Tigre retrocesso ma campione: è sua la prima Copa de la Superliga argentina
Una coppa nuova e nuove opportunità. Opportunità di scrivere la pagina più bella della propria storia nell’anno più problematico della propria storia, controversie che trovano logica spesso in Sudamerica. È il caso del Tigre, primo campione di sempre della storia della Copa de la Superliga, nello stesso anno in cui la Superliga l’ha dovuta lasciare per via della retrocessione.
Ultima vittima del Promedio, il sistema di retrocessioni tipico del calcio sudamericano basato sulla media-punti degli ultimi tre campionati che verrà abolito dalla prossima stagione. Nonostante un ottimo campionato, il Tigre non ha fatto in tempo a scongiurare la salvezza per colpa dei risultati passati, ma ha trovato comunque modo di rifarsi.
La squadra non si è sfaldata perché ha creduto a un obiettivo grande: quello di vincere il primo trofeo della sua storia e centrare così la qualificazione in Copa Libertadores. Perché almeno qui le regole sono andate incontro al Matador (il soprannome della squadra di Vitoria): dal prossimo anno non sarà possibile qualificarsi in Libertadores se retrocessi in seconda divisione, e allora meglio approfittarne adesso.
Una vittoria storica, non solo perché la prima di sempre del club: è arrivata contro il Boca Juniors, la squadra vincitrice della Copa Argentina; terza sconfitta nelle ultime quattro finali per gli Xeneizes, che però non hanno tutto da piangere. Quantomeno perdere la finale significa fare un 'dispetto' al River Plate, che dovrà giocare un turno preliminare nella prossima Copa Libertadores per via di questo risultato visto che in caso contrario la qualificazione diretta ai gironi sarebbe spettata proprio ai Millonarios per via del piazzamento in campionato.
Ma adesso è tempo di celebrare il Tigre, gli ultimi di sempre a disputare la Libertadores dalla B: in passato avevano spesso chiuso secondi, quasi sempre in maniera clamorosa. Nel 2009 ad esempio arrivarono a giocarsi uno storico spareggio a tre squadre con Boca e San Lorenzo e persero il titolo per un gol di differenza reti nella classifica avulsa finale; oppure nel 2012 giocarono una delle finali più controverse della storia della Copa Sudamericana, persa contro il San Paolo nella gara di ritorno che durò solamente un tempo per via di una aggressione negli spogliatoi all’intervallo per la quale i giocatori argentini si rifiutarono di ritornare in campo.
Il Tigre adesso può festeggiare: un campione “di un’altra categoria”, stavolta in tutti i sensi, gli unici capaci di tornare in B e in Libertadores nello stesso anno.