei miei compagni: spero di chiudere la carriera qui”.