Questo sito contribuisce all'audience di

TIM Cup – Doppietta Bocalon, la favola continua: l’Alessandria batte lo Spezia e vola in semifinale

Due città. Cento novantatré mila abitanti. Duecento chilometri (scarsi) a dividerle. Due club per un unico sogno, quello di non fermarsi più e continuare a sorprendere. Spezia da una parte, Alessandria dall’altra: sono le favole raccontate da questa edizione della Tim Cup. Nessuna big di Serie A a contendersi il passaggio agli ultimi novanta minuti prima della finalissima, ma i ragazzi di Di Carlo e di Gregucci, capaci di eliminare rispettivamente Roma (Spezia all’Olimpico), Palermo e Genoa (al Barbera e al Ferraris l’Alessandria).

Palcoscenico di una sfida tutta da vivere un Alberto Picco vestito per le grandi occasioni: esaurita la Curva Ferrovia (pochissimi posti liberi in tutto lo stadio), oltre millecinquecento i tifosi arrivati dal Piemonte per una partita che qualunque sarà il risultato varrà comunque una festa. Incominciata già fuori dallo stadio, dove nonostante una rivalità lunga decenni le tifoserie pensano solo a godersi il sogno: occhi aperti, con la speranza di non svegliarsi più. Calaiò-Nené da una parte, tridente Marras, Marconi e Fishnaller dall’altra: ad infuocare la notte gelida di Spezia è l’arciere maglia numero 11 Emanuele Calaiò.

Fallo di Celjak (ammonito) su Valentini in area, dal dischetto l’ex Catania non sbaglia: palla da una parte, Vannucchi dall’altra. Il treno degli aquilotti ha lasciato la stazione, direzione Milano. Fishnaller con un diagonale prova subito a interrompere la corsa, Chichizola in due tempi si salva; ad avere l’occasione per spingere sull’acceleratore è ancora Calaiò, davanti al numero uno in maglia verde l’attaccante però cerca di servire Situm invece di inquadrare la porta.

Quello che invece fa il protagonista della gara di Marassi Manuel Marras, Chichizola devia in angolo il pallonetto del numero sette, ci prova anche Loviso dalla distanza ma la mira è sbagliata. Ritmo che cresce al Picco, e occasioni che aumentano: miracoloso Vannucchi su Calaiò di prima intenzione (su assist di Situm), Chichizola alza (due volte) sopra la traversa sui colpi di testa di Marras e Marconi. Gregucci si gioca la carta Bocalon per Loviso, Kvrzic per Ciurria e Catellani per Nenè le mosse di Di Carlo. La scelta giusta? È firmata Gregucci. Al capocannoniere del girone A di Lega Pro bastano otto minuti (e due colpi di testa) per ribaltare il risultato del “Picco” e diventare il protagonista della serata: 1-2 e festa (tutta grigia) che può cominciare. La favola dell’Alessandria continua, dopo Palermo e Genoa a cadere sotto i colpi dei grigi è lo Spezia di Di Carlo. Impresa storica dei ragazzi di Gregucci, che trascinati da un grandissimo Bocalon staccano il biglietto per la semifinale di Milano.